
Nuove analisi sul Dna della garza trovata nella bocca di Chiara Poggi confermano contaminazione
Le tracce genetiche rinvenute sono compatibili con l’assistente del medico legale e si tratta di contaminazioni, non di un secondo autore
Le ripetute analisi sul materiale genetico rinvenuto nella garza prelevata dalla bocca di Chiara Poggi, la giovane uccisa a Garlasco nel 2007, confermano che si tratta di una contaminazione e non di una traccia attribuibile a un eventuale secondo assassino.
Secondo quanto appreso dall’Adnkronos, nelle prove si riscontra una frazione limitata di Dna compatibile con l’aplotipo di Ernesto Gabriele Ferrari, assistente del medico legale, insieme a un’altra porzione dello stesso Ferrari contaminata da materiale genetico non identificato, ma la quantità è talmente residua da escludere dubbi: è contaminazione.
La genetista incaricata dall’autorità giudiziaria, Denise Albani, ha chiesto ulteriori dettagli al medico legale Dario Ballardini riguardo al modo in cui è stato eseguito il prelievo durante l’autopsia. Si tratta infatti di una garza utilizzata in sala autoptica, e non di un tampone sterile, il cui scopo era semplicemente acquisire materiale genetico della vittima per il confronto con tracce ematiche trovate sulla scena del crimine.
Secondo l’ex comandante del Ris di Parma, Luciano Garofano, consulente di Andrea Sempio (indagato per l’omicidio), la garza è stata contaminata prima del prelievo, e quindi le tracce di Dna maschile mascherano l’assenza di un secondo autore dell’omicidio. Garofano spiega che i cinque prelievi effettuati mostrano tracce compatibili con Ferrari o contaminazioni multiple, ma nessuna riconducibile ad Andrea Sempio.
L’ipotesi più plausibile è quindi che la garza sia stata contaminata in sala autoptica in modo inconsapevole, vista la quantità infinitesimale di Dna maschile e la natura del prelievo, che non richiedeva particolare attenzione per evitare contaminazioni.
Garofano conclude sottolineando che non esistono elementi che possano confermare la presenza di un secondo uomo coinvolto, definendo le ricerche di tale “fantasma” prive di fondamento.
Per l’omicidio di Chiara Poggi, condannato in via definitiva a 16 anni di carcere, è stato l’allora fidanzato Alberto Stasi.
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(con fonte AdnKronos)
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