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Malgrado il contesto di crisi energetica e di inflazione, per quasi la metà degli italiani (44%) i cambiamenti climatici rappresentano una delle sfide più grandi che il Paese deve affrontare (con una percentuale di 5 punti superiore rispetto allo scorso anno), una considerazione condivisa in particolare dalle persone di età pari o superiore a 65 anni (una percentuale cresciuta di 10 punti rispetto allo scorso anno). Questi sono alcuni dei risultati dell’ultima Indagine annuale della Bei sul clima condotta nell’agosto 2022 e pubblicata oggi dalla Banca europea per gli investimenti (Bei). La Bei è il braccio finanziario dell’Unione europea e uno dei maggiori finanziatori multilaterali mondiali di progetti in campo climatico.

Se l’anno scorso, per gli italiani, il Covid-19 era la sfida più urgente da affrontare, oggi è la disoccupazione ad allarmarli di più, tanto da essere la preoccupazione principale per il 48% degli intervistati, rispetto al 26% nel resto dell’Ue. Subito dopo la disoccupazione, i cambiamenti climatici sono la seconda maggiore fonte di inquietudine, che sta pesando sempre di più (è la sfida numero uno per il 44% degli intervistati, una percentuale superiore di 5 punti rispetto a quella del 2021), in particolare per coloro che hanno 65 anni e oltre (53%, +10 punti rispetto al dato del 2021). L’89% ritiene che, se non si procede a un taglio drastico dei consumi di energia e di beni nei prossimi anni, andremo incontro a una catastrofe globale. Allo stesso tempo, il 93% ritiene che l’azione del governo a tal proposito sia troppo lenta e solo il 32% pensa che l’Italia riuscirà a ridurre in modo sostanziale le proprie emissioni di carbonio entro il 2030.

Tre quarti degli italiani (77%) affermano che la guerra in Ucraina e le sue conseguenze sul prezzo dell’energia, petrolio e gas dovrebbero contribuire a stimolare in modo più deciso la transizione verde (+11 punti rispetto al 66% della media europea). Alla domanda di elencare le priorità energetiche in ordine di importanza, gli italiani hanno risposto di aspettarsi che il governo dia priorità allo sviluppo delle energie rinnovabili (55%) prima di concentrarsi sulla diversificazione degli approvvigionamenti energetici per evitare l’eccessiva dipendenza da un singolo fornitore (29%).

Per ridurre il consumo energetico la priorità degli italiani è quella di indicizzare i prezzi dell’energia secondo il livello dei consumi per famiglia (71%). Sono favorevoli anche a tassare pesantemente le fonti di consumo energetico altamente inquinanti come i veicoli Suv e il trasporto aereo (66%). Se si dovesse abbassare la temperatura interna di casa nei prossimi mesi invernali, il 32% degli intervistati accetterebbe di ridurla a 19ºC (percentuale inferiore di 15 punti rispetto a quella francese, ma superiore di 5 punti rispetto a quella tedesca, secondo cui il 47% dei francesi e il 27% dei tedeschi accetterebbero di farlo). Allo stesso tempo, tuttavia, il 25% degli italiani afferma di non potersi permettere di riscaldare la propria casa in modo adeguato.

Infine, riguardo a come risolvere il problema del caro energia, gli italiani ritengono che nel breve periodo il governo dovrebbe ridurre le imposte connesse all’energia (38%). Altre misure piacciono meno, come ad esempio la fissazione di un tetto o la regolamentazione del prezzo del gas, del petrolio e del carbone (28%), oppure la distribuzione di voucher energetici (11%).

“I risultati dell’Indagine della Bei sul clima indicano che gli italiani sanno che solo accelerando la produzione di energia rinnovabile possiamo garantire la nostra autonomia strategica, combattendo allo stesso tempo la crisi climatica. La Bei, in quanto banca dell’Ue per il clima, è pronta a utilizzare l’intero spettro di strumenti finanziari e di advisory a sua disposizione per sostenere la transizione ecologica in Italia”, afferma la vicepresidente della Bei Gelsomina Vigliotti.

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(AdnKronos)

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