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Roma – 21 gennaio 2021 – Le novità sulla crisi di Governo, sulle ipotesi e sul prosieguo del lavoro dell’esecutivo, le reazioni e le decisioni aggiornate in tempo reale grazie alle news di AdnKronos

TIMELINE —-

19.48 – ”L’auspicio è un governo istituzionale guidato da una personalità come Draghi, che porti fuori il Paese dalla crisi economica spaventosa”, dovuta all’emergenza pandemica. “La previsione, invece, è che con il governo Conte l’agonia continua, aggravando ancor di più la nostra situazione economica…”. Marcello Pera è molto preoccupato della piega che potrebbe prendere la crisi di governo aperta dallo strappo di Matteo Renzi. Per l’ex presidente del Senato l’unico in grado di portare il Paese fuori dalle secche è Mario Draghi, che si metta alla guida di un governo di unità nazionale, altrimenti c’è solo il voto. ”Se non c’è la disponibilità di Draghi, vedo solo il voto, perché -sottolinea Pera- qualsiasi altra personalità di carattere politico avrebbe difficoltà ora a fare un governo di unità nazionale. Un uomo di partito, in questo momento, non ci riuscirebbe. Solo un grande tecnico fuori dai giochi politici come Draghi potrebbe salvarci, altrimenti non c’è altro sbocco che quelle delle urne. Anzi, secondo me, sarebbe di gran lunga meglio lo scioglimento del Parlamento adesso, in modo che ad aprile avremmo già un nuovo governo post elettorale”.

19.47- “Quale crisi di governo? Il presidente del consiglio non è andato a dimettersi e non lo farà mai. La crisi che c’è è quella economica. Noi abbiamo lo stesso Pil del ’99 dopo la pandemia. Di fronte a questa situazione, il mio personale suggerimento al presidente del Consiglio e tutti gli altri è: smettiamola di fare le polemiche che stanno facendo in queste ore. Se volete confrontarvi nelle sedi istituzionali noi vi abbiamo scritto, vi abbiamo fatto le proposte, ci siamo”. Lo dice Matteo Renzi a Piazzapulita in onda stasera su La7.

19.36 – “Oggi il centrodestra compatto ha manifestato al Presidente della Repubblica la sua preoccupazione per la gravità della situazione politica. Perché mentre l’emergenza sanitaria ed economica si abbatte sui cittadini, il voto di martedì ha dimostrato che il Governo non ha più una maggioranza compatta. E la nostra convinzione è che il problema non sia semplicemente il Governo ma questo Parlamento, che non può risolvere i problemi della Nazione e che non può dare all’Italia una maggioranza compatta per fare le cose coraggiose delle quali c’è bisogno”. Lo ha detto ai tg la leader di Fdi, Giorgia Meloni, al termine dell’incontro con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

19.34 – Il Consiglio dei ministri è convocato in data 21 gennaio 2021, alle ore 21.45, a Palazzo Chigi, per l’esame del seguente ordine del giorno: leggi regionali; varie ed eventuali. Lo si legge in una nota di Palazzo Chigi.

19.30 – La viceministra all’Economia Laura Castelli rilancia su Twitter il post di Luigi Di Maio, pubblicato dopo il presidente dell’Udc, Lorenzo Cesa, è stato indagato nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Catanzaro sulle cosche della ‘ndrangheta. “Il consolidamento del Governo non potrà avvenire a scapito della questione morale, dei valori che abbiamo sempre difeso e che sono fondanti del progetto del M5S”, il tweet del ministro agli Affari esteri rilanciato da Castelli.

19.13 – A quanto apprende l’Adnkronos, questa sera dovrebbe tenersi un Consiglio dei ministri, attorno alle 22 a Palazzo Chigi, subito dopo il vertice europeo in videoconferenza sul Covid a cui sta prendendo parte il premier Giuseppe Conte. Sul tavolo, riferiscono autorevoli fonti, dovrebbe esserci la delega ai servizi, il che spiegherebbe l’assenza del pre-consiglio, la riunione preparatoria del Cdm.

19.11 – “Abbiamo preparato dei documenti e delle proposte di legge che il governo farà proprie, se vorrà accettarle. Il premier ha spiegato che le leggerà, si è detto aperto a tutto, è stato molto alla mano”. Lo dice all’Adnkronos la deputata Piera Aiello, esponente del Gruppo Misto ex M5S, ricevuta oggi a Palazzo Chigi dal presidente Giuseppe Conte insieme ai colleghi Raffaele Trano ed Alessandra Ermellino, anche loro ex pentastellati del Misto non iscritti ad alcuna componente. “Abbiamo portato i temi dell’antimafia, che sono il mio pane quotidiano”, prosegue Aiello, testimone di giustizia entrata nel 2018 alla Camera con il Movimento 5 Stelle. “Il presidente del Consiglio non ci ha chiesto niente, noi abbiamo votato la fiducia solo ed esclusivamente dopo aver valutato che in questo momento non è il caso di andare al voto. Del resto, come si fa a fare una campagna elettorale durante la pandemia? Prima pensiamo al bene dei cittadini. Noi non abbiamo chiesto poltrone e non ci è stato offerto nulla. Noi siamo persone libere che vogliono lavorare per gli italiani”, conclude.

19.09 – “Ci fidiamo solo degli italiani, meglio investire due mesi di tempo dando la parola agli italiani e poi lavorare tranquilli per i prossimi 5 anni, non si possono rivedere le scene che hanno visto gli italiani al Senato questa settimana”. Così Matteo Salvini, in un video messaggio al termine dell’incontro del centrodestra al Colle, ribadendo la necessità di andare al voto. “Con tre milioni i italiani che rischiano di perdere il lavoro, 500mila negozi e imprese che hanno già chiuso, otto milioni di studenti e un milione di insegnanti in difficoltà, non si può continuare ad assistere alla compravendita dei senatori, a un governo senza idee, senza una visione, senza maggioranza, l’abbiamo detto al presidente della Repubblica”, conclude il leader della Lega.

18.45 – Il fair play potrebbe costare caro a Bruno Tabacci, che nelle elezioni 2018, per salvare Emma Bonino e la sua +Europa che rischiavano di restare fuori dalla competizione elettorale a causa della raccolta firme, cedette all’ex ministro degli Esteri il simbolo, ‘salvando’ i radicali. Ora Tabacci, che con il suo Centro democratico, al momento componente del gruppo Misto, lavora a diventare la ‘quarta gamba’ del governo Conte almeno a Montecitorio, potrebbe pentirsi del bel gesto. A meno che non riesca a raccogliere 20 deputati, tutti uniti per formare un gruppo autonomo a sostegno del premier e del suo governo. La questione è semplice. Alla Camera l’ex presidente Laura Boldrini non adottò le misure più stringenti assunte al Senato da Pietro Grasso: a Palazzo Madama per formare il gruppo sono necessari 10 senatori, ma è indispensabile si raccolgano sotto un simbolo che si sia presentato alle elezioni. Alla Camera, invece, 20 deputati possono formare un gruppo, dandosi un nuovo nome e contrassegno. Ma c’è un ma, ed è qui che spunta la possibile grana per i ‘volenterosi’ a cui si è appellato il presidente del Consiglio nelle sue comunicazioni alla Camera e al Senato. A Montecitorio l’unica deroga concessa per la nascita di un gruppo con meno di 20 onorevoli è stata prevista per Leu, che tuttavia aveva corso col proprio simbolo alle ultime elezioni, condizione sine qua non per ottenere il via libera dell’ufficio di presidenza. Che su Cd potrebbe piantare grane, visto che il contrassegno di Centro democratico compariva sì, ma solo all’interno del simbolo di ‘Più Europa con Emma Bonino’ presentatosi alle urne.

18.32 – “Caro Goffredo Bettini, in che modo il voto a due partiti europeisti è inessenziale per la vittoria degli europeisti? Avete una ben strana idea di democrazia. Chi non è con voi, è di destra. Noi non stiamo governando con gli alleati di Salvini e il Presidente del Consiglio di quel governo, tu sì”. Lo scrive su Twitter Carlo Calenda, leader di Azione.

18.15 – “Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani hanno manifestato al Presidente della Repubblica – a nome dell’intero centrodestra – la grande preoccupazione per la condizione dell’Italia: mentre emergenza sanitaria ed economica si abbattono su famiglie e imprese, il voto di martedì ha certificato l’inconsistenza della maggioranza. È convinzione del centrodestra che con questo Parlamento sia impossibile lavorare”. E’ quanto si legge in una nota del centrodestra diffusa dopo l’incontro al Colle tra Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani, con il capo dello Stato Sergio Mattarella. “Il centrodestra ha ribadito al presidente della Repubblica la fiducia nella sua saggezza”, si legge ancora.

18.08 – E’ appena terminato al Quirinale l’incontro tra il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e i leader del centrodestra. Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani sono rimasti con il capo dello Stato per un’ora circa.

17.39 – L’attuazione degli interventi previsti dal Recovery andrà portata avanti “attraverso il confronto con le parti sociali”. Ne è convinto il segretario generale Uil, Pierpaolo Bombardieri che domani verificherà , nel corso del tavolo di confronto convocato dal premier, Giuseppe Conte, l’effettiva volontà del governo di portare avanti un “dialogo sociale” con cui disegnare e monitorare gli interventi legati al piano di ripresa e resilienza.

“Cercheremo di capire se l’esecutivo ha intenzione di usare il dialogo sociale, che non è concertazione, ma un metodo necessario in un momento cosi drammatico per monitorare meglio lo sviluppo di quanto sarà deciso dal Recovery plan”, dice nel corso della presentazione del libro “Non sarà un pranzo di gala. Crisi, catastrofe, rivoluzione” dell’economista Emiliano Brancaccio. “Chiederemo peraltro al governo di allegare alla scheda degli interventi previsti dal Recovery l’impatto occupazionale per ciascun investimento ed un cronoprogramma reale. E sul lavoro testeremo la vicinanza o meno della posizione del governo con le nostre relativamente al superamento di certe politiche di riduzione dei salari e dei diritti. Non solo. Chiederemo anche quale sarà il percorso sulle politiche attive”.

