
Trump minaccia nuovi dazi: “L’Ue è cattiva, il Canada copia. Pagheranno”
Il presidente Usa pronto a reintrodurre tariffe commerciali contro Bruxelles e Ottawa. Nel mirino le Digital Services Taxes su Apple, Google, Amazon
Donald Trump torna ad agitare lo spettro della guerra commerciale. A pochi giorni dalla scadenza del 9 luglio, che potrebbe segnare la fine dello stop temporaneo alle tariffe contro l’Unione Europea, il presidente degli Stati Uniti alza la voce anche contro il Canada, accusato di colpire le big tech americane con una nuova Digital Services Tax (DST).
“L’Ue è molto cattiva, ma presto imparerà a non esserlo. Sanno cosa sta per succedere”, ha dichiarato Trump, ribadendo che il blocco europeo è stato “creato per ottenere vantaggi commerciali contro gli Stati Uniti” e minacciando tariffe del 50% se Bruxelles non accetterà un nuovo accordo. “Non volevano negoziare, poi hanno iniziato a chiamare subito”, ha aggiunto, riferendosi ai contatti con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
Nel mirino anche i giudici europei, accusati di imporre “multe spaventose” a società come Apple e Google. “I loro giudici lavorano per l’Ue, non voglio che le nostre aziende paghino il prezzo per questa gente cattiva”, ha detto Trump.
L’attacco più diretto, però, è al vicino settentrionale. “Il Canada sta copiando l’Europa”, ha affermato, riferendosi alla tassa sui servizi digitali annunciata da Ottawa, che colpisce giganti come Meta, Amazon, Microsoft, Apple e Google, tassandoli indipendentemente dal successo economico.
Trump ha denunciato la misura come un “attacco diretto e sfacciato”, minacciando di interrompere ogni negoziato commerciale con Ottawa. “Faremo sapere al Canada quale sarà il dazio che dovranno pagare entro sette giorni”, ha avvertito.
Il primo ministro canadese Mark Carney ha cercato di smorzare i toni: “Continueremo a negoziare nell’interesse dei canadesi. È un negoziato complesso”.
Trump ha annunciato che entro metà luglio alcuni Paesi riceveranno una lettera con i dazi da applicare, e ha lasciato intendere che la scadenza del 9 luglio non è vincolante: “Possiamo accorciarla, estenderla, fare quello che vogliamo. A me piacerebbe inviare lettere e dire: ‘Congratulazioni, pagate il 25%’”.
Infine, ha fatto sapere che sono già stati raggiunti accordi con 4 o 5 Paesi, tra cui Cina e Regno Unito, e che “altri seguiranno presto”.
Il messaggio della Casa Bianca è chiaro: chi non si adeguerà alle condizioni americane sarà colpito da nuove tariffe. La linea dura di Trump in vista del voto si consolida, ancora una volta, su una diplomazia commerciale muscolare.
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(con fonte AdnKronos)
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