
Nodo Gaza: tutto fermo sulla permanenza delle truppe israeliane
Nei colloqui di Doha trovate intese su aiuti e garanzie Usa, ma lo stallo resta sulla presenza delle IDF nell’enclave
Resta irrisolto il punto più critico nei negoziati indiretti in corso a Doha tra Israele e Hamas: la permanenza delle Forze di difesa israeliane (IDF) nella Striscia di Gaza. A rivelarlo sono fonti con accesso diretto ai colloqui, citate da Sky News, secondo cui la presenza militare di Tel Aviv nell’enclave rappresenta l’ostacolo principale al raggiungimento di un accordo completo sul cessate il fuoco e sul rilascio degli ostaggi.
Tuttavia, le delegazioni delle due parti avrebbero trovato una convergenza su due nodi rilevanti: la gestione degli aiuti umanitari e una garanzia americana per evitare la ripresa unilaterale del conflitto allo scadere della tregua, prevista per 60 giorni.
Intesa sugli aiuti: esclusa la Gaza Humanitarian Foundation
Sul fronte umanitario, Hamas e Israele avrebbero concordato che la gestione degli aiuti sarà affidata a un soggetto terzo, indipendente da entrambe le parti. La soluzione escluderebbe dal processo la Gaza Humanitarian Foundation (GHF), considerata troppo vicina agli interessi israeliani e statunitensi. A occuparsene saranno invece le Nazioni Unite e altre organizzazioni internazionali riconosciute, che dovrebbero operare anche nelle aree dove le IDF non sono presenti.
Garanzia Usa: il ruolo dell’amministrazione Trump
Un altro passaggio chiave riguarda le garanzie fornite dagli Stati Uniti a Hamas. Secondo l’emittente britannica, Bishara Bahbah — cittadino palestinese-americano ritenuto vicino a canali diplomatici non ufficiali — avrebbe comunicato alla leadership di Hamas l’impegno dell’amministrazione Trump a impedire che Israele violi unilateralmente il cessate il fuoco. Un gesto volto a rassicurare Hamas sul fatto che la tregua non sarà sfruttata per riorganizzare attacchi da parte israeliana.
Il punto fermo: presenza IDF a Gaza
Nonostante i progressi, il nodo centrale resta la presenza militare israeliana a Gaza. Per Israele, un ritiro totale delle truppe metterebbe a rischio l’obiettivo strategico della guerra: smantellare Hamas come entità politica e militare. Per Hamas, invece, qualsiasi presenza dell’IDF equivarrebbe a un’occupazione militare inaccettabile.
Alcune fonti riferiscono che una possibile via d’uscita potrebbe arrivare da garanzie internazionali legate a un percorso politico chiaro per il futuro della Striscia. Tuttavia, al momento non sarebbe emerso alcun impegno concreto in questa direzione.
I colloqui proseguono con l’intermediazione del Qatar e l’attenzione degli Stati Uniti. Ma senza una soluzione sul tema cruciale delle truppe israeliane a Gaza, l’intesa resta appesa a un filo.
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(con fonte AdnKronos)
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