Lavorare in proprio senza commercialista: quali rischi si corrono?
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Hai deciso di aprire la Partita IVA e metterti in proprio, ti sei informato rapidamente in merito e ritieni che non sia obbligatorio pagare un commercialista. Tutto vero: puoi benissimo evitare di affidarti ad un professionista per l’apertura della Partita IVA così come per la gestione della tua contabilità. Ti consigliamo però di valutare con attenzione questa scelta, perché per quanto possa apparire allettante si rivela nella stragrande maggioranza dei casi un grande errore.
Lavorare in proprio senza avere un commercialista di riferimento per l’apertura formale della Partita IVA e per la futura predisposizione del Modello Unico significa esporsi a numerosi rischi, che non vale la pena sottovalutare, nemmeno se si ha intenzione di aderire al regime forfettario. Per quanto infatti le cose possano essere semplificate, in Italia non è mai semplice gestire la contabilità in autonomia e basta leggere questa guida introduttiva al regime forfettario per capire quanto in realtà le cose da sapere in merito siano davvero parecchie.
Quali rischi si corrono senza un commercialista
Vediamo nel dettaglio quali sono i rischi maggiori che corri se scegli di lavorare in proprio senza affidarti ad un commercialista.
#1 Sbagliare nella scelta del codice ATECO
Un errore molto comune, al momento dell’apertura della Partita IVA, è quello di sbagliare nella scelta del proprio codice ATECO. Al pari del regime fiscale, questo è un dettaglio che non puoi permetterti di sottovalutare perché indicare un codice ATECO che non corrisponde alla tua effettiva attività può portare a conseguenze molto serie (come sanzioni e via dicendo).
#2 Fare confusione con la dichiarazione dei redditi
Un grande rischio puoi correrlo anche e soprattutto nel momento della compilazione del Modello Unico, che deve essere effettuato tutti gli anni ed inviato per via telematica. Presentare la dichiarazione dei redditi in autonomia significa dover essere competenti in materia: sapere come compilare tutti i quadri e dove inserire i dati corretti. Non solo: bisogna effettuare delle verifiche ben precise, per essere certi di non trasmettere una dichiarazione non veritiera. Il rischio più comune è quello di commettere qualche errore, che può dipendere anche da una semplice svista, e trovarsi nel giro di qualche anno a dover sostenere delle spese davvero elevate. Se infatti si sbaglia, non si deve solamente pagare la differenza delle imposte ma anche la sanzione che, a seconda dei casi, può rivelarsi decisamente importante.
#3 Mancata presentazione della dichiarazione Intrastat
Un altro errore comune tra coloro che decidono di non affidarsi al commercialista è quello di effettuare operazioni che coinvolgono soggetti esteri. In questo caso è fondamentale presentare la dichiarazione Instrastat, obbligatoria anche per coloro che appartengono al regime forfettario. Se ti dimentichi di presentare la dichiarazione Intrastat, rischi una sanzione che può andare da 516 a 1.032 euro per ogni operazione che hai effettuato.
Conviene davvero fare a meno del commercialista?
Al giorno d’oggi non conviene fare a meno del commercialista, anche perché esistono servizi online come Fiscozen che hanno costi assai abbordabili. Con soli 299 euro è Iva, Fiscozen ti offre la gestione completa della P.IVA forfettaria e non rischi sanzioni per eventuali errori.
(AS)
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