
Governo in prima linea contro l’evasione fiscale: attesi a fine marzo i risultati del riordino fiscale
Il viceministro al Mef Maurizio Leo espone i progressi nella lotta all’evasione fiscale e annuncia un possibile taglio Irpef per il ceto medio, in attesa delle verifiche sui debiti fiscali
Il governo si è posto come obiettivo prioritario il contrasto all’evasione fiscale e l’alleggerimento della pressione sui contribuenti onesti. In occasione della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario tributario 2025, il viceministro al Mef Maurizio Leo ha evidenziato i progressi ottenuti grazie alla riforma fiscale, delineando i prossimi passi.
Tra gli interventi principali, il nuovo corso del governo sulle verifiche ex ante ha già prodotto risultati concreti: nei primi due mesi del 2025, il numero dei contenziosi fiscali è sceso del 19% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In alcune corti del Sud, la riduzione ha raggiunto addirittura il 50%.
I punti centrali della riforma fiscale
Maurizio Leo ha confermato che il governo è determinato a combattere l’evasione fiscale, che attualmente oscilla tra gli 80 e i 100 miliardi di euro. Accanto alla riduzione delle aliquote da 4 a 3 e al taglio del cuneo fiscale, il governo punta anche a semplificare il sistema fiscale, con l’obiettivo di creare un contesto più favorevole per attrarre capitali dall’estero. Tra gli strumenti in fase di implementazione, il concordato preventivo biennale e la cooperative compliance stanno già producendo i primi frutti.
Attesa per la verifica sui crediti fiscali
Un altro tassello fondamentale della strategia del governo riguarda lo stock di debiti fiscali, che ammonta a 1.275 miliardi di euro. La Commissione tecnica istituita presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze è impegnata nella ricognizione dei crediti non riscossi, e i risultati di questo lavoro saranno cruciali per decidere come intervenire, con la possibilità di abbandonare alcune posizioni, gestirne altre in modo diverso e, in alcuni casi, procedere con una nuova rottamazione.
La prudenza rimane d’obbligo, poiché gran parte dei debiti riguarda soggetti defunti o falliti, ma si apre comunque la possibilità di un recupero consistente. In base alle risorse che si renderanno disponibili, si valuterà l’opportunità di procedere con un taglio dell’Irpef per i redditi fino a 50-60mila euro.
Taglio delle tasse: una decisione attesa
La disponibilità di risorse sarà determinante per l’eventuale riduzione dell’Irpef. Attualmente, il governo può contare su 1,6 miliardi di euro derivanti dal concordato preventivo biennale conclusosi a dicembre 2024, oltre ai potenziali incassi del ravvedimento speciale, la cui scadenza è fissata al 31 marzo 2025.
Solo alla fine del mese, con l’esito della verifica tecnica sui crediti fiscali, sarà possibile capire se vi siano le condizioni per attuare una riduzione delle imposte per il ceto medio.
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(con fonte AdnKronos)
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