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Yemen: Save the Children, positiva la riapertura dell’aeroporto di Sanaa ai voli sanitari ma l’accesso deve essere esteso anche a quelli commerciali per i medicinali, la strumentazione sanitaria e gli aiuti necessari per i bambini che rischiano la vita

Ieri, dopo 3 anni, è stato riaperto ai voli sanitari dell’aeroporto di Sanaa, con la partenza di un volo con sei pazienti diretti ad Amman in Giordania. Si riattiva così un collegamento vitale per migliaia di bambini bloccati in Yemen, senza accesso alle cure salvavita di cui hanno bisogno. Anche se si tratta di un fatto positivo, Save the Children chiede con forza alle parti in causa di riaprire l’aeroporto anche ai voli commerciali, perché possano entrare nel Paese le medicine, la strumentazione medica e gli altri beni indispensabili.

Anche se l’aeroporto è stato riaperto ai voli sanitari, infatti, il problema principale resta quello che molti yemeniti non possono permettersi il viaggio per raggiungere Sanaa, e ancor di più il costo del biglietto aereo e delle cure all’estero.

Finora, per i genitori che ne avevano la possibilità, l’unica opzione era quella di intraprendere lunghi viaggi rischiosi e costosi per raggiungere l’aeroporto di Aden per poter portare i loro figli fuori dal Paese per le cure necessarie.

“Praticamente ogni giorno i nostri operatori incontrano bambini menomati a causa del conflitto, o sofferenti per malattie che richiederebbero cure al di fuori del Paese. Per più di 3 anni, hanno vissuto con la minaccia di una condanna a morte per l’impossibilità di ricevere le cure mediche specialistiche necessarie a causa del blocco dell’aeroporto. Migliaia di bambini soffrono di problemi cardiaci o insufficienza renale, e dovrebbero essere trasportati nei grandi ospedali, ma non c’è più il carburante per poterlo fare. Hanno bisogno di un’assistenza sanitaria specialistica, ma c’è carenza di personale e forniture sanitarie e gli ospedali sono penalizzati dai blackout,” ha dichiarato Xavier Joubert, Direttore in Yemen di Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro.

“Il mio bambino ha bisogno di un urgente intervento chirurgico al cuore. La situazione brutale nel mio Paese non ha pietà di mio figlio e di tutti gli altri bambini come lui che rischiano di morire senza poter vivere la loro infanzia. Il blocco dell’aeroporto ha avuto conseguenze gravi sulla salute di mio figlio perché medicine e strumentazione non possono entrare nel paese. Mi sento con le mani legate e non posso fare nulla per mio figlio…non posso portarlo all’estero e lui non può sostenere il viaggio fino ad Aden. Mio figlio ha il diritto come tutti i bambini di andare a scuola e vivere la sua infanzia. Le madri come me non possono che piangere di dolore per i loro figli,” ha detto Asma*, la mamma di Omar* di 8 anni, affetto da una grave complicazione cardiaca.

La crisi umanitaria in Yemen, giunta orami al suo 6° anno, ha trasformato il Paese in un luogo di morte per i bambini, con oltre 7 milioni di minori che necessitano di assistenza umanitaria. La riapertura dell’aeroporto di Sanaa è un passo positivo per poter salvare delle vite, ma solo un totale cessate il fuoco in tutto il Paese, insieme ad una soluzione politica comune, può garantire la protezione necessaria per la vita dei bambini.

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