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Stoltenberg innesca il dibattito sull’uso delle armi occidentali contro la Russia, con reazioni diverse tra i partner di Kiev

Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha riacceso il dibattito internazionale sul permesso all’Ucraina di utilizzare armi occidentali contro la Russia. Questa questione è ora al centro delle discussioni tra i partner di Kiev, con posizioni variegate: alcuni paesi appoggiano l’idea senza riserve, altri pongono condizioni, mentre alcuni rimangono contrari.

Il potenziale cambiamento decisivo potrebbe essere la decisione degli Stati Uniti. Recentemente, Washington ha approvato un pacchetto di aiuti da 61 miliardi di dollari e ha inviato in Ucraina missili Atacms, capaci di colpire fino a 300 km. Tali armi potrebbero influenzare significativamente il conflitto, specialmente nelle aree come Kharkiv, bersagliata da raid russi lanciati da territori sicuri non raggiungibili dagli ucraini.

Il presidente Joe Biden sta considerando la possibilità di rimuovere alcune restrizioni sull’uso di armi a breve raggio da parte di Kiev. Tuttavia, la posizione ufficiale degli Stati Uniti, ribadita dal portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale John Kirby, è di non incoraggiare attacchi sul suolo russo con armi americane.

In Europa, paesi come la Polonia hanno dichiarato che non ci sono restrizioni sull’uso delle loro armi fornite all’Ucraina. Varsavia si allinea così con nazioni come la Gran Bretagna, la Finlandia, la Svezia, la Repubblica Ceca e i paesi baltici. Anche il Canada ha affermato di non avere posto condizioni sulle forniture di armi all’Ucraina.

La Germania, invece, non ha inviato missili Taurus a lungo raggio a Kiev, anche se il cancelliere Olaf Scholz sembra aperto a discutere altre armi.

In Italia, il dibattito è animato. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha sottolineato la necessità di rafforzare le difese antiaeree dell’Ucraina senza provocare un’escalation incontrollabile. La segretaria del Pd, Elly Schlein, ha ribadito il sostegno all’Ucraina, ma ha espresso la necessità di un ruolo diplomatico dell’Europa per evitare un’escalation. Il vicepremier Matteo Salvini ha criticato l’idea di utilizzare armi occidentali per colpire la Russia, definendola pericolosa. Infine, Carlo Calenda di Azione ha dichiarato di essere favorevole all’uso delle armi occidentali contro la Russia, purché vengano rispettate regole d’ingaggio rigorose per evitare danni ai civili.

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(con fonte AdnKronos)

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