
Giornata Mondiale delle Api: Wwf lancia l’allarme sul crollo degli impollinatori
Il 40% degli insetti impollinatori rischia l’estinzione. Senza di loro, a rischio biodiversità, alimentazione e salute pubblica
Oggi, 20 maggio, si celebra la Giornata Mondiale delle Api, istituita dalle Nazioni Unite nel 2018 grazie all’iniziativa della Slovenia per sensibilizzare sull’importanza degli impollinatori. La data ricorda la nascita di Anton Janša (1734–1773), pioniere sloveno dell’apicoltura moderna.
Quest’anno la ricorrenza assume un significato ancora più urgente: il Wwf ha diffuso il dossier Il futuro in un volo d’ape, lanciando un appello per salvare gli impollinatori, fondamentali per l’equilibrio degli ecosistemi e per la sopravvivenza dell’uomo. Secondo i dati, oltre il 40% degli impollinatori invertebrati è a rischio estinzione su scala globale; in Europa, quasi la metà delle specie è in declino e un terzo è già minacciato.
Gli impollinatori garantiscono il 75% delle colture alimentari e il 90% delle piante da fiore selvatiche. La loro scomparsa metterebbe in pericolo non solo la biodiversità, ma anche la nostra alimentazione quotidiana: alimenti come mele, fragole, pomodori, zucchine, mandorle e persino il cacao dipendono in larga parte dalla loro attività.
Il valore economico del “servizio ecosistemico” offerto dagli impollinatori supera di gran lunga quello dei prodotti diretti dell’apicoltura. Una sola colonia può generare oltre 1.000 euro in frutti e bacche impollinate, contro i circa 240 euro di miele e derivati.
Ma le conseguenze del declino vanno oltre l’ambiente. Uno studio pubblicato su Environmental Health Perspectives stima che la riduzione dell’impollinazione contribuisca già a circa 500.000 morti premature all’anno, a causa del calo nel consumo di frutta e verdura, e dell’aumento di malattie croniche legate a una dieta povera di nutrienti.
“La crisi degli impollinatori è una crisi che colpisce direttamente noi”, sottolinea Eva Alessi, responsabile Sostenibilità del Wwf Italia. “Senza interventi concreti, il nostro sistema alimentare e sanitario sarà sempre più fragile. Servono azioni istituzionali forti: stop ai pesticidi più dannosi, più agricoltura biologica, più agroecologia e più aree protette”.
In questa direzione si inserisce la Nature Restoration Law, approvata dall’Unione europea, che punta al ripristino di almeno il 20% delle aree terrestri e marine entro il 2030, comprese quelle agricole. L’articolo 10 obbliga gli Stati membri a contrastare il declino degli Apoidei, dei Sirfidi e dei Lepidotteri, imponendo un monitoraggio continuo sullo stato di conservazione.
Per il Wwf, la chiave sarà l’attuazione concreta e ambiziosa di questa normativa: solo con interventi strutturali sarà possibile garantire la sopravvivenza degli impollinatori e, con essa, il nostro stesso futuro.
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(con fonte AdnKronos)
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