17.33 – Tre ipotesi sul tavolo e in tutti tre i casi il centrodestra sarebbe in vantaggio. E’ quanto testato nel sondaggio di Alessandra Ghisleri di Euromedia Research per ‘Porta a porta’ su tre scenari di voto: la situazione attuale, lo scenario in cui in campo si presenterebbe il partito del premier Giuseppe Conte ed un terzo scenario in cui Conte fosse il leader del partito dei 5stelle. Nelle tre ipotesi testate il centrodestra distacca l’area di governo: 49% contro 36.5% nella situazione attuale; 46,9% contro il 38.4% nel caso in cui Conte formi il suo partito e 48.7% contro 39.6% con Conte alla guida dei 5Stelle. Anche i partiti avrebbero un effetto nelle percentuali a seconda dei tre scenari. Il Pd e i 5 Stelle, su tutti. Nel caso di una lista Conte, i dem dal 19,5% attuale scenderebbe al 10,6%, superato da Fdi. Mentre per i 5 Stelle: con un lista Conte scenderebbero al 10,4% (dall’attuale 14,6) mentre con il premier alla guida del Movimento salirebbero al 20,2%.

La Lega di Salvini, nel sondaggio della Ghisleri, rimane il primo partito (24.8% nella situazione attuale, 23.4% con Conte alla guida di una sua formazione politica e 24.5% con Conte leader M5S). Il Pd resta secondo partito italiano nella situazione attuale (19.5%) scende a terza formazione politica con il 10.6% nella seconda ipotesi con Conte capo di un suo partito ed è superato da Fdi che rimane stabile al 15.5% nelle tre ipotesi. Il Pd perderebbe di meno nel caso in cui i 5Stelle fossero guidati da Conte e si attesterebbe al 16.3% tornando seconda forza politica italiana. Il M5S ha, secondo il campione di Euromedia, avrebbe il 14.6% nel panorama attuale, scenderebbe al 10.4% con Conte alla guida di un suo partito che otterrebbe il 10.4% e salirebbe al 20.2% se l’attuale Premier guidasse il Movimento voluto da Grillo. Forza Italia oscilla d tra l’8 e il 7.3%. Italia Viva di Renzi, dopo lo strappo, avrebbe tra il 2.5 e il 2.8% sotto Azione di Carlo Calenda che otterrebbe tra il 3.7 e il 3.5%.

17.20 – “È evidente che questo consolidamento del Governo non potrà dunque avvenire a scapito della questione morale, dei valori che abbiamo sempre difeso e che sono fondanti del progetto 5 Stelle”. Lo scrive Luigi Di Maio in un post su Facebook. “Tutto il nostro sostegno al presidente Giuseppe Conte”, aggiunge il ministro degli Esteri M5S. “Con la stessa forza con cui abbiamo preso decisioni forti in passato, ora mi sento di dire che mai il M5S potrà aprire un dialogo con soggetti condannati o indagati per mafia o reati gravi”, ha scritto ancora.

17.17 – Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani sono arrivati al Quirinale, entrando con le autovetture all’interno del palazzo, dall’ingresso laterale di via della Dataria.

16.38 – “Non abbiamo tempo, dobbiamo ricostruire il perimetro della maggioranza e agire di conseguenza. Siamo in un paese che è nel pieno della pandemia, di tutto c’era bisogno tranne di una crisi di governo l’errore di Renzi è grave e rischia di costare caro”. Lo dice Anna Ascani del Pd a Zetaluiss.

16.38 – Una maggioranza Ursula è “può valere anche in Italia se c’è la volontà di tutti e ci si rende conto che questo obiettivo si può realizzare partendo da questa maggioranza”. Lo ha detto il vice segretario del Pd Andrea Orlando intercettato dalle telecamere davanti alla Camera dei deputati.

16.32 – “Se Conte non riuscirà a trovare i numeri necessari dovremo pensare ad altri tipi di governo e sono convinto che il centrodestra non possa sottrarsi a dare il proprio contributo”. Così il governatore di Regione Liguria e leader di Cambiamo! Giovanni Toti nel suo intervento alla trasmissione “Oggi e’ un altro giorno” di Rai 1. Secondo Toti il voto sarebbe programmabile “in una finestra estiva prima del semestre bianco – ha aggiunto – considero complesso andare ad elezioni ora, dobbiamo chiudere il Recovery Fund e i conti della sanità nelle regioni”.

16.01 – “E’ stato Renzi a creare questa condizione di precarietà e adesso non sa come uscirne”. Lo ha detto Goffredo Bettini a “Oggi è un altro giorno”, su Raiuno.

15.56 – “Si sono fatte mille illazioni sul mio conto, tutte prive di fondamento. Nella mia vita amo da sempre parlare con i fatti. Ho trovato opportuno bloccare il cellulare per evitare commenti fuori luogo. Ho votato contro la fiducia al governo Conte e così continuerò a fare restando all’interno del centrodestra”. Con queste parole la senatrice di Forza Italia Anna Carmela Minuto, interpellata da Affaritaliani.it, smentisce i rumor secondo i quali starebbe per lasciare il gruppo di Forza Italia a Palazzo Madama per sostenere il governo guidato da Giuseppe Conte.

15.35 – “Ora dobbiamo affrontare le emergenze. Poi vedremo, se in corso d’opera ci allarghiamo, con un’area liberale, moderata di centro, ben strutturata potremo pensare di arrivare a fine legislatura. Altrimenti il voto non ci fa paura”. Lo ha detto Goffredo Bettini a ‘Oggi è un altro giorno’. “La fiducia ce l’abbiamo. Se in queste settimane riusciamo a consolidare i numeri, avere maggior agio nella vita parlamentare, penso alle Commissioni, bene. Andremo avanti, si vara un Conte-ter, il presidente del Consiglio andrà da Mattarella e si farà quanto necessario. Però non è detto. Altrimenti il voto è lo sbocco naturale”..

15.31 – E’ appena terminato negli uffici della Lega del Senato un vertice del centrodestra. Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani, avrebbero fatto il punto in vista dell’incontro di stasera al Quirinale, con il capo dello Stato. Lega, Fi e Fdi sono al Colle dopo le 17. Intanto pranzo relax per Matteo Salvini, che con la fidanzata Francesca è stato avvistato presso il locale di proprietà della famiglia Verdini, a due passi dalla Camera.

15.14 – ”Non so come andrà a finire, perché la politica non si ripete mai uguale, è imprevedibile. La situazione non è delle migliori. Questo sostituire alla politica il pallottoliere, non porta nulla di buono. Penso che quando un Paese è in una pandemia come questa serve più solidarietà, non meno. Non puoi affidare i tuoi destini a 3-4 parlamentari uno dei quali quali si dichiara vegano e vuole il ministero dell’Agricoltura…”. Lo ha detto Pier Ferdinando Casini a ‘Un giorno da pecora’.

14.52 – Sempre convinto del no al governo? “Certamente, non c’è nessuna novità, nessun cambio di rotta rispetto ai disastrosi 16 mesi precedenti che hanno visto un arretramento gravissimo della lotta alla mafia. E’ facile per un Senato così applaudire Borsellino, che non opera più perché morto. Bisogna applaudire quelli che oggi lavorano, che sono scomodi. Non vedo motivi per cambiare la mia posizione”. Lo dice a ‘Un Giorno da Pecora’ su Rai Radio Uno il senatore del Gruppo Misto Mario Giarrusso, ex M5S.

14.38 – “Ho appreso, con estremo stupore, la notizia comparsa in un articolo de Il Corriere della Sera e su Libero Quotidiano in merito ad un mio ‘avvicinamento’ alla attuale maggioranza di Governo. Si tratta di una notizia priva di qualsiasi fondamento. Spiace constatare che i giornalisti non si siano preoccupati, e non abbiano sentito il dovere, di verificare quella che non è altro se non una semplice illazione”. Lo dichiara in una nota il senatore e coordinatore regionale di Forza Italia Lazio, Claudio Fazzone. “Sono sempre stato a disposizione di tutti e il mio telefono è sempre acceso. Sono sempre stato trasparente e leale ai valori che il mio partito rappresenta, concentrando ogni azione per mettere in campo politiche attive nell’esclusivo interesse dei territori e dei cittadini. Il trasformismo – conclude – è cosa che non mi appartiene come la mia storia personale e politica dimostrano. Per questo non posso accettare che si inneschino meccanismi di perversa lettura soprattutto in un momento in cui tutti, la stampa non è esente, abbiamo il dovere di dare ai cittadini certezze”.

14.38 – “C’è un patto che va rilanciato e se i parlamentari Iv vogliono continuare a giocare in questo campo bene venga”. Ma anche Matteo Renzi? “Mi piace chi sceglie con cura le parole da non dire e penso che mai come oggi sono state dette troppe parole, così è difficile ricucire”. Chi ha parlato troppo? Renzi? “In tanti. Io ho preferito il silenzio”. Lo dice Simona Malpezzi a Un Giorno da Pecora su Radio Rai Uno. “Noi non stiamo cercando senatori, cerchiamo di rafforzare la maggioranza. C’è una proposta in campo: rafforzare il governo con un patto di legislatura”. Con chi ha rapporti in Italia Viva? “Con tutti, ma uno dei miei più cari è Eugenio Comincini”. Mercoledì il governo va sotto su Bonafede? “Vedremo mercoledì. Penso che prima le persone vogliano ascoltare quello che Bonafede dirà”.

14.32 – “Non vedo lo spazio per grandissimi allargamenti e mi sembra difficile che Fi possa sostenere questo esecutivo. Purtroppo non si riuscirà a fare quel che serve al paese, cioè un governo di unità nazionale. Se non lo si fa ora quando?”. Lo ha detto a Rai Radio1, ospite di ‘Un Giorno da Pecora’, il senatore Pier Ferdinando Casini.

