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Il premier israeliano conferma a Blinken l’impegno per la tregua. Intanto, proseguono i negoziati tra Israele e Hamas, con pressioni internazionali per la liberazione degli ostaggi

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu “ha riaffermato il suo impegno” per il cessate il fuoco a Gaza. Lo ha dichiarato il segretario di Stato americano Antony Blinken, all’indomani del loro incontro a Gerusalemme: “Ho visto Netanyahu ieri sera e lui ha riaffermato il suo impegno per la proposta” di cessate il fuoco presentata nei giorni scorsi dagli Stati Uniti.

Blinken ha incontrato oggi separatamente a Tel Aviv anche i leader dell’opposizione israeliana, Benny Gantz e Yair Lapid. In una nota diffusa dall’ufficio di Gantz si legge che il leader del partito di Unità Nazionale ha chiesto a Blinken di esercitare la “massima pressione” sui negoziatori per raggiungere un accordo che porti alla liberazione degli ostaggi. Gantz ha assicurato che “sosterrà da fuori il governo qualsiasi accordo responsabile sulla questione”. Ha inoltre sottolineato la minaccia di Hezbollah, affermando che “Israele non esiterà ad agire con la forza” per proteggere i suoi cittadini.

L’ufficio di Lapid ha invece reso noto che il leader dell’opposizione ha detto a Blinken che “abbiamo un obiettivo: riportare a casa 120 ostaggi. Il tempo è scaduto. Abbiamo bisogno di un accordo”.

Da parte sua, il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha invitato Hamas ad accettare l’accordo di cessate il fuoco proposto nel piano USA, sulla scia dell’approvazione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite della risoluzione elaborata dall’Amministrazione Biden per una tregua immediata nella Striscia di Gaza e il rilascio degli ostaggi. Si tratta della prima volta che l’organismo approva un accordo di pace globale per porre fine alla guerra di Gaza.

Una dichiarazione di Hamas afferma che il gruppo ha accolto con favore la risoluzione, anche se non è immediatamente chiaro se ciò significhi che la leadership di Gaza ha accettato il piano. Anche la posizione del governo israeliano rimane ambigua.

In un post sui social media dopo il voto, Biden ha detto: “Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha appena adottato la nostra risoluzione che invita Hamas ad accettare l’accordo per stabilire un cessate il fuoco con il rilascio degli ostaggi. Hamas afferma di volere un cessate il fuoco. Questo accordo è un’opportunità per dimostrare che fanno sul serio”.

Intanto, Yahya Sinwar, leader di Hamas nella Striscia di Gaza, ha definito le vittime civili della guerra in corso “sacrifici necessari” in una serie di messaggi inviati ai mediatori. Secondo il Wall Street Journal, Sinwar avrebbe affermato che prolungare i combattimenti e aumentare il numero dei palestinesi uccisi vada a vantaggio di Hamas e della sua sopravvivenza. “Abbiamo già gli israeliani esattamente dove li vogliamo”, ha detto ai funzionari di Hamas impegnati in trattative con i mediatori di Egitto e Qatar.

Sul fronte della cronaca, un comandante di Hamas in Cisgiordania, Mohammed Jaber Abdo, è stato ucciso negli scontri della notte con i soldati delle Forze di difesa israeliane (Idf) in un villaggio vicino a Ramallah. Lo rende noto Hamas in un comunicato spiegando che insieme al comandante hanno perso la vita altri tre miliziani. Abdo aveva trascorso 20 anni detenuto nelle carceri israeliane.

Quattro soldati israeliani sono rimasti uccisi in un’operazione a Rafah. Secondo quanto riferito dalle Idf, i quattro sono morti ieri nell’esplosione di una trappola esplosiva in un edificio di tre piani nella città del sud della Striscia di Gaza, al cui interno è stato poi ritrovato un tunnel. Nella stessa esplosione sono rimasti feriti altri sette soldati, di cui cinque in modo grave.

Una raffica di 50 razzi Katyusha è stata lanciata da Hezbollah dal sud del Libano verso le Alture del Golan nel nord di Israele senza causare feriti. Lo hanno rivendicato i miliziani di Hezbollah e lo hanno confermato le Forze di difesa israeliane (Idf). I militari israeliani spiegano di aver abbattuto la maggior parte dei razzi, mentre i restanti sono caduti in aree aperte. Le Idf hanno anche riferito che sono suonate le sirene di allarme nella città costiera di Haifa, nel nord di Israele.

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(con fonte AdnKronos)

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