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Il Regolamento europeo sul Passaporto digitale dei prodotti è stato presentato nel corso della conferenza ‘Circular Venice, policy, pratiche e innovazione a confronto’, organizzata questa mattina nell’Auditorium Cesare De Michelis di M9 da Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità / Venice Sustainability Foundation (Fvcms/Vsf) con Regione Veneto, Comune di Venezia, Acr+ e Fondazione di Venezia. Un evento dedicato al tema dell’economia circolare e alle sue molteplici declinazioni ed applicazioni.

“Parlare di economia circolare significa anche accettare la grande sfida dell’uso efficiente e sostenibile delle limitate risorse a disposizione, sfida che interessa tutta la società ed è particolarmente sentita a Venezia dove ogni riflessione sull’economia e sull’ambiente deve tener conto anche di una dimensione ambientale così fragile e complessa e di una storia unica al mondo”, osserva Renato Brunetta, presidente della Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità.

Quanto al Passaporto digitale dei prodotti, presentato per la prima volta pubblicamente in Italia, il progetto si inserisce nel più ampio Regolamento Ue sulla progettazione ecocompatibile dei prodotti (Espr) e mira a rendere attuabile su larga scala il modello della circular economy, attraverso l’introduzione di requisiti ambientali obbligatori per essere presenti sul mercato Ue e una metodologia comune di rilevazione e classificazione dei materiali e della loro provenienza, dando informazioni sulla composizione, sulla presenza di materiali riciclati, pezzi di ricambio, parti o sostanze pericolose contenute nei manufatti, al fine di facilitare la scelta all’acquisto del cittadino, così come la riparazione o il riciclo.

Per Alberto Parenti, membro della Direzione Generale del Mercato interno, dell’industria, dell’imprenditoria e delle Pmi della Commissione europea, “la nuova proposta delle istituzioni europee mira a rafforzare l’economia circolare all’interno del mercato unico attraverso l’adozione di requisiti comuni di progettazione dei prodotti a più alto impatto ambientale e di un ‘passaporto di prodotto’ digitale che garantisca la completa tracciabilità, la responsabilizzazione dei consumatori e la possibilità di applicare incentivi che aiutino le aziende a realizzare oggetti sempre più sostenibili, riparabili e riciclabili. È questo sicuramente un elemento molto innovativo che facilita un cambio del paradigma produttivo e delle abitudini di acquisto dei consumatori che, anche a causa dell’obsolescenza programmata dei dispositivi elettronici e della presenza sul mercato di prodotti economici e difficili da smontare, sono spesso costretti a comprare nuovi prodotti, liberandosi degli elettrodomestici o dei dispositivi digitali guasti, piuttosto che optare per la riparazione degli stessi”.

In Veneto, prima regione in Italia per differenziata, dove il 76% dei rifiuti viene valorizzato a recupero di materia, sono state introdotte recentemente deliberazioni in materia di circolarità dei sistemi produttivi fondamentali per potenziare la diffusione di pratiche di recupero dei materiali nei settori dell’edilizia e dell’industria manifatturiera.

Paolo Giandon, direttore della Direzione Ambiente e Transizione Energetica della Regione del Veneto, ricorda: “La Regione ha recentemente approvato l’aggiornamento del Piano regionale di gestione rifiuti urbani e speciali, affrontando le necessità del mondo produttivo dando maggior chiarezza alle norme che regolano la gestione dei rifiuti di scarto e istituendo, a questo proposito, un coordinamento regionale sottoprodotti e un tavolo tecnico ‘End of Waste’ (il processo attraverso il quale un rifiuto cessa di essere tale, per mezzo di procedure di recupero, ed acquisisce invece lo status di prodotto). Il lavoro di questi due organismi, avviato nel luglio 2023, ha prodotto risultati approvati con Decreto lo scorso novembre. Allo stesso tempo, sono stati siglati dalla Regione dei protocolli per la definizione di proposte operative per l’attuazione dell’economia circolare nei settori produttivi e nel settore dell’edilizia, con corpi intermedi, Università, Arpav, Legambiente e Camere di Commercio. L’inclusione di tutte le realtà più rappresentative del territorio ha permesso di creare momenti di confronto tra diversi approcci e competenze, individuando, attraverso progetti e analisi, delle strategie virtuose per implementare il modello circolare nel contesto metropolitano e regionale. Il confronto odierno con alcuni rappresentanti di istituzioni e associazioni europee, impegnate nel raggiungimento degli obiettivi eco-ambientali comunitari, ci fornisce altri preziosi spunti ed esempi per applicazioni mai sperimentate nel nostro territorio”.

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