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Tra la fine del 2021 e l’inizio del nuovo anno il governo è stato particolarmente impegnato su un doppio fronte. Da un lato la necessità di fronteggiare la recrudescenza del Covid-19, dall’altro quella di completare tutti gli adempimenti richiesti dal piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Queste 2 esigenze hanno imposto all’esecutivo l’adozione in un ristretto lasso di tempo di un gran numero di provvedimenti. Tale dinamica però ha provocato un forte aumento del numero di decreti attuativi richiesti per dare effettiva applicazione alle norme varate.

Sono 595 i decreti attuativi ancora da pubblicare. Alla data del 27 gennaio la percentuale di pubblicazione dei decreti attuativi richiesti ammontava al 62% circa. Si tratta di un elemento che è passato un po’ in sordina nelle ultime settimane – dato che l’attenzione di media e opinione pubblica era tutta rivolta verso le elezioni del capo dello stato – ma che non deve essere sottovalutato. Senza la pubblicazione di tali decreti infatti le norme varate da governo e parlamento restano incomplete. Questo può comportare, per esempio, ritardi nell’erogazione di risorse a favore di cittadini, istituzioni e imprese.

 

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