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Attacco alla scuola Mustafa Hafez nel quartiere Al-Rimal. Hamas valuta proposta di tregua, ma chiede garanzie su aiuti e ritiro delle Idf
Dodici persone, in gran parte donne e bambini, sono state uccise oggi in un raid aereo israeliano che ha colpito una scuola nel cuore di Gaza. L’attacco ha centrato l’edificio Mustafa Hafez, situato nel quartiere occidentale di Al-Rimal, dove erano ospitati sfollati. A riferirlo è la Difesa civile palestinese, secondo cui si contano anche numerosi feriti. L’esercito israeliano, interpellato dall’agenzia Afp, ha fatto sapere che “sta esaminando” le segnalazioni.
Intanto, sul piano diplomatico, si registrano sviluppi importanti. Hamas ha accolto con favore la nuova proposta di cessate il fuoco avanzata con la mediazione degli Stati Uniti, anche se rimangono diversi nodi ancora irrisolti. Secondo quanto riportato da Asharq News, la risposta ufficiale del gruppo palestinese è attesa entro domani sera.
Tra i punti critici sollevati da Hamas ci sono l’ingresso degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza e il ritiro delle truppe israeliane dall’enclave. Tuttavia, il movimento ha affermato di voler esaminare la proposta “con responsabilità” e si è detto disponibile a un compromesso, purché siano salvaguardati gli interessi palestinesi.
Il piano promosso da Washington, secondo quanto rivelato dal New York Times, prevede un cessate il fuoco di 60 giorni articolato in cinque fasi. Durante questo periodo, Hamas dovrebbe rilasciare 10 ostaggi ancora in vita e restituire i corpi di altri 18 prigionieri deceduti. Un cambiamento sostanziale rispetto alla bozza di maggio, che contemplava la liberazione di tutti gli ostaggi nei primi sette giorni di tregua.
Sul fronte israeliano, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha ribadito la linea dura del governo, promettendo di “sradicare Hamas” nonostante le pressioni del presidente Donald Trump per un cessate il fuoco. “Li distruggeremo fino alle fondamenta. Libereremo tutti i nostri ostaggi”, ha dichiarato durante una visita ad Ashkelon, nel sud di Israele.
Dello stesso tenore le dichiarazioni del ministro della Difesa Israel Katz, che oggi si è recato a Rafah, al confine sud della Striscia, insieme al comandante del fronte Sud delle Idf, maggiore generale Yaniv Asor. “Hamas non è cambiata. I nostri obiettivi restano due: riportare indietro gli ostaggi e porre fine alla minaccia di Hamas. Non ci arrenderemo”, ha dichiarato Katz.
Mentre le diplomazie tentano di trovare una via d’uscita al conflitto, i bombardamenti continuano a colpire aree densamente popolate, aggravando una crisi umanitaria già al limite.
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(con fonte AdnKronos)
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