14.17 – “Facciamo spogliatoio e cambiamo squadra. Perché mercoledì il gioco si farà duro ed i duri cominceranno a giocare. Conte deve dimettersi, chiedere un nuovo incarico e domandare alle forze di maggioranza di rimettersi al lavoro. Puntando a tecnici d’area su giustizia, infrastrutture e scuola. Va replicata la modalità Manfredi (ministro dell’Università e della ricerca – ndr)”. A parlare all’Adnkronos è l’ex ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti che spiega: “Con un passaggio del genere sono sicuro che recupereremmo l’80 per cento dei parlamentari Iv, invece di fare campagna acquisti con Forza Italia o chissà dove”. “E’ interesse delle forze di maggioranza attuare un’operazione del genere, magari isolando Renzi che tra l’altro di fronte ad un governo autorevole avrebbe difficoltà ad andare all’opposizione – spiega l’ex ministro dell’Istruzione – Il presidente del Consiglio sta sbagliando perché sta cercando di pescare, producendo instabilità ed un governo raccogliticcio che gioca a favore del leader di Italia viva. Per governare – rimarca – servono una maggioranza bulgara, un presidente del Consiglio e due vice, Pd e 5s, ed una squadra di tecnici d’area. Non l’ennesimo accrocco in cui il governo è appeso a senatori ex pentastellati. Mi vergogno di questo tipo di cose”.

Quindi, rispetto a quanto scritto da Francesco Merlo su La Repubblica, precisa : “Io non costruisco ponti per Conte. Ho votato la fiducia e chiedo un governo autorevole mantenendo la maggioranza di centrosinistra, senza andare a pescare improbabili costruttori nel centrodestra”.

14.16 – “Con le dimissioni della Ministra Bellanova in questo momento di crisi dove l’obiettivo è solo quello di sostenere tutte le aziende agricole e del nostro agroalimentare che non hanno mai smesso di lavorare nonostante l’emergenza e le difficoltà, si riapre il toto-nomi sul prossimo Ministro. La commissione Agricoltura ha lavorato sempre seriamente sui provvedimenti, apportando miglioramenti ai decreti di quest’ultimo anno e alla recente legge di bilancio”. Lo dichiara la deputata del MoVimento 5 Stelle Chiara Gagnarli, capogruppo in commissione Agricoltura della Camera.

“Ci aspettiamo quindi che il prossimo ministro abbia come unico scopo la tutela e il supporto delle nostre imprese e che dia continuità al lavoro svolto finora da tutti i commissari. Il comparto agricolo e della pesca ha bisogno di una guida responsabile e competente, per questo siamo certi che il presidente Giuseppe Conte individuerà una figura all’altezza di questo compito”, conclude.

14.10 – La crisi di governo tiene banco anche in rete. Tante le ricerche degli italiani negli ultimi giorni, desiderosi di sapere di più sulle ultime vicende politiche che hanno riguardato il Belpaese. Chi si aspettava un dominio su Google del primo ministro Giuseppe Conte e di Matteo Renzi probabilmente rimarrà sorpreso nel sapere che il politico più cercato negli ultimi giorni è Alfonso ‘Lello’ Ciampolillo, protagonista del voto al fotofinish a favore della maggioranza a Palazzo Madama. Un sì che ha fatto discutere perché passato dal ‘Var’ della presidente Maria Elisabetta Casellati. È quanto emerge dall’analisi dei dati tratti da Google Trends degli ultimi 7 giorni effettuata da AvantGrade.com.

13.57 – “Per la mia storia non posso certo sostenere un governo dove alla Giustizia c’è un ministro come Bonafede. Nulla di personale nei suoi confronti, per carità, ma la sua visione della giustizia è completamente diversa dala mia…”. A parlare è il senatore azzurro, Luigi Vitali, considerato uno dei papabili ‘responsabili’ per un nuovo gruppo parlamentare di stampo centrista con l’Udc e pezzi di Fi pro Conte. L’ex sottosegretario alla Giustizia spiega all’Adnkronos che i pontieri del premier continuano a fare scouting, soprattutto al Senato, per garantire i numeri al governo senza i renziani, ma le trattative sono finite in un pericoloso stallo, anche perchè senza un cambiamento vero nell’attuale squadra di palazzo Chigi non si va da nessuna parte.

13.38 – ”Spero che questa pandemia finisca presto, non se ne può più. La gente è allo stremo, dobbiamo tornare alla normalità. Questo non era proprio il momento di fare una crisi di governo…”. Mariano Apicella, il ‘menestrello’ di casa Berlusconi, non capisce le ragioni che hanno spinto Matteo Renzi ad aprire una crisi in piena emergenza Coronavirus. Non cita direttamente il leader di Iv ma insiste e dice all’Adnkronos: ”Io non sono certo un amante di Conte, ma non capisco, non c’era affatto bisogno di una crisi adesso”. Il musicista napoletano si tira fuori dalle polemiche di questi giorni sui ‘responsabili’, che toccano da vicino anche Forza Italia con varie ‘defezioni’ pro Conte e sorride: ”Se la politica va ovest, io vado ad est…”. Un pronostico sul governo? Ci sarà il Conte ter o si farà un esecutivo di unità nazionale con Silvio Berlusconi dentro? ”Se non si va alle elezioni, non vedo soluzioni”, replica Apicella, che aggiunge: ”Non credo proprio che Berlusconi farà mai accordi con la sinistra. La situazione è molto complicata”.

13.33 – “Per il Pd è decisivo correre, diamo dare risposte agli italiani, serve sostenere l’economia e rafforzare il recovery plan. Matteo Renzi ha aperto un crisi al buio e noi abbiamo evitato conseguenze drammatiche per il Paese. Ora occorre rafforzare la maggioranza per andare avanti”. Così Roberta Pinotti, responsabile riforme del Pd, ai Tg.

13.25 – “Con chi è sotto indagine per associazione a delinquere nell’ambito di un’inchiesta di ‘ndrangheta non si parla. Punto. Tutti sono innocenti fino a sentenza definitiva ma non tutti possono essere interlocutori in questa fase. Si cerchino legittimamente i numeri in Parlamento tra chi non ha gravi indagini o condanne sulle spalle”. Lo dice all’Adnkronos Alessandro Di Battista, dopo il blitz in Calabria contro la ‘ndrangheta, che ha portato alla perquisizione della casa romana del segretario dell’Udc Lorenzo Cesa, dimessosi immediatamente dai vertici del partito-

13.08 – E’ una tegola che cade sulla strada dei ‘costruttori’, fermando i negoziati. E manda in fibrillazione il M5S, “perché va bene tutto, ma a tutto c’è anche un limite”, uno degli sms che gira nelle chat dei parlamentari grillini. Il blitz in Calabria contro la ‘ndrangheta, che ha portato alla perquisizione della casa romana del segretario dell’Udc Lorenzo Cesa, dimessosi immediatamente dai vertici del partito, rende ancor più complessa la partita dei ‘volenterosi’, da raccogliere in Senato sotto il simbolo dell’Udc, di fatto costruendo una quarta gamba al governo Conte.

Quarta gamba che al momento non c’è, e che trova l’ennesima battuta d’arresto. “Siamo rimasti senza interlocutore, perché di fatto le trattative noi le portavamo avanti con Cesa”, dice all’Adnkronos uno dei ‘pontieri’ in prima linea per mettere in salvo il governo. Convinto che il banco sia a un passo dal saltare. “Conte si è speso martedì, per il voto di fiducia in Senato – dice – ma ora è sostanzialmente fermo. Non può aspettarsi che le firme dei senatori ‘volenterosi’ planino spontaneamente sul suo tavolo, deve spendersi in prima persona, chiamarli uno a uno e dare garanzie che al momento non ci sono”. Perché dal premier, ma anche da parte della squadra di governo, soprattutto dai ministri in quota M5S, ci sono resistenze fortissime sulla strada del Conte ter. “Ma non si possono fare le nozze coi fichi secchi… -osserva lo stesso ‘pontiere’ – a meno che il presidente del Consiglio non stia battendo un’altra strada”. “La speranza è che Iv si spacchi – suggerisce un ministro del governo Conte – e una parte consistente dei renziani torni nelle file del Pd, puntellando la maggioranza nel modo meno traumatico possibile per il governo”. In sintesi una guerra di nervi, dove sarà decisivo capire chi cede prima, se Iv o la maggioranza.

12.59 – “Mi auguro che domani inizi davvero una fase nuova, in cui il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali e delle parti sociali abbia come obiettivo non solo gestire l’emergenza, ma di progettare davvero un nuovo modello di Paese. Mi aspetto che si avvii finalmente un confronto su il piano da presentare all’Europa”. Così il leader Cgil Maurizio Landini alla commemorazione di Emanuele Macaluso commenta la convocazione per domani da parte del premier Giuseppe Conte. “Non credo che una discussione molto importante si possa esaurire in un incontro. Credo però che sia un segnale positivo passare dalle parole ai fatti. Era stato annunciato in Parlamento e credo che adesso bisogna davvero non perdere questa occasione”, dice ancora .

“C’è bisogno di discutere e definire dei progetti precisi per far ripartire il lavoro e l’economia, c’è bisogno di accompagnare questo piano con delle riforme molto profonde: dalla riforma degli ammortizzatori sociali alla riforma fiscale, a quella della pubblica amministrazione, alla riforma delle pensioni”, conclude elencando i temi prioritari secondo il sindacato.

12.54 – “Siamo socialisti e liberi. In questi giorni non potevamo avventurarci, rispetto alla crisi, in scelte diverse. Non potevamo far saltare il tavolo nella speranza di ottenere qualcosa. Abbiamo sostenuto il governo, abbiamo pensato al Paese”. Lo dice il segretario del Psi Enzo Maraio nella sua newsletter. “Restiamo dove siamo sempre stati e faremo sentire ancora la nostra voce. Lo faremo sui vaccini, sulla scuola, lo faremo per dare sostegno a chi ha più bisogno. Solleciteremo le forze di maggioranza per rilanciare l’azione dell’Esecutivo, inviteremo gli alleati a ripensare la coalizione”, sottolinea tra l’altro Maraio. “Dovremo fare, ed è nelle nostre possibilità, la differenza sui temi. Sarà questa la nostra missione, la nostra scommessa. Punto su punto. Disponibili ad ascoltare ogni critica, a ricevere ogni suggerimento, indisponibili ad accettare lezioni da chi negli anni è stato timido o distratto mentre noi, con i nostri militanti, con tutti voi, tenevamo viva la tradizione socialista. Con il suo nome, con i suoi simboli”, conclude il segretario del Psi.

