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Il vice ministro degli Esteri russo Sergei Ryabkov risponde alla decisione statunitense di sistemare missili a lungo raggio in Germania dal 2026. Ben tornati nella guerra fredda

La Russia potrebbe considerare il dispiegamento di missili nucleari in risposta alla decisione degli Stati Uniti di posizionare missili a lungo raggio in Germania a partire dal 2026. Il vice ministro degli Esteri russo, Sergei Ryabkov, ha affermato di non escludere nulla riguardo alla possibilità di rispondere con misure adeguate. “Se le autorità tedesche credono che sia ragionevole portare avanti attività incendiarie sulla base, come dicono, di quello che abbiamo noi a Kaliningrad, allora risponderemo con le misure di rappresaglia che riterremo opportune”, ha dichiarato Ryabkov.

La Russia intende calibrare la sua risposta senza “vincoli interni” su quale sistema dispiegare, dove e quando, sottolineando che la loro vasta gamma di opzioni non è volta a minacciare nessuno, ma a trovare il modo più efficace per rispondere alle nuove sfide. Ryabkov ha criticato l’Occidente per aver scelto la strada dell’escalation, accusando la Russia di violare la loro sicurezza senza giustificazioni valide.

Durante una conferenza stampa, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha ribadito che la Russia non ha mai rappresentato una minaccia per l’Unione Europea e ha difeso l’intervento in Ucraina come una difesa degli interessi russi in una situazione in cui i Paesi della UE hanno rifiutato di dialogare apertamente con la Russia. Peskov ha commentato le dichiarazioni della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, che ha espresso la necessità di una difesa comune della UE per proteggersi dalla minaccia russa, come un segnale di militarizzazione dell’Unione Europea.

Peskov ha sottolineato che l’annuncio di von der Leyen dimostra l’intenzione dei Paesi europei di prepararsi allo scontro e di ricorrere a metodi di confronto nella loro politica estera. Ha aggiunto che il lavoro dell’UE si inserisce nell’interazione dei Paesi membri nel quadro dell’Alleanza Atlantica, segnalando un cambiamento di priorità verso un approccio più militare.

Una cosa è certa: tutto quanto sta accadendo è esattamente uguale al tempo della guerra fredda, con la differenza che al momento in Europa vi è una guerra in corso.

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(con fonte AdnKronos)

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