
Santa Maria di Sala, due operai morti in una fossa biologica: “Strage silenziosa sul lavoro”
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Nuova tragedia nel veneziano: due giovani vittime. Il presidente dell’Anmil denuncia otto gravi incidenti in quattro giorni e chiede una Procura nazionale del Lavoro
Ancora sangue nei cantieri italiani. Due operai di 23 e 30 anni sono morti oggi, lunedì 4 agosto, a Santa Maria di Sala, in provincia di Venezia, precipitando in una fossa biologica nei pressi di un’abitazione nella frazione di Veternigo. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, che hanno recuperato i corpi e stanno mettendo in sicurezza l’area. Le dinamiche sono ancora in fase di accertamento.
La tragedia si inserisce in una lunga scia di sangue che, negli ultimi quattro giorni, ha visto otto gravi incidenti sul lavoro da nord a sud del Paese, con un bilancio drammatico: tre morti e dieci feriti gravi, tra cui lavoratori caduti dall’alto, folgorati, travolti o schiacciati durante operazioni quotidiane.
A denunciare la situazione è il presidente dell’Anmil (Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro), Antonio Di Bella: “Mentre l’Italia si ferma per le ferie estive, la strage silenziosa nei luoghi di lavoro continua. Sempre le stesse dinamiche, sempre le stesse conseguenze: vite spezzate e famiglie distrutte”.
Tra gli episodi più gravi segnalati:
- Il 1° agosto a Montecorvino Pugliano (Salerno), tre operai gravemente feriti dopo il ribaltamento di un cestello;
- Lo stesso giorno a Roma, due feriti in un’esplosione dentro una cabina elettrica;
- A Malo (Vicenza), due operai precipitati da otto metri;
- Il 2 agosto a Villadossola, un trentunenne morto folgorato su una piattaforma;
- Oggi, oltre al dramma di Veternigo, incidenti a Andria, Buddusò e Eboli hanno causato feriti gravi, uno dei quali in prognosi riservata.
“Chiediamo un cambio di passo: più prevenzione, più controlli, più formazione, e un aggiornamento normativo che non resti lettera morta”, ha ribadito Di Bella. La proposta concreta dell’Anmil è l’istituzione di una Procura Nazionale del Lavoro, per coordinare le indagini sui reati legati alla sicurezza e garantire giustizia tempestiva.
Secondo i dati Inail, nei primi cinque mesi del 2025 le denunce di infortuni mortali sono aumentate del 4,6%, arrivando a 386 vittime. Le malattie professionali hanno superato quota 42.000 (+9%). Solo nel settore edile, nel 2024 si sono registrati 182 decessi (il 20,5% del totale): la caduta dall’alto resta la prima causa di morte.
“Due settimane fa a Napoli tre operai morti in un cantiere. Cinque giorni fa un altro a Cagliari. È inaccettabile. Le morti sul lavoro si possono e si devono evitare”, conclude Di Bella. “Alle famiglie va tutta la nostra vicinanza. Ma non basta più il cordoglio: serve una svolta radicale”.
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(con fonte AdnKronos)
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