12.39 – “Il Paese soffre di una sovrapposizione inedita di crisi: quella pandemica, quella economica e, da ultimo, quella politica, creata per irresponsabilità e sete di potere dei suoi ‘attori’ di maggioranza. Il centrodestra, con serietà, ha il dovere di contrapporre il senso della realtà e delle istituzioni traghettando il Paese fuori dalla crisi”. Lo dicono i deputati di Cambiamo! Stefano Benigni, Manuela Gagliardi, Claudio Pedrazzini, Giorgio Silli e Alessandro Sorte.

“Chiedere il voto ora – proseguono – non è la risposta ai problemi del Paese. Vanno piuttosto chiamate a raccolta le energie migliori, sostenute da un largo fronte repubblicano, per un Governo di salute pubblica che risani l’Italia, che sappia indicare progetti utili per le risorse del Recovery Fund, che faccia ripartire la scuola in totale sicurezza ed eroghi veri ristori affinché nessuno sia lasciato indietro, che gestisca la campagna vaccinale con efficienza e rapidità. Non è una missione impossibile se tutti condividiamo la consapevolezza che non è più tempo di propaganda, ma di concretezza e lucidità”, concludono.

12.29 – “Parlamentari in vendita, Var in Senato, governi minestrone, alleanze solo per la poltrona. Basta, fiducia negli italiani, la parola passi a loro!’. Lo dice il leader della Lega Matteo Salvini. Oggi il centrodestra è atteso al Colle, per un incontro con il capo dello Stato.

12.25 – “Hanno ragione Giovanni Toti e Luca Zaia. Nella drammatica crisi sanitaria ed economica che stiamo vivendo, con centinaia di morti al giorno, il piano vaccinale interrotto dalle inadempienze del fornitore, oltre un milione di posti di lavoro appesi a un filo e decine di crisi industriali aperte, risulta insensata l’alternativa proposta dalla politica agli italiani: o un governicchio sorretto da occasionali transfughi oppure elezioni anticipate”. Lo dichiara Mara Carfagna, vicepresidente della Camera e deputata di Forza Italia. “La sola prospettiva patriottica in questo momento – prosegue l’azzurra – sarebbe un governo di salvezza nazionale, con una guida autorevole e un sostegno largo, nel quale tutti remino nella stessa direzione. E’ una possibilità che è stata finora scartata perché va contro gli interessi dei singoli partiti e le ambizioni dei loro dirigenti, ma è la sola che salverebbe gli interessi degli italiani: delle imprese messe a rischio dalla pandemia, dei lavoratori rimasti senza reddito, delle famiglie impoverite e costrette all’elemosina dei pacchi alimentari”.

12.09 – “Un milione e 900 persone che rappresentano 292mila imprese sono a rischio chiusura: sono terrorizzato dalla filosofia che non può essere quella dei ristori, ma deve essere quella dei rimborsi e dei risarcimenti veri che consentano a queste aziende e micro imprese di vivere. Invece di occuparsi di questo Conte è il governo proseguono nella caccia alla maggioranza al ‘ndo’ cojo cojo di senatori e deputati che trovo avvilente”. Lo ha detto Giorgio Mule’, deputato di Fi e portavoce dei gruppi azzurri di Camera e Senato, a Mattino5.

11.55 – “Nei prossimi giorni è possibile allargare la base parlamentare per consolidare la maggioranza ottenuta sia alla Camera sia al Senato. Imprese e cittadini ci chiedono di andare avanti nella protezione dalla crisi economica con il nuovo decreto ristori e anche nella definitiva approvazione del Recovery plan italiano”. Lo afferma il capogruppo di Liberi e Uguali alla Camera, Federico Fornaro. “L’ascolto delle ragioni delle parti sociali non deve essere un passaggio formale ma un’opportunità di arricchimento della bozza del Recovery che dovrà essere anche implementata in Parlamento con l’obiettivo di renderlo uno strumento per costruire un futuro più verde e più digitale e con una maggiore giustizia sociale”, conclude Fornaro.

11.30 – Il premier Giuseppe Conte, a quanto si apprende, ha convocato per domani alle 11 i leader sindacali di Cgil, Cisl e Uil. Un incontro informale in videoconferenza che avrà sul tavolo con ogni probabilità i temi su cui i sindacati stanno spingendo in questi mesi: dal Recovery plan alla proroga degli ammortizzatori, cig ma anche nuovo blocco dei licenziamenti.

11.18 – “Alle prossime elezioni ci sarà una lista liberal democratica e riformista composta da Azione, PiùEuropa e movimenti e personalità della società civile. Questa lista si colloca già oggi tra il 5,5% e il 7%, e crescerà ancora divenendo decisiva per la costituzione di ogni governo”. Lo annuncia su Twitter Carlo Calenda. “Questa iniziativa è l’unica barriera che potrà impedire la formazione di un Governo anti europeo e determinare la nascita di uno riformista. Ci vorrebbe più coraggio da parte di chi nel Partito Democratico o in Forza Italia non condivide la sottomissione ai populisti”, aggiunge il leader di Azione.

11.05 – “C’è una distonia totale tra le parole del premier che si rivolge alle forze riformiste ma che nei fatti raccoglie i vari Ciampolillo. Se si volesse veramente costruire una maggioranza europeista, liberale, popolare, socialista anti populista e anti sovranista si chiamerebbero Renzi, Calenda, Berlusconi, Bonino, gli stessi della maggioranza Ursula, anche con l’obiettivo di presentarsi al termine di questa legislatura agli elettori”. Lo ha detto Davide Faraone a SkyStart.

10.37 – “Ieri per senso di responsabilità nei confronti del Paese, e nei confronti di chi attende aiuti e ristori, e non certo nei confronti del Governo, anche l’opposizione ha votato lo scostamento di Bilancio. Ma c’è un dato passato inosservato, perché al di là della sbandierata intenzione del premier e della sua maggioranza di allargare i voti a loro sostegno, nessuno si è accorto che ieri la maggioranza al posto che allargarsi si è già ridotta”. Lo dichiara il parlamentare della Lega, Roberto Calderoli, vice presidente del Senato.

10.02 – “E’ chiaro che in questo momento questo gruppo ha una certa capacità di attrazione. Puntiamo a superare i 20 e fare un gruppo normale all’interno della dialettica parlamentare”. Lo ha dichiarato Bruno Tabacci, presidente del Centro Democratico, ad ‘Agorà’ su Rai Tre.

9.47 – “Siamo disponibili a costruire una nuova compagine governativa che affronti i problemi, ma non siamo disponibili a governi raccogliticci che tirano a campare”. Lo afferma il capogruppo di Italia Viva al Senato, Davide Faraone, ospite a ‘The Breakfast Club’ su Radio Capital.

9.42 – “Ho difeso la presenza di Iv in maggioranza fino al giorno della rottura, ma le ricuciture di solito si fanno da una parte e dall’altra. Poi in assoluto, certo, tutto in politica è possibile. Comunque non vedo in alcun modo un’alleanza strategica di Renzi con Salvini e la Meloni mentre vedo nel presente l’inquietudine di tanti parlamentari IV, eletti nel Pd”. Lo dice in un’intervista al quotidiano ‘Il Riformista’ il capogruppo Pd a Palazzo Madama Andrea Marcucci.

9.37 – “Credo che i tempi non si prestino per un esecutivo che governa per uno, due o tre voti scappati da qualche parte”. Così il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti nel suo intervento questa mattina alla trasmissione Radio Anch’io di Radio Rai.

9.27 – “Credo che serva, nel giro di pochi giorni, come penso pretenda giustamente il Presidente della Repubblica, un numero di parlamentari, di senatori che garantisca che i numeri vengano irrobustiti, altrimenti il rischio è che, anche con le migliori idee, non si riesca a metterle in campo”. Così il presidente dell’Emilia-Romagna e della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, a Mattino 5. “Dopo di che, a mio parere – aggiunge Bonaccini – non basta nemmeno quello: serve un programma di legislatura nuovo, rafforzato, e anche una nuova squadra di governo”.

9.21 – “Da parte di Conte c’è stato un atteggiamento di chiusura che io considero anche arrogante, perché in questi mesi ci ho davvero messo l’anima per il contributo che ho cercato di dare come capo delegazione di Iv al governo. Da Conte mi aspettavo un maggiore ascolto, invece c’è stata solo chiusura, spesso arroganza, fino all’ultimo momento quando gli ho mandato un messaggio per annunciargli quello che stavamo per fare e lui non mi ha nemmeno risposto”. Lo ha detto la senatrice di Iv, Teresa Bellanova, ospite di ‘Non stop news’ su Rtl 102.5.

9.00 – “Lo spettacolo del mercato allestito a Palazzo Madama è indecoroso. Uno show triste che l’Italia non merita. I 5 stelle sono passati dall”uno vale uno’ all”uno vale l’altro’. Il Pd, oramai immobile, rinuncia a ogni connotazione riformista. Chiedo a Conte: non telefonare ai senatori, telefona alla Pfizer per sapere perché hanno ridotto i vaccini”. Lo dice il leader di Iv, Matteo Renzi, in un’intervista ad ‘Avvenire’.

8.38 – “E’ irresponsabile andare avanti con un governo che sta in piedi grazie al voto di voltagabbana attratti da promesse e prebende di ogni tipo, echeggiate perfino nel discorso di Conte in aula – Lo dice Giorgia Meloni in un’intervista al ‘Corriere della Sera’ – Abbiamo assistito a un mercimonio, tra le righe si leggevano nomi e cognomi di quelli a cui chiedeva aiuto in cambio di qualche rassicurazione. Un assoluto scandalo, che danneggia anche l’immagine del Paese”.

