Gaza, emissari Usa nella Striscia: “Aiuti ostacolati, serve un piano”
Witkoff e Huckabee in missione umanitaria. Trump critica il riconoscimento della Palestina. Tajani: “Italia in prima linea per i civili”
Washington rafforza la sua presenza sul terreno nella crisi di Gaza. L’inviato speciale della Casa Bianca per il Medio Oriente, Steve Witkoff, si recherà oggi nella Striscia di Gaza insieme all’ambasciatore statunitense Mike Huckabee per supervisionare la distribuzione degli aiuti umanitari. A darne notizia è stata la portavoce Karoline Leavitt, che ha spiegato: “Verificheranno i siti attivi e definiranno un piano per consegnare più cibo e ascoltare di persona le difficoltà della popolazione locale”.
Trump: “Il riconoscimento della Palestina premia Hamas”
Intanto, sul fronte diplomatico, il presidente americano Donald Trump ha criticato con fermezza le recenti decisioni di Francia, Regno Unito e Canada di riconoscere lo Stato palestinese, definendole un “premio a Hamas”. “Il presidente è in disaccordo con i leader europei”, ha dichiarato Leavitt. “Ritiene che Hamas sia l’ostacolo principale al cessate il fuoco e alla liberazione degli ostaggi”.
Trump – ha aggiunto la portavoce – è personalmente coinvolto nel dossier ostaggi: “Ha incontrato molte famiglie di prigionieri ancora detenuti a Gaza e tiene molto alla loro liberazione”.
Aiuti in stallo: solo 260 camion arrivati a destinazione
A fotografare il dramma umanitario è il rapporto del Meccanismo UN 2720, attivato dalle Nazioni Unite per garantire tracciabilità e trasparenza nella consegna degli aiuti. Dal 19 maggio, oltre 2.000 camion carichi di beni umanitari (più del 90% contenenti generi alimentari) hanno cercato di raggiungere Gaza, ma solo 260 sono arrivati a destinazione. Gli altri sono stati intercettati da civili affamati o da attori armati, spesso con la forza.
Hamas: “Trattative possibili, ma servono condizioni migliori”
Nonostante le tensioni, Hamas ha fatto sapere di voler continuare i negoziati per un cessate il fuoco permanente e il ritiro delle truppe israeliane, ma a una condizione: il miglioramento tangibile della situazione umanitaria. “Serve una risposta scritta dal nemico e un cambiamento radicale sul campo”, ha dichiarato Basem Naim dell’ufficio politico di Hamas alla CNN.
Tajani: “Aiuti, evacuazioni e lanci aerei. L’Italia c’è”
Nel frattempo, l’Italia annuncia nuove iniziative. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha avuto un colloquio telefonico con il primo ministro palestinese Mohammad Mustafa, durante il quale ha illustrato le nuove misure umanitarie promosse da Roma: fra queste, evacuazione di 50 bambini palestinesi malati con le loro famiglie, nuovi lanci aerei di aiuti alimentari, lo stanziamento di 5 milioni di euro per beni di prima necessità e pressioni su Israele per sbloccare i convogli fermi al confine con la Giordania.
“Il premier palestinese ha ringraziato l’Italia per la solidarietà”, ha fatto sapere Tajani, aggiungendo: “Rinnoviamo l’impegno per un cessate il fuoco immediato, la liberazione degli ostaggi e una pace stabile. L’Italia è in prima linea con il programma Food for Gaza e sostiene con forza l’Autorità Nazionale Palestinese”.
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(con fonte AdnKronos)
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