
Accordo sulla Difesa Europea: l’Ungheria si isola sull’Ucraina
Il Consiglio Europeo approva un piano di difesa comune a 27, ma l’Ungheria blocca le conclusioni sull’Ucraina, creando una divisione tra Budapest e il resto dell’Unione
Durante il Consiglio Europeo straordinario a Bruxelles, i leader dei 27 Paesi membri hanno raggiunto un accordo sulla difesa comune, affermando che l’Unione Europea deve diventare più sovrana e preparata ad affrontare le sfide future. Tuttavia, l’Ungheria si è opposta alle conclusioni sull’Ucraina, isolandosi dal resto dell’Unione. Questo ha portato all’approvazione di un testo sostenuto da 26 Stati, ma non riconosciuto come una decisione formale del Consiglio Europeo.
Difesa Comune: Una UE più Autonoma
Il principale risultato del vertice è stato l’approvazione di un piano di difesa comune, che prevede un potenziamento significativo delle capacità europee in risposta alle crescenti minacce geopolitiche. I leader europei hanno sottolineato la necessità di un’Europa più “sovrana” e “responsabile” della propria sicurezza. Il piano da 800 miliardi di euro, denominato ReArmEu, mira a recuperare il tempo perso nella difesa e prepararsi all’espansione dell’influenza russa e alle nuove pressioni dagli Stati Uniti, rafforzate dalla recente rielezione di Donald Trump.
Orban e l’Isolamento sull’Ucraina
Se la difesa comune ha trovato un ampio consenso, le divergenze sull’Ucraina hanno portato a uno stallo. Viktor Orban, primo ministro ungherese, si è rifiutato di approvare il testo sulle conclusioni riguardanti il sostegno a Kiev, separandosi dal resto dell’UE. Orban ha difeso la sua posizione, sostenendo che l’Unione Europea è isolata rispetto a potenze come Stati Uniti, Cina e Russia, mentre l’Ungheria mantiene buoni rapporti con tutti.
In risposta, il presidente del Consiglio Europeo Antonio Costa ha dichiarato che l’Ungheria si è isolata dagli altri 26 Stati membri, ma ciò non significa una UE divisa, poiché il resto dell’Unione è unito nel sostegno all’Ucraina.
Slovacchia e il Compromesso sul Gas
Un altro punto di contesa era il coinvolgimento della Slovacchia, inizialmente contraria al testo sull’Ucraina. Tuttavia, il premier slovacco Robert Fico ha cambiato posizione in cambio di un passaggio che garantisce il transito del gas attraverso l’Ucraina, vitale per Bratislava, dipendente dal metano che arriva via tubo.
La Visione di Giorgia Meloni sul Piano di Difesa
Anche l’Italia ha espresso riserve sul piano ReArmEu. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, insieme al ministro degli Esteri Antonio Tajani, ha criticato il nome del piano, sottolineando che il concetto di difesa va ben oltre il mero riarmo. Ha indicato che la sicurezza include infrastrutture critiche, materie prime e protezione da attacchi informatici.
Una Nuova Linea per l’Ucraina
Nonostante l’ostilità di Orban, i 26 Paesi restanti hanno concordato una serie di principi per il sostegno all’Ucraina. Questi includono l’impegno a non negoziare accordi di pace senza il coinvolgimento di Kiev e a garantire che qualsiasi cessate il fuoco faccia parte di un processo più ampio che conduca a una pace stabile. L’UE sostiene che la difesa dell’Ucraina deve essere rafforzata, sottolineando che la migliore sicurezza per il Paese è la sua capacità di autodifesa, concetto riassunto nella metafora del “porcospino d’acciaio”.
Unione Europea e NATO: Complementarietà Necessaria
Un aspetto cruciale delle conclusioni è il richiamo alla complementarietà tra UE e NATO. I leader europei hanno rimarcato che una UE più forte sul fronte della difesa non è in contrasto con l’Alleanza Atlantica, ma piuttosto la rafforza. Si è evidenziata la necessità di coordinamento in vista del prossimo summit NATO a giugno, con un’attenzione particolare alla protezione dei confini orientali dell’Unione.
I Prossimi Passi della Difesa Europea
Entro il prossimo Consiglio Europeo, previsto per il 20 e 21 marzo, la Commissione presenterà nuove proposte legislative sui vari pilastri del piano di difesa. Tra queste, un Libro Bianco sulla difesa e un “provvedimento Omnibus” per semplificare gli ostacoli normativi che attualmente rallentano lo sviluppo dell’industria della difesa europea.
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(con fonte AdnKronos)
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