Netanyahu non demorde su Rafah: “Entreremo”, tensioni Occidente-Israele
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Israele risponde alle critiche degli Stati Uniti e della Francia
In occasione della festa ebraica di Purim, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha tenuto un discorso in cui ha promesso di entrare a Rafah e ottenere una vittoria assoluta, annunciando anche l’eliminazione di Yahya Sinwar, leader di Hamas. Queste dichiarazioni sono giunte in un momento di crescente tensione tra Israele e altri paesi, soprattutto gli Stati Uniti e la Francia.
Netanyahu ha ricordato il significato storico della festa di Purim, sottolineando le analogie con la situazione attuale. Ha accusato il regime iraniano di cercare di sterminare lo Stato ebraico, facendo riferimento agli attacchi terroristici perpetrati da Hamas, incluso quello del 7 ottobre, definito “un atto di pura malvagità” dal presidente statunitense Biden.
Le parole di Netanyahu hanno suscitato reazioni immediate da parte degli Stati Uniti e della Francia. La vice presidente Kamala Harris ha dichiarato che sarebbe un “errore enorme” qualsiasi operazione militare israeliana a Rafah, esprimendo preoccupazione per le possibili conseguenze e ribadendo la necessità di proteggere la popolazione palestinese. Anche il presidente francese Macron ha condannato l’ipotesi di un intervento militare israeliano a Rafah, definendolo un “crimine di guerra”.
Tuttavia, Israele sembra determinato a perseguire i suoi obiettivi. Il ministro della Difesa David Gallant è partito per Washington per illustrare la posizione di Israele e discutere delle strategie per affrontare la situazione a Gaza e nel Libano.
Nel frattempo, Israele avrebbe proposto un accordo per il rilascio di prigionieri palestinesi in cambio della liberazione di ostaggi israeliani, nell’ambito di un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Sebbene ci siano segnali di maggiore flessibilità da parte delle autorità israeliane, restano aperte molte questioni delicate, compreso il destino dei palestinesi sfollati a Rafah.
L’escalation della tensione è evidente anche sul campo, con l’inizio di una nuova offensiva israeliana nella zona di Al Amal a Gaza, volta a smantellare le infrastrutture terroristiche e eliminare i terroristi nell’area. La situazione è resa ancora più critica dalla mancanza di comunicazioni elettroniche nella zona, segnalata dalla Mezzaluna Rossa Palestinese.
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(con fonte AdnKronos)
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