
Via libera a separazione carriere magistrati: Camera approva riforma costituzionale
La riforma passa in prima lettura con il sostegno della maggioranza e alcune opposizioni, ma la contrarietà del Pd e M5S solleva forti polemiche. Il testo ora passa al Senato
La Camera dei deputati ha approvato in prima lettura la riforma costituzionale per la separazione delle carriere dei magistrati, con 174 voti favorevoli, 92 contrari e 5 astenuti. Si tratta di una proposta di grande rilevanza che, se ratificata, cambierà profondamente l’organizzazione del sistema giudiziario italiano, separando definitivamente le carriere di pubblico ministero e giudice. Il testo ora passerà al Senato per l’esame della seconda lettura.
L’approvazione ha suscitato reazioni contrastanti. La maggioranza, insieme ad alcuni partiti dell’opposizione come Azione e Più Europa, ha espresso un forte sostegno, lodando il progetto come un passo fondamentale per una giustizia più equa e indipendente. Carlo Nordio, ministro della Giustizia, ha definito la giornata “storica”, sottolineando che la separazione delle carriere rappresenta il “sogno” di una vita. A sostegno della riforma, Nordio ha ricordato come nei Paesi di common law, come la Gran Bretagna e gli Stati Uniti, la separazione delle carriere sia una prassi consolidata.
Dal canto suo, Andrea Delmastro delle Vedove, sottosegretario alla Giustizia di Fratelli d’Italia, ha definito il voto “uno snodo epocale” e ha sottolineato come la riforma non sia solo una promessa elettorale, ma un passo verso un sistema giuridico più liberale e più giusto, che tuteli il diritto a un giusto processo.
Anche il segretario di Forza Italia, Antonio Tajani, ha elogiato il voto, evidenziando come la riforma “aumenti le garanzie per i cittadini” e migliori l’efficienza del sistema giudiziario. “Non è una riforma contro qualcuno, ma per una giustizia più giusta”, ha detto, celebrando anche la figura di Silvio Berlusconi, al quale Forza Italia dedica questo successo.
Tuttavia, non sono mancate le critiche. L’opposizione ha contestato il metodo e il merito della riforma, accusando il governo di non aver cercato un ampio consenso. Il deputato del Movimento 5 Stelle, Federico Cafiero de Raho, ha sottolineato come la separazione delle carriere comprometta l’indipendenza della magistratura e alteri il delicato equilibrio tra politica e giustizia. Dello stesso avviso è Debora Serracchiani del Pd, che ha parlato di una riforma “indebolente” della magistratura e di un processo che non ha visto il necessario dialogo tra le forze politiche.
Anche l’Associazione nazionale magistrati ha espresso forte preoccupazione, avvertendo che la separazione delle carriere potrebbe ridurre la funzione di garanzia del pubblico ministero e compromettere l’efficienza del servizio giustizia.
La riforma continua quindi a suscitare forti divisioni, con sostenitori che la vedono come un’opportunità di modernizzazione del sistema giuridico, mentre i detrattori temono che possa indebolire l’autonomia e l’efficacia della magistratura, con ripercussioni per la tutela dei diritti dei cittadini. Ora, l’attenzione si sposterà al Senato, dove il dibattito sulla separazione delle carriere entrerà nella sua fase cruciale.
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(con fonte AdnKronos)
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