
Caso Resinovich, il gip: “La frattura alla vertebra non è stata causata dal preparatore”
Il giudice rigetta la richiesta della difesa sulla vertebra fratturata. Accolta invece la perizia su reperti e coltelli sequestrati in casa di Visintin
Nuovi sviluppi sull’inchiesta per la morte di Liliana Resinovich, la donna trovata senza vita nel parco dell’ex Opp di Trieste il 5 gennaio 2022.
Secondo quanto rivelato dalla trasmissione Chi l’ha visto?, la frattura alla vertebra T2 rilevata sul corpo della vittima non sarebbe compatibile con le operazioni del preparatore anatomico che ha manipolato il cadavere tre giorni dopo l’autopsia. Lo stesso professionista aveva ipotizzato di poter essere stato la causa del danno osseo, ma la Tac dell’8 gennaio 2022 mostrava già la lesione.
Il giudice per le indagini preliminari di Trieste avrebbe quindi rigettato la richiesta di una nuova perizia medico-legale avanzata dagli avvocati di Sebastiano Visintin, marito di Resinovich e unico indagato per omicidio. Per il gip non ci sarebbero dubbi sull’origine antemortem della frattura.
Accolta, invece, la richiesta della procura per una perizia in incidente probatorio su alcuni elementi chiave: gli abiti indossati da Resinovich al momento del ritrovamento, due coltelli sequestrati in casa dell’indagato e un bracciale nero e celeste, consegnato dal fratello della vittima, Sergio Resinovich.
Sebastiano Visintin è accusato di aver aggredito e ucciso la moglie il 14 dicembre 2021 nel parco triestino vicino a via Weiss. Il corpo fu ritrovato tre settimane dopo, avvolto in sacchi di plastica e con segni compatibili con una morte violenta. L’udienza per l’incidente probatorio è stata fissata per l’8 luglio.
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(con fonte AdnKronos)
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