
Opinioni contrastanti su candidatura leader alle Europee: Meloni in testa a preferenze
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L’analisi di Demopolis rivela che la decisione dei leader di partito di candidarsi alle elezioni europee senza recarsi a Bruxelles riceve giudizi contrastanti dagli elettori, con un impatto significativo sul consenso
Un recente sondaggio condotto da Demopolis ha mostrato un quadro contrastante delle opinioni degli elettori riguardo alla decisione dei leader politici di candidarsi alle elezioni europee senza prevedere di recarsi a Bruxelles. Mentre il 70% degli elettori di Fratelli d’Italia accetta la candidatura di Giorgia Meloni come capolista per rafforzarla politicamente, le valutazioni positive tra gli elettori del Partito Democratico e del Movimento 5 Stelle sono rispettivamente del 18% e del 3%.
L’analisi di Demopolis ha rivelato che la presenza dei leader in lista ha un impatto significativo sul consenso. Ad esempio, la candidatura di Giorgia Meloni ha portato a un aumento di oltre 2 punti percentuali per Fratelli d’Italia. Le candidature di Elly Schlein e Antonio Tajani, sebbene di minor impatto, avrebbero comunque fatto guadagnare circa mezzo punto al Partito Democratico e a Forza Italia.
Tra le candidature discusse, quella del generale Roberto Vannacci ha ricevuto opinioni contrastanti. Mentre il 68% degli elettori della Lega e il 40% di quelli di Fratelli d’Italia ritengono opportuna la sua candidatura in Europa, solo il 5% degli elettori del Movimento 5 Stelle e il 2% di quelli del Partito Democratico condividono questa opinione.
Se si votasse oggi per le elezioni europee, Fratelli d’Italia si confermerebbe come primo partito nel Paese con il 27,2%, seguito dal Partito Democratico con il 20,7% e dal Movimento 5 Stelle con il 15%. Forza Italia e Noi Moderati si attesterebbero all’8,6%, mentre la Lega al 15%. Altre liste si posizionerebbero intorno al 4%, con Azione al 3,7%, la lista Libertà di Cateno De Luca al 2,8% e la lista per la Pace di Michele Santoro al 2,2%.
Pietro Vento, direttore di Demopolis, ha spiegato che per la maggioranza degli italiani le scelte di voto saranno influenzate principalmente dal partito e dalle questioni politiche interne, mentre solo una minoranza terrà conto del programma per l’Europa delle forze politiche in campo.
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(con fonte AdnKronos)
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