Governo, riforma del fisco: ecco l’idea di Draghi
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“Una revisione profonda dell’Irpef” al centro di una riforma fiscale che rappresenta ”l’architrave” della politica di bilancio. ”Segna in ogni Paese un passaggio decisivo. Indica priorità, dà certezze, offre opportunità”. Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel discorso al Senato spiega gli sbagli del passato compiuti dall’Italia, illustra la sua strategia, sottolinea la fondamentale l’importanza delle competenze per poter approcciare una materia così complessa. “In Italia, nel passato, si è intervenuti cambiando un pezzetto alla volta, attraverso ”interventi parziali dettati dall’urgenza del momento”, ricorda Draghi.
Si tratta invece di ”un meccanismo complesso, le cui parti si legano una all’altra. Non è una buona idea cambiare le tasse una alla volta”, spiega il presidente. Meglio un intervento complessivo, che ha anche il vantaggio di ”rendere più difficile che specifici gruppi di pressione riescano a spingere il governo ad adottare misure scritte per avvantaggiarli”. Serve ”una visione a tutto campo che richiede tempo e competenza”.
La competenza che può arrivare da persone che conoscono la materia a fondo. Le esperienze di altri paesi, spiega Draghi, ”insegnano che le riforme della tassazione dovrebbero essere affidate a esperti, che conoscono bene cosa può accadere se si cambia un’imposta”. Un metodo che anche l’Italia ha utilizzato in passato, all’inizio degli anni ’70, quando, ricorda il premier, il governo affidò ad una commissione di esperti, fra i quali Bruno Visentini e Cesare Cosciani, il compito di ridisegnare il sistema tributario, che non era stato più modificato dai tempi della riforma Vanoni del 1951. ”Si deve a quella commissione l’introduzione dell’imposta sul reddito delle persone fisiche e del sostituto d’imposta per i redditi da lavoro dipendente”, ricorda ancora Draghi. All’interno della riforma fiscale un ruolo centrale è ricoperto dall’Imposta sulle persone fisiche: ”Va studiata una revisione profonda dell’Irpef con il duplice obiettivo di semplificare e razionalizzare la struttura del prelievo, riducendo gradualmente il carico fiscale e preservando la progressività”. Infine un richiamo all’evasione fiscale e la garanzia che l’azione di contrasto sarà ”rinnovata e rafforzata” e ”funzionale al perseguimento di questi ambiziosi obiettivi”.
(AdnKronos)
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