Biden autorizza consegna nuove armi a Israele nonostante gelo con Netanyahu
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Il presidente americano approva un nuovo pacchetto militare per Israele mentre continuano i colloqui per la liberazione degli ostaggi
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha dato il via libera alla consegna di nuove armi e aerei da guerra a Israele, nonostante le tensioni con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. La decisione è stata riportata dal Washington Post, citando funzionari del Pentagono e del Dipartimento di Stato sotto anonimato.
Il nuovo pacchetto di aiuti militari include oltre duemila bombe e 25 caccia F35. Tra gli armamenti previsti, figurano 1.800 bombe MK84 da 2.000 libbre e 500 bombe MK82 da 500 libbre. Questa mossa arriva in un momento critico, mentre Israele continua a perseguire un’offensiva nell’area di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza.
Tuttavia, Netanyahu sembra essere aperto al dialogo diplomatico per garantire la liberazione degli ostaggi nel contesto dell’intesa sul cessate il fuoco. A tal fine, ha autorizzato l’invio di due delegazioni israeliane a Doha e Il Cairo per negoziare l’accordo sugli ostaggi nei prossimi giorni.
I colloqui ad alto livello tra funzionari statunitensi e israeliani su potenziali operazioni militari a Rafah potrebbero svolgersi a Washington già lunedì. La Casa Bianca è disponibile a una riprogrammazione dei colloqui per agevolare la situazione, considerando anche la scadenza imminente per la progettazione di una nuova legge israeliana sulla coscrizione degli ebrei ultra-ortodossi.
Nel frattempo, la situazione nella regione si fa sempre più tesa. Un raid attribuito ad Israele ha colpito la provincia di Aleppo, nel nord della Siria, causando oltre 40 morti, tra cui sei membri di Hezbollah. Questo è stato il più pesante attacco israeliano in Siria degli ultimi tre anni, secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani.
Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha annunciato un’espansione della campagna militare contro Hamas, dichiarando che Israele intensificherà gli attacchi ovunque operi l’organizzazione, incluso il Libano e la Siria. Le dichiarazioni di Gallant sono giunte dopo che un alto comandante di Hezbollah è stato ucciso in un attacco con un drone israeliano nel sud del Libano.
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(con fonte AdnKronos)
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