Inchiesta Cuffaro: l’ex governatore davanti alla gip di Palermo
Salvatore Cuffaro si avvale della facoltà di non rispondere, ma rilascia dichiarazione spontanea; la gip decide sugli arresti domiciliari chiesti dalla Procura
Questa mattina Salvatore Cuffaro, ex presidente della Regione Sicilia, è comparso davanti alla gip del Tribunale di Palermo nell’ambito dell’inchiesta Cuffaro. La Procura ha chiesto per lui gli arresti domiciliari come misura cautelare. Cuffaro si è avvalso della facoltà di non rispondere alle domande della giudice, ma ha rilasciato una breve dichiarazione spontanea. All’arrivo in tribunale, accompagnato dai suoi legali Giovanni Di Benedetto e Marcello Montalbano, ha dichiarato: “Ho fiducia nella giustizia”.
La difesa contesta la relazione del Ros
Durante l’udienza, la difesa ha sollevato una questione formale sull’utilizzabilità della relazione dei carabinieri del Ros depositata dalla Procura. È stata anche presentata una memoria scritta che risponde punto per punto alle accuse di associazione per delinquere, corruzione e turbativa d’asta.
Altri indagati e dichiarazioni di Romano
L’inchiesta coinvolge 18 persone. Tra queste c’è Saverio Romano, leader di Noi Moderati, ascoltato ieri dalla gip. Romano ha respinto tutte le accuse legate a presunti favoritismi negli appalti dell’Asp di Siracusa: secondo lui non esiste alcun accordo illecito, né intercettazioni o chat che lo colleghino a patti criminosi.
Sfogo di Cuffaro dopo le perquisizioni
Nella relazione del Ros si riporta anche uno sfogo di Cuffaro dopo le perquisizioni. L’ex governatore ha indicato il direttore generale dell’Asp, Alessandro Caltagirone, come “uomo di Forza Italia” e ha spiegato che l’accelerazione della gara contestata sarebbe stata frutto di un intervento di Romano.
Cuffaro avrebbe aiutato Mauro Marchese, rappresentante della Dussmann vincitrice dell’appalto, solo per vecchie divergenze con l’ex direttore generale Ficarra.
Il filone dei concorsi e le nomine pilotate
Uno dei filoni più delicati riguarda un concorso per operatori socio-sanitari dell’Azienda Villa Sofia-Cervello. Secondo la Procura, la procedura di stabilizzazione per 15 posti sarebbe stata usata per favorire candidati “segnalati”. Nella relazione dei carabinieri emerge il ruolo di Vito Raso, storico segretario politico di Cuffaro, accusato di aver passato in anticipo le tracce della prova concorsuale.
Il caso del carabiniere Palminteri
Tra gli indagati c’è anche il tenente colonnello Stefano Palminteri, accusato di violazione del segreto d’ufficio. Palminteri avrebbe chiesto a Cuffaro un aiuto per ottenere un incarico di direttore generale alla Gesap, la società che gestisce l’aeroporto di Palermo.
La decisione della gip
Con le dichiarazioni spontanee depositate, la gip deve ora decidere se accogliere o meno la richiesta di arresti domiciliari avanzata dalla Procura. Non sono previsti ulteriori interrogatori: la decisione sarà basata sugli atti già acquisiti e sulla memoria difensiva.
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(con fonte AdnKronos)
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