8.21 – “Oggi va recuperata anzitutto la fiducia del Paese. E per ottenerla, la via maestra è quella di un vero Patto sociale”. Lo dice Annamaria Furlan, segretaria generale della Cisl, in un’intervista ad ‘Avvenire’. Come ci tiene a precisare, “individuare le formule politiche e le soluzioni migliori non compete al sindacato. Certo, non possiamo immaginare lunghe crisi, estenuanti, perché il Paese non sopravviverebbe. I sindacati e le altre parti sociali – continua Furlan – debbono invece impegnarsi con le istituzioni e la politica per definire il futuro del Paese basato su protezione della salute, lavoro, sviluppo, riduzione delle diseguaglianze”.


20 gennaio – Giuseppe Conte incassata la fiducia al Senato, dopo l’apertura della crisi di governo da parte di Matteo Renzi, e oggi potrebbe incontrare il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Possibile anche un vertice di maggioranza in giornata. In subbuglio il centrodestra, con Matteo Salvini e Giorgia Meloni pronti a chiedere un colloquio al Quirinale. Ecco le ultime notizie sulla giornata politica:


21.13 – “Allo stato attuale non c’è nessun rischio di un ‘effetto domino’, perché si tratta di casi isolati”. Dopo lo strappo di tre parlamentari azzurri, Renata Polverini alla Camera, Maria Rosaria Rossi e Andrea Causin a palazzo Madama, che hanno votato la fiducia al Conte bis, ‘ex presidente del Senato Renato Schifani getta acqua sul fuoco. Il consigliere politico di Silvio Berlusconi esclude con l’Adnkronos altre ‘defezioni’, pur ammettendo che il corteggiamento dei pontieri di Conte è molto forte, se non asfissiante in certi casi.

19.31 – E’ durato poco meno di un’ora l’incontro al Quirinale tra il premier Giuseppe Conte e il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Conte è rientrato da pochi minuti a Palazzo Chigi.

19.22 – “Quello di ieri è stato il primo passo per evitare il salto nel buio che avrebbe peggiorato tutto. Ora bisogna in fretta tornare vicino ai problemi delle persone”. Lo ha detto Nicola Zingaretti al Tg3.

19.22 – Un ‘partito di Conte’ potrebbe arrivare fino al 20%, sicuramente potrebbe raggiungere il 15% dei voti, pescando soprattutto nell’elettorato che alle ultime elezioni politiche aveva votato per i Cinquestelle. E’ la sintesi della previsione, sostenuta da un ultimo report Eumetra, che rilascia all’AdnKronos il sondaggista Renato Mannheimer.

19.21 – Un incontro interlocutorio. Laconiche le valutazioni che emergono sul colloquio al Quirinale tra il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, salito al Colle per riferire al Capo dello Stato le sue valutazioni dopo la due giorni a Camera e Senato conclusasi con l’incasso della fiducia, al di sotto della maggioranza assoluta però a Palazzo Madama.

19.19 – “Oggi il Parlamento vota compatto lo scostamento di bilancio: 32 miliardi che andranno ad aiutare famiglie, lavoratori, imprese che continuano a essere in difficoltà a causa degli effetti della pandemia. Di fronte ai problemi degli italiani, in una fase di emergenza, la politica deve reagire unita e così finora è stato, grazie alla disponibilità del centrodestra”. Lo scrive Mara Carfagna, vicepresidente della Camera e deputata di Forza Italia.

“Non dimentichiamo però -avverte- che quei 32 miliardi saranno ripagati dai nostri figli. Il ministro Gualtieri oggi ha confermato che la crescita quest’anno sarà inferiore alle previsioni e questo andrà a influire anche sulla nostra capacità di ripagare i debiti. Non possiamo permetterci di sprecare un solo centesimo di quei 32 miliardi, né di perdere altro tempo senza mettere mano alle politiche per il lavoro, alle riforme che aiutino le imprese a ripartire (giustizia, fisco, pubblica amministrazione…), a un piano di investimenti ben mirato che possa utilizzare al meglio le risorse che arriveranno dall’Europa. Al governo chiediamo questo: di essere responsabile, anziché cercare ‘responsabili’”, conclude Carfagna.

18.39 – Il premier Giuseppe Conte ha appena lasciato Palazzo Chigi diretto al Quirinale. Ad attenderlo, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al quale il presidente del Consiglio riferirà sulla situazione politica dopo il voto di fiducia incassato alla Camera e al Senato.

18.30 – “Auguri di buon lavoro al Presidente Joe Biden e alla Vice-Presidente Kamala Harris” twitta il premier Giuseppe Conte. “È un grande giorno per la democrazia la cui importanza travalica i confini americani. L’Italia è pronta ad affrontare con gli Usa le sfide della comune agenda internazionale”.

17.30 – Il premier Giuseppe Conte salirà al Quirinale alle 18.30, per riferire al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dopo il voto di fiducia di ieri in Senato.

16.46 – “Certo che voteremo contro la relazione di Bonafede. Abbiamo pazientato anche troppo…”. Luciano Nobili conferma quanto detto ieri sera da Matteo Renzi. “Se c’è da votare cose per il bene dell’Italia le voteremo, ma noi siamo liberi da ora: sulla relazione di Bonafede sulla giustizia, voteremo contro. E mi chiedo: ma come faranno?”, diceva il leader Iv ieri. Il voto su Bonafede ci sarà la prossima settimana alla Camera, mercoledì 27 gennaio. Al Senato non è stato ancora calendarizzato (capigruppo fissata per martedì 26), ma è consuetudine si svolga lo stesso giorno.

“Conte non li ha 10 giorni per allargare la maggioranza…”, dice un esponente del centrodestra, perché della questione si sarebbe parlato nel vertice da poco concluso. “Alla Camera ovviamente non ci sono problemi, ma a palazzo Madama, tolti i senatori a vita e se Iv conferma che voterà contro, il governo va sotto”. E l’intenzione di Italia Viva resta, al momento. Dice Nobili: “O accade un fatto politico e si avvia un vero dialogo- ribadisce Nobili- oppure voteremo contro”.

16.20 – E’ terminato a Palazzo Chigi il vertice di maggioranza convocato dal premier Giuseppe Conte dopo il voto di fiducia al Senato. Presenti i capi delegazione e i leader di partito, tutti collegati da remoto. Durante la riunione, a quanto apprende l’Adnkronos, sarebbe stata confermata la linea condivisa in questi giorni, ovvero allargare il perimetro della maggioranza. L’intenzione del premier sarebbe quella di andare avanti, mantenendo per ora l’interim all’Agricoltura, e, solo successivamente, una volta puntellata la maggioranza, decidere sulla squadra di governo. Nella riunione ci sarebbe stato soprattutto un confronto su come andare avanti con il lavoro.

La riunione è durata circa tre ore, presenti Vito Crimi e Alfonso Bonafede per il M5S, Nicola Zingaretti e Dario Franceschini per i dem, Roberto Speranza per Leu. Sui contenuti per ora vige riserbo. Il premier si sarebbe collegato dal suo appartamento privato, in stanza a Palazzo Chigi. A breve dovrebbe salire al Quirinale per riferire al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

16.02 – “In ogni caso il centrodestra intende rappresentare al Presidente della Repubblica il proprio punto di vista sulla situazione che è ormai insostenibile”. E’ quanto si legge in una nota congiunta del centrodestra diffusa al termine del vertice di oggi. “Nonostante le forzature del governo e le continue scorrettezze, nonostante una pretesa autosufficienza che non esiste, il centrodestra non intende privare le famiglie e le aziende italiane degli aiuti necessari in un momento così drammatico: per questa ragione, come annunciato, voterà compatto lo scostamento di bilancio”, si legge ancora.

15.49 – “Non mi interessa andare al Maie, per il momento rimango dove sono. Questa maggioranza è sufficiente per superare questi scogli. Non serve una maggioranza assoluta ma una chiarezza sugli obiettivi, in questo modo l’azione di governo potrebbe esser comunque efficace. La mia è una fiducia critica e attenta”. Lo ha affermato il senatore del gruppo Misto, Gregorio De Falco, ospite a “Un Giorno da Pecora“ su Radio Raiuno. “Non dobbiamo sottovalutare che gli argomenti posti da Renzi sono temi veri. I primi due, ad esempio, li ho perfettamente condivisi, mi riferisco a quelli su task force e cabina di regia. Sono favorevole al Mes, è possibile attivarlo Mes senza creare nessun problema. Attualmente chiedo che sia attivato, ma se questo poi crea un problema politico che poi porta a perdere tutto allora non è ragionevole”, conclude De Falco.

15.48 – “Io voglio che Iv rientri nel perimetro del governo, e mi spenderò anche con altri colleghi per farlo. E’ chiaro che se poi dall’altra parte non c’è nessuna intenzione di farlo ci sarà da fare una riflessione, ma ora bisogna trovarci con dedizione sforzo, è nell’interesse del Paese”. Così a Rai Radio1, ospite di ‘Un Giorno da Pecora’, il senatore di Italia Viva Eugenio Comincini. “Se Iv andasse all’opposizione non me la sento di andarci anche io: questa è la dichiarazione di chi vuole fare tutto il possibile per ricucire lo strappo che ci è stato. A quello scenario io spero non si arrivi, ci sono diversi colleghi animati dal convincimento che bisogna fare di tutto per ricucire. Dovremmo incontrarci come gruppi domani”, ha aggiunto Comincini.

15.45 – “Abbiamo fiducia nei Parlamenti e nel Parlamento italiano. La fiducia è fiducia: abbiamo la certezza che il governo italiano risponderà con stabilità e responsabilità agli impegni che la crisi richiede”. Lo dice il presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, in videoconferenza stampa a Bruxelles, rispondendo in merito alle prospettive del piano nazionale di ripresa e di resilienza, alla luce del voto di ieri in Senato. “In questo momento – aggiunge Sassoli – credo che tutti gli sforzi debbano essere concentrati sui piani di ripresa: quello italiano è particolarmente impegnativo, perché ha una mole di risorse da impiegare che valgono per la ripresa italiana e per quella europea”. “Credo che questa responsabilità il governo Conte l’abbia assunta e nel rapporto con la Commissione stia facendo del suo meglio perché il piano di ripresa italiano coincida con gli sforzi che l’Europa deve sostenere”, conclude Sassoli.

