
Tre nuovi esopianeti scoperti nel “deserto dei Nettuniani caldi”
Ricercatori italiani confermano tre mondi extrasolari con caratteristiche uniche grazie al programma Honei
Roma – Un team internazionale guidato dall’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e dall’Università di Roma Tor Vergata ha confermato e caratterizzato tre nuovi esopianeti appartenenti alla categoria dei “Nettuniani caldi”, pianeti simili a Urano e Nettuno ma in orbite estremamente ravvicinate alle loro stelle. Le scoperte sono frutto del programma Hot Neptune Initiative (Honei), condotto con gli spettrografi Harps e Harps-N in Cile e alle Canarie, integrando i dati del telescopio spaziale Tess della Nasa.
Toi-5800 b, il più eccentrico mai osservato
Tra i tre pianeti, spicca Toi-5800 b, un sub-Nettuno con un periodo orbitale di soli 2,6 giorni, raggio pari a 2,5 volte quello terrestre e massa circa 9,5 volte maggiore. L’elemento che lo rende unico è la forte eccentricità orbitale, insolita per corpi così vicini alla stella, normalmente “circolarizzati” dalle forze mareali. Secondo i ricercatori, potrebbe trovarsi ancora in fase di migrazione orbitale o essere perturbato da un altro corpo celeste non ancora identificato.
Altri due pianeti in orbite strette
Il secondo esopianeta, Toi-5817 b, completa un’orbita in circa 15,6 giorni ed è particolarmente adatto per studi atmosferici grazie alla luminosità della sua stella ospite. Il terzo, Toi-5795 b, è un “super-Nettuno caldo” con periodo orbitale di 6,14 giorni intorno a una stella povera di metalli e leggermente più grande del Sole. Questo pianeta, scoperto da Tess e caratterizzato con lo spettrografo Harps, si colloca al confine del “deserto dei Nettuniani caldi” e sfida i modelli tradizionali di formazione planetaria.
Nuove prospettive per l’astrofisica
“Questi risultati gettano nuova luce sui processi di migrazione e perdita atmosferica, cruciali per comprendere la formazione di mondi simili”, spiega Luca Naponiello, primo autore e fondatore del programma Honei. Le scoperte, pubblicate sulla rivista Astronomy & Astrophysics, aprono la strada a futuri studi con il telescopio spaziale James Webb e i telescopi terrestri di nuova generazione come l’Extremely Large Telescope, fondamentali per indagare la diversità dei sistemi planetari e la storia evolutiva del nostro stesso Sistema solare.
LE ULTIME NOTIZIE
(con fonte AdnKronos)
-
News23 ore ago
Aggiornamento esplosione a Castel d’Azzano: morti tre carabinieri, 15 feriti
-
News24 ore ago
Omicidio di Paolo Taormina, autopsia conferma: ucciso con un colpo alla nuca
-
In Evidenza23 ore ago
Venezuela, Maria Corina Machado: “Maduro dovrà lasciare il potere”
-
Primo Piano23 ore ago
Israele intensifica pressioni per restituzione ostaggi morti a Gaza