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La Guardia di Finanza di Este ha dato esecuzione, su disposizione della Procura della Repubblica di Vicenza, ad otto decreti di perquisizione, locale e personale, nonché ad un decreto di sequestro preventivo, per un valore di 1.933.520,60 euro, emessi nei confronti di due imprenditori italiani e di quattro società di diritto estero, solo formalmente con sede in Bulgaria, in Croazia e in Slovenia ma, di fatto, attive nel commercio di autovetture usate sul territorio nazionale. In particolare, ai due imprenditori, responsabili di aver omesso la presentazione in Italia delle prescritte dichiarazioni fiscali, sono stati sequestrati, sul territorio nazionale, beni per 2 milioni di euro e, in particolare, denaro contante, rinvenuto con l’ausilio di un cash dog, 14 conti correnti bancari e 14 immobili tra cui spiccano, nelle province di Padova e Vicenza, un albergo e due autosaloni, utilizzati dall’organizzazione come basi logistiche per la commissione della frode transnazionale, nonché uno yacht di lusso, rinvenuto dalle Fiamme Gialle solo in sede di perquisizione. Le investigazioni, avviate nel corso del mese di luglio 2019 con il supporto dei funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, allorquando le Fiamme Gialle atestine sottoposero a sequestro probatorio copiosa documentazione contabile ed extracontabile nelle province di Padova, Vicenza, Rovigo, Trento e Treviso, hanno consentito di disvelare l’esistenza di un’organizzazione, con base operativa nel vicentino, dedita alla commissione di reati fiscali e all’uso di atti falsi: è stato infatti acclarato come i rivenditori, avvalendosi della collaborazione di agenzie automobilistiche, pur esercitando a tutti gli effetti attività di commercio di autovetture usate, abbiano agito come privati, presentando, presso diversi uffici della Motorizzazione, delle dichiarazioni sostitutive di atto di notorietà nelle quali hanno attestato, falsamente e interponendo società esterovestite, di aver assolto nei predetti Stati dell’Est europeo gli obblighi impositivi relativi all’acquisto intracomunitario di circa 350 autoveicoli di grossa cilindrata, i quali, in realtà, erano giunti sul suolo nazionale direttamente dalla Germania.

In pratica, sfruttando l’indebito risparmio d’imposta generato dall’I.V.A. non versata, il sodalizio era risuscito ad acquisire una rilevante quota di mercato, acquisendo una vera e propria posiziona dominante nel mercato nazionale degli autoveicoli di lusso, capace di generare, in soli due anni, un fatturato di oltre 13 milioni di euro, con l’ovvia conseguenza della distorsione del principio di libera concorrenza. L’illecito risparmio d’imposta, quantificato in circa 2 milioni di euro di I.V.A., è stato determinato mediante indagini finanziarie, economiche e patrimoniali condotte anche sul territorio estero, ove la Guardia di Finanza di Este, coordinata dalla Procura di Vicenza, ha interessato le Autorità Giudiziarie bulgare, croate e slovene, investendole con specifici Ordini di Indagine Europei. Inoltre, l’attività di riscontro documentale è stata affiancata da capillari attività tecniche, esperite mediante intercettazioni telefoniche nonché attraverso l’acquisizione informatica di migliaia di messaggi whatsapp e messenger, risultati essere, quest’ultimi, canali preferenziali di comunicazione, utilizzati dai soggetti indagati con estrema disinvoltura. Sono in corso di svolgimento ulteriori accertamenti in capo a 344 persone fisiche (gli acquirenti finali delle autovetture), responsabili di aver presentato, al momento delle importazioni dei predetti veicoli esteri, delle mendaci dichiarazioni sostitutive di atto di notorietà, con effetti, peraltro, sui provvedimenti di abilitazione alla circolazione degli stessi. Anche le quattro società di diritto estero, ma di fatto situate in Italia, saranno perseguite secondo la specifica normativa relativa alla responsabilità amministrativa degli Enti. Lo scambio di informazioni con l’estero, l’attività di intelligence, il controllo economico del territorio, nonché l’analisi di rischio hanno consentito ai Finanzieri del Comando Provinciale di Padova, da un lato, di individuare, anche con modalità innovative, i grandi evasori e i responsabili delle frodi fiscali in argomento e, dall’altro, di riequilibrare il mercato delle autovetture, creando, in tal modo, le condizioni favorevoli per sostenere il rilancio e lo sviluppo delle aziende domestiche che operano nello specifico settore, colpito, a causa dell’emergenza sanitaria in atto, da un particolare momento di crisi.

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