15.40 Il governo Conte bis è caratterizzato da una “debolezza genetica”, che “non prefigura nulla di buono”, specialmente agli occhi dell’Ue, che ha guardato “con grande apprensione questa crisi, che formalmente mai c’è stata”. E questo è “un ulteriore elemento di confusione, che non ci mette in una luce positiva”. Lo dice all’Adnkronos l’eurodeputato di Forza Italia Salvatore De Meo. A Bruxelles, però, Forza Italia fa parte della maggioranza ‘Ursula’, insieme al Pd e, per certi versi, anche con il M5S, che pure è ancora tra i Non Iscritti ma che è stato determinante per l’elezione della presidente. Un modello simile, però, è impraticabile in Italia: “E’ evidente – continua De Meo – che i contesti sono diversi. Non c’è omogeneità di ambienti politici tale da poter immaginare che questo modello possa essere replicato anche a livello nazionale. Ci sono troppe differenze”. Le “premesse” per esplorare una possibile maggioranza sul modello di quella bruxellese, secondo De Meo, “non ci sono, soprattutto in questa fase, perché stiamo ragionando su un governo in corso d’opera, che per la terza volta cambia volto”. Per l’europarlamentare “il lavoro è tutto in salita”, anzitutto per il governo, che “dovremo capire come uscirà da questa situazione, a meno che non accolga a bordo coloro i quali si saranno ‘responsabilizzati'”.

Ma la cosa “più preoccupante per noi del centrodestra italiano è che di fronte a queste grandi sfide c’è bisogno di un governo forte, deciso e chiaro”. “La crisi così atipica che si è determinata ha dimostrato la poca credibilità” di questo esecutivo agli occhi delle istituzioni Ue. In ogni caso, oggi “le premesse per poter fare un ragionamento sul modello Ursula non ci sono. Ancora oggi abbiamo ragione di credere che sia una maggioranza di centrodestra quella in cui si riconoscono la maggioranza degli italiani”, conclude De Meo.

15.02 – Noi in soccorso del governo? “Con questo esecutivo abbiamo già fatto i conti, abbiamo sempre votato contro, non ci sono motivazioni per cambiare questo giudizio”. Così a Rai Radio1, ospite di ‘Un Giorno da Pecora’, il senatore del gruppo Misto – componente Idea Gaetano Quagliariello.

14.58 – Chi cambia partito è destinato a sparire dalla scena politica? “Vedremo… A volte scompare anche chi resta nello stesso partito”. Così Renata Polverini, intercettata dai cronisti nei pressi di Montecitorio, risponde a chi le domanda delle dure parole di ieri del vicepresidente di Fi, Antonio Tajani.

14.57 – “Il Governo non può certo accontentarsi di una partenza con la var come è stato ieri in Senato, quando gli ultimi due Sì sono stati convalidati dall’arbitro Casellati al fotofinish. Fa bene Conte a rinnovare il suo appello di allargamento della base politica e numerica”. Così Tommaso Cerno, senatore del Pd.

14.55 – Stupore per il voto di fiducia dell’ormai ex berlusconiana di ferro Maria Rosaria Rossi? “No, non per me. Forse sono l’unica che ieri non si è meravigliata. Avevo un idea…”. Così Renata Polverini, intercettata al suo arrivo alla Camera. A chi le domanda come mai si aspettasse lo strappo di Rossi, “coltivavo un’idea per delle ragioni, ma so tenerle riservate”, risponde.

14.54 – Nuova riunione della ‘war room’ del centrodestra, alla Camera. sugli ultimi sviluppi della crisi del governo Conte che ieri ha incassato 156 sì al Senato. Sono presenti al vertice i leader della coalizione Matteo Salvini, Giorgia Meloni, Antonio Tajani, il presidente di Noi per l’Italia Maurizio Lupi e il segretario nazionale dell’Udc, Lorenzo Cesa. In collegamento via Zoom Silvio Berlusconi dalla Provenza e il governatore Giovanni Toti dalla Liguria.

14.43 – “Auspico che la maggioranza che sostiene il Presidente Giuseppe Conte si consolidi già nelle prossime giornate. Oggi abbiamo primo appuntamento con il voto sullo scostamento di bilancio. L’apertura verso forze responsabili di centro non solo è inevitabile ma anche auspicabile per rendere più agevole il lavoro nelle commissioni. Bisogna costruire una nuova formula politica stabile che guardi al 2023. L’obiettivo comune è dare risposte rapide al Paese: ristori, vaccini e progetti operativi per i 229 miliardi del Recovery Plan”. Lo afferma il deputato Giuseppe Brescia del M5S, presidente della commissione Affari costituzionali alla Camera e animatore del think tank Parole Guerriere.

14.39 – “Abbiamo fiducia nei Parlamenti e nel Parlamento italiano. La fiducia è fiducia: abbiamo la certezza che il governo italiano risponderà con stabilità e responsabilità agli impegni che la crisi richiede”. Lo dice il presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, in videoconferenza stampa a Bruxelles, rispondendo in merito alle prospettive del piano nazionale di ripresa e di resilienza, alla luce del voto di ieri in Senato. “In questo momento – aggiunge Sassoli – credo che tutti gli sforzi debbano essere concentrati sui piani di ripresa: quello italiano è particolarmente impegnativo, perché ha una mole di risorse da impiegare che valgono per la ripresa italiana e per quella europea”. “Credo che questa responsabilità il governo Conte l’abbia assunta e nel rapporto con la Commissione stia facendo del suo meglio perché il piano di ripresa italiano coincida con gli sforzi che l’Europa deve sostenere”, conclude Sassoli.

14.35 – Con Renzi “credo che la rottura sia stata profonda, non si può far finta di niente. Anche dopo quello che ha Renzi in Parlamento, addebitare a Conte un vulnus democratico è una ferita profonda”. Lo ha detto Goffredo Bettini a SkyTg24.

14.29 – “Siamo in mezzo ad una crisi incredibilmente grave. E’ un momento in cui serve stabilità e in cui tutti dobbiamo unire le forze, lavorare insieme il più duramente possibile per superare questa pandemia, ma anche la crisi economica”. Così la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen risponde, a Bruxelles in videoconferenza stampa, alla domanda se l’esito del voto di ieri in Senato desti timore sulla capacità dell’Italia di attuare il piano italiano di ripresa e di resilienza. “La Commissione – continua von der Leyen – è in contatti molto stretti con il governo italiano, da settimane se non da mesi, riguardo al piano nazionale di Recovery. E’ un lavoro in corso, che la Commissione fa con tutti gli Stati membri. Tutti questi piani si stanno evolvendo, per assicurarci che prendano sul serio le priorità che abbiamo: la rivoluzione verde, la digitalizzazione, la resilienza, il settore sanitario, le riforme e massicci investimenti, perché è quello che la gente si aspetta. Quindi, mettiamoci insieme e uniamo le forze”, conclude.

14.28 – “Non è vero” che un partito di Conte toglie voti al Pd, “poi io penso che Conte non abbia intenzione di fare nessun partito”. Lo ha detto Goffredo Bettini a SkyTg24. “Conte è un uomo di raccordo e equilibrio e ha una sua popolarità sull’opinione pubblica per questo, cosa gli conviene ridursi in un partito del 6-10pc? Non credo sia la cosa migliore, non credo lo pensi, on credo che Conte abbia nessuna intenzione di fare un partito”, ha aggiunto l’ex europarlamentare.

14.15 – “Il governo Conte non esiste. Nel 2011 il governo Berlusconi ottenne l’approvazione dell’assestamento del bilancio dell’anno precedente con una maggioranza di 309 voti. L’assestamento fu approvato ma dalla Presidenza della Repubblica Napolitano osservò che il governo non aveva più la maggioranza assoluta. Quella vicenda accelerò le dimissioni del governo Berlusconi che furono presentate pochi giorni dopo. Non si capisce perché la mancanza della maggioranza assoluta in quel caso divenne motivo di dimissioni e in questo caso, per certi versi ancora più grave perché qui si tratta di un voto di fiducia sul governo e non di un assestamento del bilancio dell’anno precedente, le conseguenze non debbano essere le stesse”. Lo afferma i senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri. “Conte non c’è più. Mattarella -aggiunge- conosce le leggi, la Costituzione, la prassi parlamentare e il Parlamento. Qualsiasi tentativo di resistenza sarebbe illegale. Qualsiasi tentativo di allargare la maggioranza con la pratica del voto di scambio dovrebbe essere interrotto con l’uso delle manette. Perché anche in questo caso nel passato ci sono stati interventi giudiziari mentre ora si assiste inerti a tutto ciò. Lo ribadisco, il governo Conte è morto, il Quirinale non può tenerlo in vita artificialmente. Ora, basta perché non assisteremo inerti alla violazione di leggi e di norme costituzionali e alla prassi che ha precedenti eclatanti”.

14.13 – Il voto del Parlamento sul governo “è un buon punto di partenza”, adesso “se durante questa emergenza si allargherà la maggioranza, si consoliderà il quadro, significa che potremo fare un patto di legislatura fino alla fine e un riassetto del governo. Se non accadrà non abbiamo paura delle elezioni, che sono l’ultima risorsa democratica”. Lo ha detto Goffredo Bettini a L’intervista di Maria Latella su SkyTg24.

