
Omicidio Chiara Poggi, a un mese dall’incidente probatorio nessuna traccia di Andrea Sempio
I nuovi accertamenti su 60 reperti e tracce biologiche non collegano l’amico del fratello della vittima al delitto del 2007 a Garlasco
Garlasco (Pavia) – A quasi un mese dall’inizio dell’incidente probatorio per la riapertura del caso sull’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007, nessun riscontro concreto collega Andrea Sempio, nuovo indagato, alla scena del delitto. Le indagini genetiche e forensi, volute dalla Procura di Pavia, finora non hanno prodotto prove riconducibili all’amico del fratello della vittima.
Gli esami disposti sui 60 reperti raccolti all’interno della villetta di via Pascoli, tra cui il tappetino del bagno, alimenti, tamponi e impronte digitali, non rilevano la presenza di Sempio. Alcune tracce biologiche sono riferibili esclusivamente a Chiara Poggi, al padre Giuseppe Poggi o al fidanzato Alberto Stasi, già condannato in via definitiva a 16 anni di carcere per il delitto.
Nessuna traccia sul tappetino e sugli oggetti esaminati
L’analisi delle impronte ha escluso la presenza di sangue su tutte le sessanta rilevate, comprese quelle rinvenute sul tappetino del bagno dove, secondo la ricostruzione, l’assassino si sarebbe lavato le mani. La traccia 10, sulla parte interna della porta d’ingresso, indicata come elemento chiave dalla Procura, è priva di sangue e non riconducibile a Sempio.
Anche gli oggetti prelevati dalla spazzatura risultano non utili alle indagini: nessuna impronta rilevante, e per quanto riguarda il DNA, solo Chiara Poggi e Alberto Stasi sono identificabili, quest’ultimo in particolare per aver bevuto da una cannuccia.
Garza contaminata, escluso il nuovo indagato
Sul versante più delicato, quello della garza orale utilizzata per prelevare materiale genetico dalla bocca della vittima, è emerso un DNA riconducibile a un assistente del medico legale, Ernesto Gabriele Ferrari, e una traccia mista con un profilo genetico ignoto. La genetista Denise Albani, perito nominato dal giudice, ipotizza una contaminazione avvenuta prima del prelievo, nella sala autoptica. In ogni caso, anche su questo reperto Andrea Sempio non compare.
Dna sotto le unghie: esaurito il campione
L’unico elemento potenzialmente ancora rilevante riguarda i frammenti delle unghie di Chiara Poggi, sui quali in passato furono identificati due profili maschili non attribuibili. Tuttavia, quei campioni sono stati consumati durante l’appello bis contro Stasi e non possono essere riesaminati. La genetista Albani dovrà ora verificare se, su base statistica e con metodologie di confronto, l’aplotipo Y rilevato possa essere attribuibile a Sempio, come sostenuto dalla difesa di Stasi e dagli attuali inquirenti.
Impronta palmare: il nodo della scala
Resta infine il nodo dell’impronta 33, una traccia palmare non insanguinata individuata sulla parte destra della scala dove fu ritrovato il corpo. Questo reperto non rientra nell’incidente probatorio, ma divide gli esperti: secondo i consulenti della Procura sarebbe di Sempio, mentre per i periti delle difese non è attribuibile. L’impronta, non databile e mai associata al sangue, si trova su un punto che le sentenze precedenti escludono essere stato percorso dall’assassino.
Il punto
Il quadro emerso fino ad ora non rafforza l’ipotesi accusatoria contro Andrea Sempio, che resta giuridicamente indagato, ma privo di elementi oggettivi a suo carico. L’indagine, a distanza di diciassette anni, non ha ancora prodotto riscontri decisivi che consentano di riscrivere il processo, e l’esito dell’incidente probatorio potrebbe determinare se e come proseguire.
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