Israele smentisce tregua con Hamas e continua gli attacchi: proteste per la liberazione degli ostaggi
Il governo israeliano nega categoricamente qualsiasi trattativa per una tregua nella Striscia di Gaza, mentre i familiari degli ostaggi protestano a Tel Aviv
Israele ha negato le notizie diffuse dal giornale libanese Al Akhbar riguardanti una presunta tregua di sei-otto settimane nei colloqui per il cessate il fuoco a Gaza e la liberazione degli ostaggi tenuti prigionieri da Hamas. L’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu ha smentito categoricamente tali voci, definendole “una totale bugia”. Secondo Al Akhbar, Israele avrebbe dovuto ricevere da Hamas un elenco dei nomi degli ostaggi in questo periodo, ma la dichiarazione ufficiale del governo israeliano, riportata dal Times of Israel, accusa il quotidiano libanese di partecipare alla “guerra psicologica” condotta da Hamas contro le famiglie degli ostaggi e i cittadini israeliani.
Le proteste dei familiari degli ostaggi continuano
Nel frattempo, i parenti degli ostaggi hanno organizzato nuove proteste davanti alla sede del Likud a Tel Aviv, chiedendo un immediato accordo che porti alla liberazione dei loro cari. Lo slogan del corteo è chiaro: “Ponete fine alla guerra. Subito l’accordo per gli ostaggi”. Il Times of Israel ha riferito che un gruppo di 112 familiari ha presentato una petizione all’Alta Corte di Israele, accusando il governo di aver abbandonato i propri cari e violato i loro diritti costituzionali alla vita e alla dignità umana.
Herzi Halevi: “Non ci fermeremo fino alla liberazione degli ostaggi”
In un discorso ai militari a Jabalya, a nord di Gaza, il capo di Stato Maggiore delle forze israeliane (IDF), Herzi Halevi, ha ribadito che l’operazione continuerà fino a quando Hamas non capirà di dover rilasciare tutti gli ostaggi. Halevi ha lodato il lavoro dei militari, sottolineando che “il lavoro professionale continuerà ancora” fino al rilascio dei prigionieri.
Attacchi e vittime civili a Khan Yunis
Ieri, un attacco aereo israeliano a Khan Yunis ha causato la morte di 17 palestinesi, tra cui donne e bambini, secondo il ministero della Salute di Gaza, gestito da Hamas. L’esercito israeliano ha affermato di aver colpito alcuni “terroristi” coinvolti nel massacro del 7 ottobre 2023. Tuttavia, il direttore del reparto pediatrico dell’ospedale Nasser di Khan Younis, Ahmed al-Farra, ha dichiarato che tra le vittime vi erano cinque bambini, uccisi mentre cercavano rifugio in una tenda. L’IDF ha sottolineato di aver adottato “numerose misure per ridurre il rischio di danni ai civili”, tra cui l’uso di munizioni guidate di precisione e sorveglianza aerea.
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(con fonte AdnKronos)
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