Governo al lavoro per licenziare decreto Ristori 5: quando può arrivare
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Attesa per il nuovo decreto Ristori 5, il primo del governo Draghi ed il quinto dall’inizio della pandemia del Covid. A quanto si apprende, il varo del nuovo round di aiuti, fermo ai box per la crisi di governo, potrebbe arrivare al più tardi a inizio marzo.
Il nuovo ministro dell’Economia Daniele Franco al suo arrivo al Mef ha iniziato a lavorare a tutti dossier aperti, e dunque anche quello per i risarcimenti alle attività colpite dalle restrizioni per contenere la seconda ondata del Covid. Ma i tempi tecnici e la politica richiederanno ancora dei giorni portare il dl in dirittura d’arrivo. Al decreto aveva già lavorato il precedente governo mettendo mano ad una prima bozza e stanziando le risorse per le coperture con lo scostamento da 32 miliardi di euro approvato a gennaio. A queste risorse in deficit andrebbero aggiunti i 5,4 mld accantonati dalla precedente tranche di ristori, la quarta.
RISTORI
Sui ristori verrebbe confermata l’intenzione di superare il criterio dei codici Ateco prevedendo contributi selettivi sulla base delle perdite di fatturato nel 2020 rispetto al 2019 pari ad almeno il 33%. In cantiere anche un nuovo round anche di indennità per partite Iva e professionisti e bonus per i lavoratori precari che non accedono alla cig.
FISCO
Il dl dovrebbe contenere anche un capitolo destinato alle scadenze fiscali. A pesare la bomba cartelle esattoriali: lo stop alla notifica degli atti scade il 28 febbraio, il precedente governo ragionava ad uno slittamento di due mesi. In assenza di un nuovo stop dal primo marzo l’Agenzia delle Entrate farebbe scattare l’invio di oltre 50 milioni di atti. Ma per evitare che le Entrate si trovino a gestire una montagna di notifiche si ipotizza anche una dilatazione delle notifiche e dunque dei termini di prescrizione. Sul versante fiscale andrebbero anche prorogate le scadenze per il pagamento delle rate della rottamazione per oltre un milioni di contribuenti che avevano aderito: si tratta di cinque rate sospese per la definizione agevolata e due rate per il saldo e stralcio. In assenza di proroghe andrebbero versate in un’unica soluzione pena il decadimento dell’agevolazione.
LAVORO
Nel dl dovrebbero trovare spazio anche norme per allungare la Cig d’emergenza. Nelle intenzioni del precedente governo si ragionava ad una nuova tranche di 26 settimane e 8 settimane per l’industria.
(AdnKronos)
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