Washington prepara colloqui con Israele, in discussione operazione a Rafah
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Potrebbero svolgersi lunedì prossimo a Washington. Netanyahu e il suo governo propongono forza multinazionale per Gaza
Funzionari americani e israeliani potrebbero incontrarsi lunedì prossimo a Washington per discutere l’annunciata operazione di Israele a Rafah, nella Striscia di Gaza. Secondo fonti americane citate dalla Cnn, la delegazione israeliana ha proposto di posticipare i colloqui a lunedì, considerando la scadenza del 31 marzo per l’elaborazione di una nuova legge sulla coscrizione obbligatoria per gli ebrei ultra-ortodossi.
Nonostante la tensione, Israele ritiene essenziale l’offensiva a Rafah, ma il primo ministro Netanyahu cerca anche canali diplomatici per garantire la liberazione degli ostaggi nel quadro dell’intesa sul cessate il fuoco. Tuttavia, non è chiaro se la delegazione sarà autorizzata a viaggiare negli Stati Uniti, poiché i piani potrebbero cambiare a seguito della richiesta di Netanyahu alla Corte Suprema israeliana di rinviare la scadenza per elaborazione della legge.
Intanto, secondo fonti israeliane ad Axios, il ministro della Difesa Gallant ha proposto a Washington la creazione di una forza multinazionale per Gaza, comprendente truppe arabe, per garantire l’ordine e scortare i convogli umanitari. Si tratta di un tentativo di ridurre la pressione per la questione degli aiuti, considerando la situazione di carestia segnalata dalle Nazioni Unite.
Gallant ha chiesto il sostegno politico e materiale degli Stati Uniti per questa iniziativa, discutendone con alti funzionari come il segretario alla Difesa Austin e il segretario di Stato Blinken. Tuttavia, i Paesi arabi al momento non sembrano disposti ad inviare truppe per proteggere i convogli umanitari, ma potrebbero considerare una forza di mantenimento della pace in futuro.
Nel frattempo, Israele si prepara ad entrare a Rafah, ribadendo l’impegno a liberare gli ostaggi. Netanyahu ha promesso che “nessun ostaggio resterà nella Striscia di Gaza”, anche se gli Stati Uniti sono contrari ad un’operazione terrestre che potrebbe mettere a rischio più di un milione di sfollati.
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(con fonte AdnKronos)
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