15.59 – “Il governo ha comprato i Responsabili, i Costruttori, i Volenterosi come i due parlamentari eletti con Fi e quindi anche con i voti della Lega, eletti per fare politiche di centro destra che ieri invece hanno votato la fiducia a Conte, con i Ciampolilli e con Monti, vogliamo parlare di Mastella e Tabacci o di un elettore del M5s in buona fede che ha votato per ‘aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno, e si ritrova nella stessa maggioranza con Monti e Mastella?”. Lo ha domandato il segretario della Lega, Matteo Salvini, su Facebook, riferendosi ai senatori del centrodestra Maria Rosaria Rossi e Andrea Causin che ieri hanno votato a favore della fiducia al governo Conte. “Conte ha detto che ha il governo e i ministri migliori al mondo e che non è vero che l’Italia è ultima tra i grandi Paesi europei per crescita economica. Ieri gli ho mostrato il ‘Wall street journal’ che certifica che l’Italia è l’ultimo Paese in occidente per crescita economica. Primi per numero di morti e ultimi per crescita economica”, ha concluso Salvini.

13.43 – “Io sono sintonizzato con i tanti italiani che pensano che una crisi di governo in questo periodo sia insostenibile. Dobbiamo pensare solo alle famiglie ed alle imprese, per questo per me ora l’unica cosa prioritaria è il decreto ristori”. Lo ha detto il capogruppo del Pd a palazzo Madama Andrea Marcucci in collegamento con l’Aria che tira su La7.

13.38 – “Per governare ci vogliono i numeri e qui non ci sono”. E’ netto il giudizio del presidente della Regione Veneto Luca Zaia sulla situazione del governo, dopo la fiducia di ieri in Senato. “Qui ci vuole un governo più forte a livello parlamentare -ha spiegato- e se io avessi i numeri come questi sarei sempre appeso ad un filo e appeso al voto dell’ultimo sconosciuto che ti pone condizioni”. Così per il governatore del Veneto “serve una maggioranza più strutturata: Parlamento di numero che non so se basteranno per la fiducia su vari provvedimenti. Una maggioranza davvero ‘tirata’ se a uno viene il raffreddore e non va in aula è un bel problema…”. Così secondo il presidente del Veneto non c’è dubbio: “Ci vogliono i numeri e oggi non ci sono. Vedremo nelle prossime settimane cosa succederà: l’imbuto del Parlamento sarà sempre più importante. Cosa ne sarà del Recovery fund, della riforma del welfare e della riforma della giustizia? -si è chiesto Zaia- sono misure che hanno bisogno di un grande consenso”.

13.33 – “Al Quirinale andremo anche noi a ragionare in maniera pacata e rispettosa a chiedere a Mattarella se questa maggioranza che va da Mastella a ex grillini ai senatori a vita può davvero risolvere i problemi dell’Italia”. Lo ha affermato il segretario della Lega Matteo Salvini, in diretta su Facebook.

13.17 – Non si terrà la riunione con Nicola Zingaretti, il capodelegazione e i capigruppo dem prevista per le 16,30.

13.17 – “Ciampolillo, quello che ieri ha chiesto il Var per votare al Senato, è lo stesso che voleva curare il Covid con le canne, sconfiggere la xylella con l’acqua e il sapone e si propone per fare il ministro dell’Agricoltura. In un momento normale mi sarei messo a ridere, oggi mi cadono le palle. Questo è il governo Conte”. Lo ha affermato il segretario della Lega, Matteo Salvini, in una diretta su Facebook.

13.16 – E’ iniziato a Palazzo Chigi il vertice di maggioranza convocato dal premier Giuseppe Conte dopo il voto di fiducia in Aula al Senato. A quanto si apprende, alla riunione dovrebbero partecipare sia i capi delegazione che i leader di maggioranza.

13.05 – “Altro che turarsi il naso, questa maggioranza si consoliderà già nei prossimi giorni. L’obiettivo comune è far ripartire il Paese con i 229 miliardi del Recovery Plan. Iniziamo da oggi con il voto sullo scostamento di bilancio per i ristori da 32 miliardi”. Lo scrive su Twitter Carlo Sibilia (M5S), sottosegretario all’Interno.

13.01 – “Il Governo può dimostrare di cambiare passo, il presidente Conte colga l’appello ed intervenga. E il Parlamento, in occasione del prossimo esame della nuova bozza del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), indirizzi trasversalmente Palazzo Chigi in questo senso”. La sollecitazione arriva dalla segreteria politica di Insieme, il neo-partito di ispirazione cattolica fondato tra gli altri da Stefano Zamagni, che è anche uno dei primi firmatari dell’appello, nato dal basso e rivolto a tutte le forze politiche, sul tema del grave scadimento del sistema pubblico di inserimento lavorativo delle persone disabili. “Insieme – spiegano dalla segreteria del neo-partito all’Adnkronos – crede nella politica fatta in questo modo. Bisogna seguire i problemi veri, che toccano la gente. Per il presidente del Consiglio quello del lavoro ai disabili può essere uno dei primi, immediati banchi di prova in cui il Governo potrà giustificare la propria esistenza, risolvendo i problemi segnalati dai cittadini, nonché cogliendo ed avvalendosi degli stimoli e dei contributi che provengono dal terzo settore”. “L’appello – conclude Insieme – si rivolge a tutti i membri del Parlamento e chiede, molto semplicemente ma fornendo già gli indirizzi tecnici per l’attuazione, che gli organi parlamentari, in occasione del prossimo esame parlamentare della nuova bozza del Pnrr, si facciano portatori di un preciso indirizzo al Governo in questo senso”.

12.56 – Il premier Giuseppe Conte è arrivato da pochi minuti a Palazzo Chigi, in auto accompagnato dalla sua scorta.

12.44 – “Le regole si scrivono sempre assieme, o almeno così sarebbe auspicabile. Ecco perché l’invito del Presidente Conte, rinnovato oggi anche dal ministro Franceschini, poco ha a che vedere con la tenuta della maggioranza. Non vi è dubbio che in un orizzonte di medio-lungo periodo un assetto proporzionale potrebbe modificare gli equilibri delle alleanze parlamentari. Né ritengo una legge elettorale di questo tipo ad oggi, con la presenza dei 5 Stelle che hanno interpretato la propria estraneità a destra e sinistra alleandosi in maniera alternativa ad entrambi, rischiosa per la stabilità politica. D’altronde in questa legislatura, in un Parlamento eletto con il rosatellum, che ha una forte componente maggioritaria, stiamo assistendo al terzo rimescolamento dei numeri”. Lo dichiara Paolo Romani, senatore di Idea-Cambiamo. “Mi posso annoverare fra i pochi che ancora non hanno preso parte alle diverse maggioranze che si sono susseguite, ed è dall’opposizione di questo governo che proseguirà il mio impegno, sia nella riscrittura delle regole, ma soprattutto su quello che ritengo più urgente per il Paese: l’elaborazione di un piano concreto per la richiesta e il successivo impiego dei fondi europei del Recovery Fund. Tema su cui vorrei vedere al più presto coinvolto tutto il Parlamento, maggioranza e opposizione”, conclude.

12.40 – “La maggioranza esiste ma non pensiamo di poter governare in questa situazione. Ci vuole una riflessione del Presidente Conte, ci vuole un patto di legislatura chiaro. Dobbiamo dimostrare che questa è una maggioranza che ha idee chiare, in grado di coinvolgere gruppi e singoli parlamentari”. Lo dice il capogruppo Pd a palazzo Madama Andrea Marcucci a L’aria che tira su La7.

12.26 – “Io penso che questo non sia il momento dei ‘responsabili’ dalla pelosa morale e dalla dubbia utilità. Credo che sia invece il momento della ‘responsabilità’. Per uscire dall’emergenza più difficile della nostra storia recente serve un Governo che tenga insieme le migliori energie del Paese, con un’ampia forza parlamentare, una grande capacità di dialogo con le forze economiche e sociali, una importante capacità di influenzare le politiche europee”. Lo afferma il presidente della Regione Liguria e leader di Cambiamo! Giovanni Toti, in un post su Facebook. “Nessuno – prosegue – può chiamarsi fuori da questo sforzo collettivo, così come nessuno può considerarsi autosufficiente solo per aver preso un pugno di voti in più. Né tantomeno, con spocchiosa ipocrisia, qualcuno può sentirsi l’unico detentore della patente di democraticità, liberalismo, europeismo”.

12.25 – “Non può essere il Governo Ciampolillo ad affrontare la crisi sanitaria ed economica più grave di sempre. Non può essere una maggioranza raccogliticcia ed eterogenea, affidata in modo decisivo a senatori senza alcun profilo politico omogeneo a rivedere il Next Generation Eu”. Lo dichiara il segretario di Più Europa, Benedetto Della Vedova. “Un altro Governo europeista e riformatore è possibile, con una nuova leadership e una maggioranza più ampia basata sulla politica e non sulla semplice aritmetica. Chi pensa che invece si possa andare avanti come nulla fosse – sottolinea Della Vedova – non aiuta l’Italia e prepara semplicemente una autostrada per il ritorno in grande stile dei sovranisti Salvini e Meloni alle elezioni, che comunque arriveranno”.

12.15 – “Il voto in Parlamento conferma che c’è una maggioranza per continuare ad affrontare le urgenze del paese, che vive una profondissima crisi sanitaria e sociale. E’ un primo passo ed ora si può lavorare ad un quadro più solido, necessario per fare quelle riforme che l’Europa ci chiede. Si può rafforzare la maggioranza intorno a contenuti e progetti che hanno come obiettivo il bene del Paese. L’appello è rivolto al senso di responsabilità di chi si riconosce nelle esperienze moderate ed europeiste”. Così a Radio InBlu il capogruppo democratico alla Camera Graziano Delrio.

12.10 – “Le telecamere sono ormai entrate nella vita di tutti i giorni dai campi di calcio, alle istituzioni. Ben venga se, grazie alla tecnologia, si evitano degli errori sia in campo che nell’aula del Senato”. Il presidente dell’Aia, Marcello Nicchi, commenta così all’Adnkronos l’episodio di ieri sera al Senato con la presidente Elisabetta Casellati, in versione arbitro di Serie A, che dopo aver rivisto le immagini ha cancellato il ‘cartellino rosso’ mostrato a al senatore Lello Ciampolillo permettendogli di votare la fiducia al governo Conte.

