
Usa, incubo nuovo 6 gennaio: i timori dei Democratici se vince Harris
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Una vittoria di Kamala Harris, che è al momento in crescita nei sondaggi, preoccupa i Democratici, che temono un possibile scenario simile al 6 gennaio 2021, con implicazioni serie per la tenuta democratica degli Stati Uniti
Kamala Harris continua a guadagnare consensi nei sondaggi, ma il timore di una crisi simile a quella del 6 gennaio 2021 persiste tra i Democratici. Anche se meno violento e insurrezionale rispetto all’assalto al Congresso orchestrato dai sostenitori di Donald Trump, un simile scenario potrebbe avere effetti devastanti sulla stabilità istituzionale e costituzionale degli Stati Uniti.
Secondo Politico, l’incubo dei Democratici sarebbe una vittoria di Harris alla Casa Bianca con i Repubblicani che mantengono la maggioranza alla Camera. Questo scenario darebbe allo Speaker Mike Johnson la possibilità di ostacolare o addirittura bloccare la certificazione dei voti elettorali, portando così la Camera a decidere sull’elezione presidenziale, come previsto dal 12° emendamento della Costituzione.
Nel 2020, Johnson, allora un deputato relativamente sconosciuto, guidò il ricorso dei Repubblicani alla Corte Suprema per rovesciare i risultati elettorali dei principali stati chiave. Questo ricorso fu sostenuto da Trump, che ha successivamente appoggiato Johnson nella sua elezione a Speaker.
A meno di due mesi dalle elezioni, Johnson sta cercando di far passare una legge per contrastare le presunte manovre dei Democratici di favorire il voto di immigrati illegali. Le accuse di brogli potrebbero amplificarsi in caso di sconfitta di Trump, supportate da una base repubblicana largamente allineata con le posizioni Maga.
Un sondaggio del World Justice Project, rilanciato da The Hill, rivela che il 46% degli elettori repubblicani non accetterebbe i risultati elettorali in caso di vittoria democratica, con il 14% pronto ad azioni dirette per rovesciare i risultati. Anche il 27% degli elettori democratici non accetterebbe una vittoria repubblicana, con l’11% disposto a intraprendere azioni concrete.
Le fonti vicine a Johnson, interpellate da Politico, minimizzano i timori dei Democratici, definendoli parte di una strategia per raccogliere fondi per la campagna elettorale e una “narrativa allarmista”. Un altro repubblicano vicino a Johnson esprime dubbi su un’eventuale cessione ai desideri di Trump.
In caso di vittoria democratica, Harris, in qualità di presidente del Senato, presiederebbe la certificazione dei voti elettorali, come fece Mike Pence il 6 gennaio 2021. Inoltre, la legge del 2022 ha reso più difficile bloccare la conta dei voti elettorali, richiedendo ora il 20% di ciascuna Camera per accogliere un’obiezione.
Tuttavia, i Democratici temono che Johnson possa ottenere abbastanza supporto per bloccare voti elettorali cruciali o modificare le regole per la certificazione, rendendo più facili le contestazioni. Potrebbe persino tentare di ritardare la seduta fissata per il 6 gennaio, con la possibilità che, se nessun candidato raggiunge i 270 voti elettorali certificati, si ricorra alla “contingent election”, che favorirebbe i Repubblicani, dato il sistema di voto per stato.
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(con fonte AdnKronos)
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