
Chikungunya, nuovi casi in Veneto: allarme zanzare e dati frammentati
Gli scienziati avvertono: serve una rete globale per la sorveglianza delle malattie trasmesse da vettori
La zanzara, l’animale più letale al mondo, continua a rappresentare una delle principali minacce per la salute pubblica. A ricordarlo è l’epidemiologo Massimo Ciccozzi, che sottolinea come l’insetto, pur nelle sue dimensioni ridotte, uccida ogni anno più persone di qualsiasi altra creatura, diffondendo malattie come Chikungunya, Dengue, West Nile e Malaria.
Il tema è stato affrontato in un focus pubblicato sulla rivista Pathogens and Global Health da un gruppo di esperti italiani del team Gabie (Genomics, AI, Bioinformatics, Infectious diseases, Epidemiology) e da ricercatori dell’University of South Florida. Secondo gli autori, la gestione della Chikungunya dimostra come, a dispetto delle lezioni della pandemia, il sistema globale di sorveglianza resti “frammentato, poco aggiornato e di efficacia limitata”.
L’allarme degli esperti
I ricercatori – tra cui Francesco Branda, Massimo Ciccozzi, Giancarlo Ceccarelli e Fabio Scarpa – evidenziano che la condivisione tempestiva dei dati continua a essere insufficiente. “I database restano chiusi o dispersi tra risorse nazionali e studi locali – scrivono – rallentando la ricerca e ostacolando politiche di risposta rapide”. Una criticità che rischia di aggravarsi mentre i vettori Aedes aegypti e Aedes albopictus estendono il loro raggio d’azione anche in Europa e Nord America, spinte da cambiamenti climatici e urbanizzazione.
I casi in Veneto
Mentre gli esperti invocano una piattaforma globale integrata, l’Italia affronta nuovi focolai. La Regione Veneto ha notificato 10 casi di Chikungunya nel Veronese, di cui 7 confermati e 3 probabili. Gli ultimi pazienti, residenti a Sant’Ambrogio di Valpolicella, sono in buone condizioni e seguiti a domicilio. Le autorità sanitarie regionali, in coordinamento con l’Istituto Superiore di Sanità e l’Izsve, hanno disposto interventi straordinari di disinfestazione e rafforzato le strategie di prevenzione.
Le raccomandazioni
Gli esperti ricordano che la malattia non si trasmette da persona a persona, ma solo attraverso la puntura di zanzare infette. Per ridurre i rischi, la popolazione è invitata a utilizzare repellenti cutanei anche di giorno, installare zanzariere e eliminare ogni fonte di acqua stagnante che possa favorire la riproduzione delle Aedes.
“Non possiamo continuare a discutere di frammentazione e opacità – concludono gli autori dello studio –. È urgente investire in una rete di dati globale che permetta interventi tempestivi e coordinati contro le malattie trasmesse da vettori”.
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(con fonte AdnKronos)
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