Malattia sconosciuta del Congo: ipotesi forma molto contagiosa di malaria
Le prime conferme sul legame tra la misteriosa malattia del Congo e una forma di malaria provengono dall’Italia, mentre si intensificano le indagini per chiarire l’origine del focolaio che ha causato decine di morti
Si fa sempre più forte l’ipotesi che dietro la malattia sconosciuta che ha colpito una remota provincia della Repubblica Democratica del Congo ci sia una forma altamente contagiosa di malaria. Ad avvalorare questa tesi sono stati i primi accertamenti condotti in Italia sulla morte di un uomo di 55 anni, residente nel Trevigiano, rientrato di recente da un viaggio nella zona colpita.
Oggi, il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, ha dichiarato che “dai primi riscontri sembra trattarsi di malaria”, anche se i medici dell’Istituto Spallanzani attendono i risultati definitivi degli esami. Questo caso italiano sembra confermare quanto ipotizzato dalle autorità sanitarie del Congo, che avevano avanzato il sospetto che il focolaio responsabile di oltre 30 decessi e più di 400 contagi fosse legato a una forma di malaria particolarmente aggressiva.
Nelle ultime settimane, la malattia misteriosa ha colpito una zona remota a circa 700 chilometri dalla capitale Kinshasa, in una regione caratterizzata da scarse infrastrutture sanitarie e difficili collegamenti. La situazione è resa ancora più critica dalla mancanza di risorse mediche locali adeguate per gestire un’epidemia di tali proporzioni. Le autorità del Congo stanno monitorando l’evoluzione del focolaio e hanno chiesto assistenza internazionale per arginare la diffusione della malattia.
Secondo il rapporto OMS del 2021, la malaria rappresenta ancora una delle principali minacce sanitarie globali, con 247 milioni di nuovi casi registrati nel mondo, di cui il 95% in Africa. La malattia, causata dal parassita Plasmodium, viene trasmessa attraverso la puntura di zanzare infette del genere Anopheles. Se non trattata tempestivamente, può evolvere in forme gravi, come la malaria cerebrale, con un tasso di mortalità elevato.
Il Ministero della Salute italiano ha avviato un’attenta sorveglianza sui possibili casi di malaria importati nel Paese, in particolare tra i viaggiatori di ritorno dalle aree tropicali. Anche se in Italia la malaria è stata debellata da decenni, la presenza di zanzare del genere Anopheles solleva preoccupazioni per una possibile ricomparsa locale, soprattutto in un contesto di cambiamenti climatici che favoriscono l’aumento delle temperature e l’espansione degli habitat delle zanzare vettori.
Le zanzare Anopheles, storicamente responsabili della diffusione della malaria in Italia, sono state individuate recentemente in alcune regioni del Sud. Tuttavia, secondo l’Istituto Superiore di Sanità, non ci sono segnali di un rischio imminente di epidemie locali.
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(con fonte AdnKronos)
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