
Israele occupa Gaza City e annuncia nuovi insediamenti: cresce la tensione internazionale
Netanyahu avvia l’offensiva nella Striscia e autorizza piani edilizi in Cisgiordania. Meloni e Tajani condannano le decisioni di Tel Aviv
L’avvio dell’operazione a Gaza City – Israele ha dato inizio alla prima fase dell’occupazione di Gaza City, definita roccaforte di Hamas. La portavoce delle Forze di difesa israeliane, Effie Defrin, ha confermato che l’operazione Gideon’s Chariots, avviata lo scorso maggio, è entrata nella seconda fase con le truppe che hanno preso il controllo delle aree periferiche della città. Secondo fonti locali, centinaia di palestinesi stanno abbandonando i quartieri di Zeitoun e Sabra per spostarsi a nord-ovest, mentre l’esercito israeliano prepara l’ingresso a Jabalia e altre zone densamente abitate.
Il ministro della Difesa, Israel Katz, ha autorizzato l’avanzata dopo una riunione con il capo di Stato Maggiore Eyal Zamir e i vertici militari. Obiettivi dichiarati: liberare gli ostaggi ancora detenuti da Hamas, smantellarne le strutture militari, eliminare i leader del movimento e garantire una fascia di sicurezza permanente lungo il confine. L’esercito ha annunciato corridoi umanitari e aree di evacuazione, ma resta forte l’allarme per la sorte della popolazione civile.
Il piano di insediamenti in Cisgiordania – Parallelamente all’offensiva, il governo israeliano ha autorizzato la costruzione di circa 3.400 nuove unità abitative nella zona E1, un’area strategica di 12 km quadrati tra Gerusalemme Est e Maale Adumim. La decisione, resa nota dall’organizzazione Peace Now, rischia di spezzare in due la Cisgiordania e rendere quasi impossibile la formazione di un futuro Stato palestinese territorialmente connesso.
Il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich ha definito il progetto come lo strumento per “seppellire l’idea di uno Stato palestinese”, confermando la linea dura dell’esecutivo guidato da Benjamin Netanyahu.
Netanyahu: “Ostaggi e Hamas, due obiettivi inseparabili” – Il premier israeliano ha dichiarato in un videomessaggio di aver ordinato l’immediato avvio dei negoziati per il rilascio degli ostaggi, collegandolo alla conquista di Gaza City. “Sconfiggere Hamas e liberare i nostri ostaggi sono due obiettivi che camminano insieme”, ha affermato. Tuttavia, fonti del suo ufficio hanno precisato al Times of Israel che non è previsto, almeno per ora, l’invio di delegazioni in Qatar o in Egitto per trattative dirette su cessate il fuoco e prigionieri.
La posizione del governo italiano – La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha espresso “profonda preoccupazione” per la scelta di Israele di avviare l’occupazione di Gaza e di autorizzare nuovi insediamenti. “L’escalation militare non potrà che aggravare la situazione umanitaria già drammatica”, ha dichiarato la premier, ribadendo l’impegno italiano a favore del diritto internazionale e di una pace giusta e duratura. Meloni ha inoltre condannato la decisione sugli insediamenti, definendola “contraria al diritto internazionale” e dannosa per la prospettiva dei due Stati.
La condanna internazionale – Sul fronte diplomatico, il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha firmato con altri 20 Paesi e con l’Unione Europea una Dichiarazione congiunta che chiede a Israele di revocare immediatamente il piano edilizio in Cisgiordania. Nel documento si sottolinea come tale scelta mini la stabilità della regione e comprometta la soluzione a due Stati, ritenuta l’unica via per una pace duratura. Tajani ha sottolineato che la costruzione in E1 “dividerebbe il futuro Stato palestinese e ridurrebbe l’accesso dei palestinesi a Gerusalemme”.
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(con fonte AdnKronos)
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