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“la liberté, l’égalité, la fraternité” … mais avec amertume, je découvre que ces mots ne s’appliquent pas à mon fils

Contro i sistemi pedagogici e più in generale per tutto quello che riguarda la scuola, l’Italia è sempre accusata di inefficienza ma pare che i fratelli francesi abbiano lacune anche peggiori.  Infatti è in atto la rivolta dei genitori che lamentano un trattamento vergognoso nelle strutture scolastiche, riservato ai ragazzi con difficoltà di apprendimento.

Pubblichiamo di seguito una delle lettere recapitate in redazione,  dirette ai leader politici e istituzionali francesi, che ben fa comprendere la disperazione di chi si trova a dover educare e formare il proprio figlio in condizioni assolutamente non idonee.

Lettre à nos responsables politiques et institutionnels

Lettera ai nostri leader politici e istituzionali

Permettetemi di scrivervi per capire meglio come funziona l’educazione inclusiva e in quali termini, soprattutto nelle scuole medie e superiori, per gli studenti con difficoltà di apprendimento dovute a tda-h (problemi di apprendimento con o senza iperattività), dys (.dislessia, dis-ortografia, dis-grafia, dis-calculia)

Sono la madre di tre bambini che frequentano la scuola nel dipartimento xx. Siamo arrivati in Francia nel 2014, dopo che i ragazzi avevano frequentato rispettivamente i 3 e 4 anni di scuola primaria italiana. Per i miei due figli che non hanno difficoltà di apprendimento tutto sta andando molto bene ma per il ragazzo che invece ha delle problematiche , è un inferno in cui, senza alcuna responsabilità da parte sua, ha trascinato tutta la famiglia. Dalla scuola elementare alla scuola superiore, è stato un susseguirsi di fallimenti, non di mio figlio, ma delle scuole. Da quello che vedo intorno a me, molte famiglie hanno bambini umiliati e molestati dal sistema scolastico. Nonostante tutti gli sforzi compiuti, non c’è soluzione.

In breve, per alcuni tipi di disabilità si trovano soluzioni, per le casistiche sopra citate di disabilità, al contrario, inseriscono i bambini in classi da 30 a 32 studenti, con insegnanti allo stremo delle forze, che non hanno in gran parte nessuna intenzione, nessuna possibilità e nessuna formazione per sostenere la pedagogia adattata all’apprendimento di chi si trova in difficoltà.

Ho letto della preoccupazione e dell’attenzione che l’accademia sta dedicando all’abbandono scolastico, ma non leggo nulla di pari interesse quando questo abbandono riguarda bambini tdah, dys o peggio HP (ragazzi hight potential, ad alto potenziale, troppo intelligenti per essere inseriti nel circuito scolastico “normale”). Devo quindi credere che ci sia una profonda discriminazione all’interno, forse solo per ignoranza o per mancanza di informazioni, eppure noi famiglie paghiamo le tasse come tutti gli altri, tasse che vengono utilizzate anche per dare accesso all’istruzione dei nostri figli, a tutti i bambini, indipendentemente dalla loro condizione.

La Francia è conosciuta in tutto il mondo per “libertà, uguaglianza, fraternità”….. ma con amarezza, scopro che queste parole non si applicano a mio figlio.

I bambini come i nostri, lo stato li obbliga a essere etichettati come Handicappati, quando l’handicap vero invece appartiene alla scuola. I bambini realmente handicappati, con problemi motori o mentali, hanno classi speciali, al contrario i ragazzi che non hanno handicap ma solo una diversa capacità di apprendere, ad esempio con l’utilizzo di strumenti come supporti audio visivi al posto del cartaceo, invece non hanno classi per le loro caratteristiche. Vengono inseriti con gli altri ma non vengono seguiti. I ragazzi hanno bisogno di strumenti compensativi, come pc, cuffie, prestampati con caratteri diversi, esistono strumenti di auto lettura o aiuto alla scrittura per i Dys, ma troppe volte le scuole non ne sono dotate così come hanno programmi adattati che vengono disattesi.

Ci sono addirittura scuole aperte dai genitori, con l’obiettivo di dare ai loro figli la possibilità di imparare, di essere educati, di essere formati come tutti gli altri bambini francesi. Scuole che rimangono per la maggior parte delle persone troppo costose, “discriminazione economica”, o scuole che cercano di far fronte al fallimento istituzionale ma che fanno molta fatica ad accogliere i bambini. Scuole con lunghe liste d’attesa e scuole lasciate sole e “in difficoltà” dal sistema, che al contrario dovrebbe sostenerle con grande entusiasmo. Ci sono scuole con metodi di insegnamento eccezionali ed evoluti che ottengono risultati agli esami di stato persino migliori di quelli delle scuole tradizionali.

Tuttavia, nulla si muove.

Privare i bambini intelligenti come tutti gli altri, se non spesso più intelligenti, dell’opportunità di sfruttare le loro innegabili qualità fa parte della legalità, della democrazia? Lasciando l’aspetto puramente “etico” del problema, passiamo all’aspetto economico. Che cosa pensano le istituzioni del costo che le famiglie devono sostenere, quando possono, per aiutare questi bambini a ricevere ciò che in teoria è “garantito” dalla costituzione in termini di “diritto” allo studio?

Psicologi, psichiatri, neuropsichiatri, terapisti occupazionali, terapie comportamentali, cure mediche, supporto accademico e di recupero.  Quanto spende lo Stato per i rimborsi?

Non sarebbe molto più utile ed economico nel lungo termine investire in scuole con insegnanti e personale medico qualificati e pedagogia adeguata?

L’inserimento di questi bambini nel sistema scolastico tradizionale non funziona, rimane una chimera, le parole rimangono senza risultati concreti, con rare e felici eccezioni.

Allora, cosa vogliamo fare?

Continuiamo sulla strada degli annunci, dei programmi non realizzati, degli strumenti di compensazione non attivati, continuiamo ad avere bambini espulsi, depressi, abbandonati e costretti ad accontentarsi del minimo disponibile, anche se possiedono qualità riconosciute in tutto il mondo?

Che spreco, in ogni modo e da ogni punto di vista.

 

 

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