
Hamas a caccia di presunti collaborazionisti a Gaza
Dopo il cessate il fuoco, la forza di sicurezza affiliata a Hamas avvia ronde e minaccia ritorsioni contro chi sarebbe legato a Israele
Dopo la firma dell’accordo di pace e la liberazione degli ostaggi, la Striscia di Gaza torna a vivere tensioni interne: la Radaa, organo operativo collegato a Hamas, ha lanciato una vasta operazione di sicurezza rivolta a coloro — secondo il movimento — che sono dei collaborazionisti a Gaza con le forze israeliane. In una nota diffusa alla popolazione la Radaa ha invitato gli abitanti a consegnare “spie, presunti collaborazionisti o mercenari” alle autorità locali, avvertendo che chi non si adeguerà sarà sottoposto alla “mano severa della giustizia”.
La dichiarazione, ripresa dalla stampa internazionale, parla di una “pulizia del fronte interno” e definisce l’azione come ultima opportunità per chi volesse tornare “nell’abbraccio della patria”. Il contesto è reso ancora più fragile dagli scontri interni: nelle ultime ore si sono verificati combattimenti tra fazioni rivali e sono stati diffusi video di esecuzioni sommarie in pubblico.
Collaborazionisti a Gaza: giustizia sommaria da parte di Hamas
Un filmato circolato attraverso canali affiliati mostra miliziani a volto coperto che avrebbero giustiziato in piazza otto persone accusate di collaborazionismo nel quartiere di al-Sabra, a Gaza City. Le vittime sarebbero riconducibili al clan Doghmush, storica formazione rivale di Hamas, la cui roccaforte è proprio in quel quartiere. Secondo denunce del clan, decine di loro sarebbero stati uccisi nonostante alcune garanzie di protezione offerte in fase di resa.
Il quadro è ulteriormente complicato dall’annuncio del ministero dell’Interno di Gaza — controllato da Hamas — che aveva proclamato un’amnistia temporanea per membri di bande non coinvolti in omicidi, valida fino al 19 ottobre. L’operazione Radaa e le violenze pubbliche, tuttavia, lasciano intendere che il periodo di clemenza non ha evitato episodi di vendetta e repressione interna.
La sequenza di eventi mette in luce il rischio di una spirale di vendette e pulizie interne alla Striscia, con un impatto diretto sulla sicurezza dei civili e sulla stabilità del cessate il fuoco. La comunità internazionale e i mediatori che hanno lavorato per l’accordo di pace dovranno ora confrontarsi anche con la questione del controllo della sicurezza interna a Gaza e con i segnali di frattura tra Hamas e gruppi armati rivali.
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(con fonte AdnKronos)
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