12.02 – “Non è che i senatori che si sono aggiunti ieri a sostenere il governo sono coloro che porteranno un aiuto nell’elaborazione del Recovery Plan. Ognuno può fare le scelte che meglio crede, ma di certo coloro che hanno deciso ieri di uscire da Forza Italia porteranno dei voti al governo per l’approvazione del Recovery, ma non di certo un contributo di idee o creativo nell’elaborarlo”. Così intervistato da Adnkronos/Labitalia, l’economista Giovanni Tria, già ministro dell’Economia nel Conte 1, sul via libera ottenuto ieri dal governo Conte in Senato.

11.50 – “Sul mio voto al Senato leggo interpretazioni sbagliate, sul voto sul filo di lana addirittura arzigogoli senza nessun fondamento. Voglio ringraziare tutti coloro, e sono tanti, che mi sono stati vicino in giornate davvero complicate, anche chi ha espresso opinioni diverse. Abbraccio a tutti”. Lo scrive su Facebook Riccardo Nencini. “Il ritardo è dipeso dal fatto che la segreteria del partito è durata diverse ore con strascichi altrettanto lunghi. La mia posizione era nota: astensione benevola in attesa di capire se le aperture del presidente Conte all’area socialista fossero davvero fondate -spiega il senatore socialista-. Avrei comunque votato a favore dello scostamento di bilancio e del decreto Ristori e di qualsiasi altra misura per fronteggiare la pandemia. Una posizione che è emersa chiaramente dal mio intervento in aula. E che è stata apprezzata dalla maggioranza. Insomma, una posizione responsabile che teneva conto dello stato difficile del Paese e metteva in risalto la diversità rispetto al voto di Italia Viva”.

“Il PSI era già in maggioranza dunque non può essere associato a parlamentari che hanno votato la fiducia provenendo dall’opposizione. Due storie completamente diverse”, sottolinea Nencini che poi specifica: “3. Gli arzigogoli. Leggo ricostruzioni fantasiose circa il voto in ritardo. Nencini ha trattato per un ministero. Mi viene da ridere. Proprio perché, per il protrarsi del dopo segreteria del partito, ho votato per ultimo, quando i voti a favore erano solo 154, il mio voto sarebbe servito a ben poco poco”.

11.05 – “La solidità del governo? Il governo sta in piedi perché Italia Viva glielo ha consentito, con la sua astensione. Altrimenti non avrebbe avuto la fiducia. Poi bisognerà vedere cosa accadrà più avanti. Questo sul piano parlamentare”. Così, intervistato da Adnkronos/Labitalia, l’economista Giovanni Tria, già ministro dell’Economia nel Conte 1, sul via libera ottenuto ieri dal governo Conte in Senato. “Per il resto -spiega Tria- credo che Italia Viva, con il discorso del senatore Renzi al momento dell’annuncio delle dimissioni delle ministre di Iv, avesse posto dei quesiti a cui non è stato dato risposta. Pose dei problemi di difesa delle istituzioni democratiche, dei problemi di metodo e dei problemi di merito riguardo il Recovery plan e alla conduzione dell’economia nel suo complesso. E io credo che avesse ragione. A tutto questo non è stato dato risposta”, aggiunge Tria. E per l’economista “mi pare che ieri non sia risolto assolutamente nulla. Al di là della maggioranza o meno, non è stata data risposta alle questioni che sono state poste sul tappeto che io in gran parte condivido, come d’altronde sono stati condivisi da gran parte dei partiti”, conclude.

10.40 – “Quando tra qualche mese guarderemo a ciò che è accaduto in Parlamento e lo compareremo con la gravità della situazione del Paese capiremo che ieri è andata in scena una macabra commedia, una giornata di ordinaria follia che segue mesi di altrettanta follia”. Lo ha detto Carlo Calenda, leader di Azione, ospite di ‘Mattino5’. “Trovo incomprensibile il comportamento avuto ieri da Renzi: ha danneggiato un Governo che ha fatto nascere, considera Conte come il male assoluto ma alla fine si astiene”, ha aggiunto l’ex ministro dello Sviluppo. Per Calenda “questa vicenda è un fallimento tanto per il Partito democratico quanto per Forza Italia perché entrambi dimenticano che in Europa liberali, socialisti e verdi, governano già insieme e tagliano le forze estremiste. All’Italia servirebbe un governo come quello che c’è a Bruxelles ma non sarà possibile perché saremo in balìa delle onde di Renzi e di Ciampolillo, uno che prese la residenza su un albero…”, conclude Calenda.

10.25 – “Quando ho capito di non poter più svolgere il mio lavoro, mi sono dimessa. Sarei rimasta a fare tappezzeria. Fare il ministro porta onori e oneri, quando è diventato solo un onore senza poter incidere ho capito che quello non era più il mio posto”. Lo ribadisce a Radio Capital, l’ex ministra Teresa Bellanova, sottolineando come anche il voto di astensione, di ieri in Aula, da parte di Iv, Italia Viva, sia stato dettato dalla responsabilità: “Abbiamo posto problemi che riguardano l’Italia, su quelle questioni abbiamo lasciato una porta aperta a Conte a ai partiti di maggioranza”.

“Se invece di affrontare le questioni ci si occupa di mettere fuori una forza riformista come Italia viva, allora vuol dire che la politica è arrivata a livelli bassissimi. Non sento di essere la responsabile della crisi, sono stata solo responsabile verso il Paese”, conclude Bellanova.

10.18 – “Conte si è molto affezionato al suo ruolo e alla sua centralità e ha tolto spazio al ruolo del Parlamento. Basta vedere quanti decreti e quanti Dpcm sono stati fatti. Non ci si può sostituire alle sedi parlamentari. Io ho provato a comunicare con lui. Il giorno della conferenza stampa gli ho scritto anticipatamente delle mie dimissioni. Ma come al solito non ha risposto”. Così la senatrice di Italia Viva, Teresa Bellanova ospite su Radio Capital. “I voti presi da Conte? Mi paiono poca cosa. Pensare di aver vinto con 156 voti, alcuni dei quali raccattati con contrattazioni poco qualificabili e tre senatori a vita. Le sorti delle istituzioni mi sembrano poco solide”, continua Bellanova.

10.05 – “Dopo la fiducia al Senato, bisogna riprendere a lavorare e sostenere con ancora più forza il Presidente Giuseppe Conte e il progetto del suo governo, l’unico in grado di dare risposte serie al Paese in questa fase storica senza precedenti. Con convinzione #AvantiConConte!”. Lo scrive su Facebook il sottosegretario alla Giustizia, Vittorio Ferraresi, del Movimento 5 Stelle.

9.54 – “I costruttori non sono solo in Parlamento, vanno cercati anche nel Paese, mi aspetto che il governo da stamattina convochi le parti sociali”. Ad affermarlo è il segretario generale della Cgil Maurizio Landini ad “Agorà” sui Rai 3. Landini sollecita il governo a convocare il sindacato soprattutto in vista della presentazione del Recovery Plan. “Noi non abbiamo ancora avuto la possibilità di confrontarci sul Recovery abbiamo idee e proposte”. Inoltre Landini sollecita il governo “ad avviare le riforme necessarie della pubblica amministrazione, del fisco e degli ammortizzatori sociali. Il governo o fa queste cose o non ha futuro”, ha rimarcato Landini – il governo c’è, a questo punto faccia quello che non ha fatto prima e coinvolga davvero le parti sociali”.

9.37 – “Il Parlamento ha votato, io prendo atto che c’è una maggioranza e c’è un governo con le debolezze che può avere, ma questo è”. Lo ha detto il segretario della Cgil Maurizio Landini ad “Agorà” su Rai 3.

9.23 – “Se qualcuno crede di poter governare un paese in un momento di pandemia così, mi sembra che sia molto lontano dalla realtà. Voglio ricordare che non si sono raggiunti i 161 voti, ma dei 156 presi ci sono tre senatori a vita, due usciti da Forza Italia e due arrivati all’ultimo trascinati dentro l’aula”. Lo ha affermato Massimiliano Fedriga, presidente della Regione Friuli Venezia Giulia ai microfoni di Radio 24.

9.06 – “Con il premier Conte ci siamo sentiti ieri sera”. Lo dice Nicola Zingaretti, ospite di radio Immagina, parlando del voto di fiducia di ieri sera in Senato. “Mi sembra – aggiunge – c’è consapevolezza di voler dare segnale di concretezza per l’emergenza e di affrontare i nodi politici”. “Il Pd – rivendica – ha dato il suo contributo, l’Italia ha potuto contare su un Pd unito e unitario, una cosa che ha fatto la differenza”:

9.03 – “E’ stato evitato un salto nel buio, ora dobbiamo gestire il piano vaccinale, dobbiamo discutere il recovery, ora dobbiamo concentrarci sui problemi degli italiani, vuol dire affrontare le emergenze”. Lo dice Nicola Zingaretti, leader del Partito Democratico, ospite di radio Immagina. “Si apre la sfida prioritaria del buon governo, dobbiamo costruire una prospettiva politica, l’esito dei voti conferma che non c’era altra ipotesi di governo”, sottolinea Zingaretti.

8.30 – Alfonso Ciampolillo, detto ‘Lello’. E’ lui il protagonista della convulsa serata al Senato, che si conclude con la fiducia al governo: 156 voti a favore dell’esecutivo al termine di una giornata ad alta tensione. L’ultimo brivido lo regala il senatore Ciampolillo. Arriva tardi o in tempo per la seconda chiama? Mistero e la presidente Casellati deve far ricorso al Var. Ciampolillo, secondo le immagini, arriva in Aula in anticipo rispetto al fischio finale. Vota sì, sipario. Ma chi è il protagonista a sorpresa della seduta? Nato a Bari, 49 anni da compiere il 2 febbraio, professione impiegato prima dello sbarco in politica. Ciampolillo è stato eletto con il M5S nel marzo 2018. Ha lasciato il Movimento circa un anno fa: il 5 febbraio 2020 è entrato nel Gruppo Misto. Nella prima parte della sua avventura ha fatto parte della Commissione Esteri. Attualmente siede nella Commissione per l’Infanzia e l’Adolescenza.

(AdnKronos)

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