
Omicidio Chiara Poggi, nuove analisi: Dna di Stasi sull’Estathè, si cercano impronte sui reperti
La Procura di Pavia dispone l’esaltazione delle impronte digitali latenti su diversi oggetti mai analizzati. La difesa di Stasi insiste: “Traccia 10” sulla porta va approfondita.
La Procura di Pavia ha chiesto l’esaltazione delle impronte digitali latenti su alcuni oggetti mai analizzati nella casa di Chiara Poggi. L’indicazione arriva dopo i primi riscontri dell’incidente probatorio in corso: sotto esame ci sono un’etichetta in carta arancione di Estathè, un sacchetto della spazzatura, un sacchetto di biscotti e uno di cereali.
La richiesta, firmata dai pm Giuliana Rizza, Valentina De Stefano e Stefano Civardi, punta a effettuare la ricerca “con modalità dattiloscopiche” concordate tra periti e consulenti tecnici, in quanto si tratta di un’attività irripetibile e soggetta a modificazioni nel tempo.
Intanto emergono i primi esiti dell’analisi genetica condotta su alcuni reperti mai approfonditi. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera e da Il Tempo, sul Fruttolo sarebbe stato individuato il Dna di Chiara Poggi, mentre sull’Estathè sarebbe presente una traccia riconducibile ad Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni per l’omicidio della fidanzata.
La difesa di Stasi accoglie con favore le nuove verifiche. I suoi consulenti sollecitano anche ulteriori indagini sulla cosiddetta “traccia 10”, rinvenuta sulla parte interna della porta d’ingresso della villetta di Garlasco. Per la Procura, quella traccia potrebbe appartenere all’assassino, ma non sarebbe né di Stasi né del nuovo indagato Andrea Sempio.
Il genetista Ugo Ricci, consulente di Stasi, ha chiesto di analizzarla con una tecnica differente. Una proposta che incontra però la ferma opposizione dei consulenti della famiglia Poggi, i quali temono che metodologie differenti possano compromettere la lettura uniforme dei risultati.
Sul piano genetico, gli oggetti che Chiara avrebbe consumato nelle sue ultime ore mostrerebbero tracce del suo Dna sulle confezioni di Fruttolo, su un piattino di plastica, sul sacchetto dei cereali e sulla busta della pattumiera. Sulla cannuccia dell’Estathè, invece, è stato isolato il Dna di Stasi. Resta ancora da analizzare un capello ritrovato tra i rifiuti.
Andrea Sempio, attualmente indagato per omicidio in concorso, ribadisce la propria estraneità: “I primi risultati confermano che non è mai entrato in quella casa il 13 agosto 2007”, ha dichiarato la sua legale Angela Taccia. “Siamo fiduciosi nel lavoro dei periti”.
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(con fonte AdnKronos)
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