
Trump annuncia tregua tra Iran e Israele: «Ora in vigore, non violatela». Ma mancano conferme ufficiali
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Ancora con le stesse modalità Trump fa tutto da solo. Il presidente americano rivendica il ruolo di mediatore con una serie di post trionfalistici. Restano dubbi su tempi, modalità e soprattutto sulla realtà dell’intesa
Niente di chiaro, neppure questa volta. Mentre il Medio Oriente è ancora scosso dalle esplosioni e dalle vittime dell’ennesima notte di guerra, Donald Trump annuncia il cessate il fuoco tra Israele e Iran. Lo fa, come sempre, via social, con toni enfatici e senza nessuna conferma ufficiale da parte delle due nazioni coinvolte nel conflitto.
«Il cessate il fuoco è ora in vigore. Per favore, non violatelo», ha scritto il presidente statunitense su Truth Social poco dopo le 6 di questa mattina (ora italiana), accompagnando il messaggio con dichiarazioni che mescolano spiritualità, egocentrismo e propaganda politica. «Israele e Iran sono venuti da me, quasi contemporaneamente, e mi hanno detto: ‘Pace!’», ha aggiunto in un altro post. «Sapevo che il momento era ora. Il mondo e il Medio Oriente sono i veri vincitori!».
Una notte di fuoco
L’annuncio di Trump arriva dopo un’altra drammatica notte di attacchi incrociati. A Teheran, poco prima dell’alba, forti esplosioni hanno scosso la capitale iraniana. Secondo fonti locali, le forze israeliane avevano ordinato in precedenza l’evacuazione di alcune aree centrali. Nel frattempo, un missile balistico iraniano ha colpito un palazzo a Be’er Sheva, nel sud di Israele, provocando 4 morti e almeno 20 feriti. I soccorritori sono ancora alla ricerca di sopravvissuti sotto le macerie.
Le Idf, le forze di difesa israeliane, hanno riferito che tra 10 e 15 missili sono stati lanciati da Teheran in sei ondate successive. Mentre le sirene antiaeree risuonavano in diverse città israeliane, Trump pubblicava il suo messaggio sulla “pace”, dichiarando che «il futuro di Israele e dell’Iran è illimitato e pieno di grandi promesse».
Il ruolo dell’attacco Usa
Nel suo messaggio successivo, Trump è tornato a parlare dell’attacco lanciato sabato scorso contro i siti nucleari iraniani, rivendicandolo come l’evento decisivo per la svolta diplomatica. «Non avremmo potuto concludere l’accordo di oggi senza il talento e il coraggio dei nostri grandi piloti di B-2 e di tutti coloro che erano associati a quell’operazione. In un certo modo, molto ironico, quel ‘colpo’ perfetto, a tarda sera, ha messo tutto insieme e l’accordo è stato fatto».
Tregua o propaganda?
A oggi, né da Teheran né da Gerusalemme è arrivata una dichiarazione ufficiale sul cessate il fuoco. Le agenzie internazionali parlano di “silenzio assordante” e di un quadro ancora estremamente incerto. Restano inoltre forti dubbi sulla reale portata degli attacchi americani contro gli impianti nucleari iraniani: alcuni, come quello sotterraneo di Fordow, potrebbero essere rimasti intatti o solo parzialmente danneggiati.
L’impressione, per ora, è che Trump stia utilizzando i social per imporsi come artefice solitario della tregua, costruendo una narrazione personalistica in cui ogni sviluppo, anche tragico, viene subordinato al proprio protagonismo. Ma con il Medio Oriente ancora sull’orlo del baratro, l’unica certezza è che la pace vera non si dichiara con un post.
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(con fonte AdnKronos)
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