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La Brexit è stata la sua “fortuna” iniziale e poi la sua bestia nera: si era illusa di poter traghettare il Regno Unito nell’uscita dall’Unione Europea e invece si è rivelata “la sua tomba”. “Mi dimetterò come leader del Partito conservatore il 7 giugno”, questo il lapidario commento della premier inglese che da Downing street ha annunciato le sue dimissioni. Dimissioni dal partito conservatore, che significano anche fine del premierato. Lo ha fatto in lacrime, perché la May si è spesa oltre ogni limite per questa questione dell’uscita dall’Ue, che l’ha portata a governare a sorpresa dopo il fallimento di David Cameron e che essa stessa ha poi finito per affossarla, con un isolamento costante iniziato all’indomani del voto del 2017, in cui pensava di rafforzare la maggioranza ed invece si è ritrovata nella situazione esattamente contraria. Un fallimento politico che con l’annuncio di oggi segna inesorabilmente l’epilogo. Chissà se tutto questo servirà al Regno Unito per decidere che strada intraprendere: tra richieste di un nuovo referendum sulla Brexit e il desiderio di qualcuno di “scappare” dall’Unione, la strada è davvero complicata per i sudditi di Sua Maestà, che proprio ieri hanno “dovuto” votare per le elezioni del nuovo Parlamento europeo, visto che non sono riusciti a trovare un accordo proprio per uscire dall’Ue.

 

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