
Israele-Hamas, nuovi colloqui in Qatar: ostacoli sull’accordo per ostaggi e cessate il fuoco
Delegazione israeliana a Doha per negoziati indiretti. Netanyahu in partenza per Washington, ma giudica “inaccettabili” le richieste di Hamas. Intanto, Israele approva l’ingresso di aiuti nel nord di Gaza
Una delegazione israeliana è attesa oggi a Doha per un nuovo ciclo di negoziati indiretti con Hamas, con l’obiettivo di raggiungere un’intesa su uno scambio di ostaggi e su un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Lo ha annunciato l’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu, che ha nel frattempo confermato la sua partenza per Washington, dove incontrerà domani il presidente americano Donald Trump.
La missione diplomatica si svolge in un contesto di crescente tensione. Netanyahu ha definito “non accettabili” gli emendamenti proposti da Hamas alla bozza di accordo presentata dall’inviato statunitense Steve Witkoff. Il piano americano prevede la liberazione di circa la metà degli ostaggi ancora vivi e di una parte dei corpi dei deceduti, da restituire in cinque fasi distribuite su un periodo di 60 giorni.
Secondo fonti vicine al dossier, Hamas avrebbe avanzato tre richieste aggiuntive: la prosecuzione dei colloqui fino al raggiungimento di un cessate il fuoco permanente, il ripristino completo degli aiuti umanitari attraverso canali internazionali riconosciuti e il ritiro delle forze israeliane alle posizioni precedenti alla fine della tregua di marzo.
Nonostante il rigetto di queste modifiche da parte di Israele, la delegazione partirà comunque per il Qatar, confermando la volontà di proseguire il dialogo.
Parallelamente, il gabinetto di sicurezza israeliano ha autorizzato nella notte l’invio di aiuti umanitari nella parte settentrionale di Gaza. Non è ancora chiaro se la distribuzione sarà affidata alla Gaza Humanitarian Foundation, sostenuta da Israele e Stati Uniti, o a enti collegati alle Nazioni Unite, come richiesto da Hamas. Due ministri, Bezalel Smotrich e Itamar Ben Gvir, si sono opposti alla decisione, temendo un rallentamento nel piano di ricollocazione della popolazione palestinese verso sud.
Intanto, sul fronte libanese, Hezbollah ha ribadito la propria linea di intransigenza. In un discorso pronunciato durante le celebrazioni dell’Ashura, il leader del movimento sciita, sceicco Naim Qassem, ha escluso qualsiasi forma di disarmo o accordo con Israele, denunciando le pressioni internazionali e dichiarando che la resistenza continuerà “a ogni costo” per difendere il Libano.
Il quadro resta dunque instabile, con i negoziati che si svolgono su uno sfondo di forti tensioni regionali e con molti nodi politici ancora da sciogliere.
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(con fonte AdnKronos)
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