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Un Raro Sistema con Sei Esopianeti Rimasti Intatti

Il telescopio spaziale Cheops dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) ha rivelato la presenza di un sistema stellare straordinario contenente sei esopianeti. Ciò che rende questa scoperta particolarmente preziosa è il fatto che il sistema è rimasto sostanzialmente invariato dalla sua formazione, avvenuta più di un miliardo di anni fa.

Cheops: Lo Sguardo Profondo nello Spazio

Lanciato il 18 dicembre 2019, Cheops (CHaracterising ExOPlanets Satellite) è un telescopio spaziale progettato per lo studio dei pianeti extrasolari attraverso il metodo del transito. Il satellite ha fornito dati cruciali per comprendere questo misterioso sistema di esopianeti, situato a circa 100 anni luce di distanza nella costellazione della Chioma di Berenice.

Ruolo Chiave dell’Italia nella Missione

L’Italia ha svolto un ruolo significativo nella missione Cheops. Il telescopio spaziale è stato progettato e costruito presso lo stabilimento di Leonardo a Campi Bisenzio, vicino a Firenze. Grazie al contributo di ingegneri, fisici e tecnici italiani, Cheops ha svolto un ruolo cruciale nella scoperta di questo straordinario sistema stellare.

Analisi dei Dati e Scoperta dei Pianeti

Inizialmente, i dati del satellite Tess della NASA avevano rilevato cali nella luminosità della stella HD110067, indicando il transito di pianeti. Tuttavia, grazie all’analisi combinata dei dati di Cheops, è emerso che il sistema ospita non solo due, ma ben sei esopianeti. La risonanza orbitale tra di essi ha fornito la chiave per comprendere l’intero sistema.

Significato Scientifico della Risonanza Orbitale

I sistemi orbitalmente risonanti sono rari e preziosi per gli astronomi. Rivelano dettagli cruciali sulla formazione e l’evoluzione dei sistemi planetari. Gli astronomi ritengono che solo circa l’1% di tutti i sistemi planetari rimanga in risonanza, rendendo HD110067 un oggetto di studio straordinario.

Futuri Studi e Osservazioni

La luminosità del sistema stellare HD110067 lo rende un candidato ideale per futuri studi sulla composizione delle atmosfere dei suoi esopianeti. Telescopi spaziali come il James Webb della NASA/Esa/Csa e i futuri telescopi Ariel e Platone dell’Esa potrebbero fornire ulteriori dettagli su questo sistema unico.

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(con fonte AdnKronos)

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