
Aragosta vegana e surrogati di carne: tendenza del momento tra salute e pubblicità
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Prodotti vegani sempre più protagonisti in cucina, ma quanto c’è di autentico nelle loro promesse salutistiche?
Impazzano i prodotti vegani e fanno tendenza. Ora anche in tv i prodotti vegani vengono pubblicizzati come un toccasana per la nostra salute, tutto a scapito della carne e dei cibi di origine animale. È la moda del momento, e nella varie réclame questi prodotti passano per dei veri surrogati, di carne, pesce e quant’altro.
Così capita di sponsorizzare ad esempio l’aragosta vegana (non è altro che un panino con dentro ingredienti vegetali al sapore di aragosta: limone, cipolla rossa, sedano, aneto, erba cipollina, e fiocchi di dulse che non sono altro che delle alghe per dare il classico sapore iodato dell’aragosta), a sua volta condita con maionese vegana. I cuori di palma ad esempio hanno una consistenza simile alla carne di aragosta e un sapore leggermente crostaceo. Ancora aglio in polvere più paprika che da dolcezza/umami all’aragosta. Una parentesi sul termine umami: i gusti che in genere conosciamo sono il dolce, il salato, l’amaro e l’acido. L’umami è il quinto gusto che corrisponde al sapido, da non confondere con il salato. Si tratta di un gusto intenso, dolce e piacevole per il palato, e deriva soprattutto dalla carne, dal pesce, e dei prodotti caseari. È presente anche nelle verdure. Per questo motivo l’umami viene identificato con il gusto delle proteine.
Questo è quanto viene elaborato per produrre prodotti vegani come surrogati di carne, pesce e quant’altro. Nel caso specifico dell’aragosta vegana. Ovviamente ognuno è libero di mangiare quello che vuole, anche dei surrogati di carne e pesce, ma non sono né carne né pesce. Semplicemente non bisogna demonizzare i prodotti di origine animale, solo perché le lobby e il lobbismo stanno prendendo il sopravvento.
Alfonso Piscopo
Dir. Veterinario asp Agrigento
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