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Il rifiuto di Netanyahu di ritirare le truppe dal confine tra Gaza e l’Egitto mette a rischio un accordo di cessate il fuoco. Al Cairo, nuovi negoziati con Egitto, USA e Israele

Un nuovo round di colloqui per una tregua nella Striscia di Gaza si è aperto al Cairo, ma un ostacolo significativo continua a minacciare il successo delle trattative. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu si rifiuta di ritirare le truppe dalla ‘Philadelphi Route’, il corridoio di 14 chilometri lungo il confine tra Gaza e l’Egitto. Questa resistenza, secondo fonti israeliane riportate dal giornale Maariv, rappresenta il principale freno a un accordo di cessate il fuoco e al rilascio degli ostaggi.

Al Cairo, per tentare di risolvere il nodo della ‘Philadelphi Route’, sono arrivati il capo dello Shin Bet, il capo del Mossad e il generale Eliezer Toledano, a capo della divisione strategica delle Forze di Difesa Israeliane (IDF). Secondo il quotidiano qatariota Al-Araby Al-Jadeed, la delegazione israeliana ha presentato una nuova proposta che prevede una presenza permanente di osservatori delle Nazioni Unite in punti chiave del corridoio. L’accordo includerebbe anche la presenza di una delegazione dell’Unione Europea al valico di Rafah, insieme ai rappresentanti dell’Autorità Palestinese, per gestire e riavviare il valico. Tuttavia, il ritiro delle truppe israeliane dal confine sarebbe graduale.

L’Egitto, che ha sempre rifiutato qualsiasi presenza israeliana prolungata sul lato palestinese del confine, ha richiesto agli Stati Uniti garanzie che, una volta ritiratisi, i soldati israeliani non torneranno sul corridoio in futuro. Il Wall Street Journal riporta che Israele ha proposto la costruzione di otto torri di osservazione lungo l’asse, un compromesso ridotto poi a due torri, che l’Egitto ha comunque respinto.

Nel frattempo, secondo il quotidiano saudita Asharq al-Awsat, restano sette gli ostaggi ancora nelle mani della Jihad Islamica, una fazione palestinese alleata di Hamas. Sebbene alcuni siano stati liberati durante la tregua di novembre, il destino degli altri rimane incerto. Il giornale riporta anche che la cooperazione tra Hamas e Jihad Islamica si è intensificata dopo l’assassinio del leader di Hamas, Ismail Haniyeh, in Iran lo scorso mese.

Infine, media israeliani hanno riportato che proiettili sono stati trovati nei corpi di alcuni degli ostaggi recentemente recuperati dalle IDF a Khan Younis, tra cui quello di Yagev Buchshtav. Questi ritrovamenti sollevano preoccupazioni sul trattamento e il destino degli ostaggi ancora in mano ai gruppi armati nella Striscia di Gaza.

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(con fonte AdnKronos)

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