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Il ritorno ai servizi pubblici post-Covid ha portato a tempi di attesa prolungati negli uffici pubblici italiani, soprattutto per gli over 64 con minori competenze digitali
Un rapporto della Cgia sottolinea un aumento dei tempi di attesa negli uffici pubblici italiani, in particolare per gli over 64 che hanno minori competenze digitali. Tra il 2021 e il 2023, il numero di cittadini che si sono recati presso una Asl è aumentato del 12,9%, con un incremento del 24,4% di coloro che hanno atteso oltre 20 minuti. Analogamente, presso gli uffici anagrafe comunali, il numero di persone in attesa è cresciuto del 13,4%, con un aumento del 14,1% di coloro che hanno atteso più di 20 minuti.
A livello regionale, la Sicilia ha registrato il maggior numero di persone che hanno atteso oltre 20 minuti presso gli sportelli Asl (68,4%), seguita da Molise (67,6%) e Calabria (67,2%). Per gli uffici anagrafe, i comuni del Lazio hanno registrato il maggiore tempo di attesa, con il 44,1% degli over 18 che ha dichiarato di aver atteso oltre 20 minuti.
Il rapporto evidenzia anche differenze significative tra le dimensioni dei comuni, con quelli sopra i 50 mila abitanti che presentano un aumento del 36,4% delle attese oltre i 20 minuti negli uffici anagrafe. Inoltre, le persone che risiedono nelle aree centrali delle grandi Città Metropolitane hanno riportato un aumento del 55,5% nelle attese, rispetto al 23,8% nelle periferie.
Gli artigiani della Cgia sottolineano che la pubblica amministrazione italiana impone procedure amministrative complesse, secondo oltre l’80% degli imprenditori intervistati. Rispetto agli altri Paesi dell’Area dell’Euro, l’Italia mostra un sentiment negativo più accentuato, con un differenziale di quasi il 25% rispetto alla media dei 20 Paesi monitorati nel 2023. La richiesta di semplificare il quadro normativo attraverso l’abrogazione delle leggi più datate e l’adozione di testi unici è avanzata come soluzione per migliorare l’efficienza e ridurre gli oneri amministrativi.
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(con fonte AdnKronos)
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