
Caso Almasri, informativa di Piantedosi e Nordio in Parlamento
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Opposizioni chiedono l’intervento di Meloni, ma il governo affida la risposta ai ministri dell’Interno e della Giustizia
Saranno i ministri Matteo Piantedosi e Carlo Nordio a riferire oggi in Parlamento sul caso del comandante libico Almasri, accusato di crimini contro l’umanità e rilasciato dalle autorità italiane. Nonostante le richieste dell’opposizione, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni non interverrà direttamente. L’informativa sarà trasmessa in diretta sui canali Rai, con gli interventi alla Camera alle 12.15 e al Senato alle 15.30.
Il governo, sotto pressione per il caso, cercherà di chiarire la propria posizione, anche alla luce dell’indagine per favoreggiamento e peculato che coinvolge Meloni, il sottosegretario Alfredo Mantovano e gli stessi ministri Piantedosi e Nordio. La linea difensiva dell’esecutivo punterà a evidenziare presunti errori della Corte penale internazionale, sostenendo che la decisione di rimpatriare Almasri con un volo di Stato sia stata presa nell’interesse della sicurezza nazionale.
Nordio dovrebbe ricostruire l’intera vicenda, ribadendo che il ministero della Giustizia ha rispettato le procedure e che le responsabilità sono da attribuire alla Corte penale internazionale. Piantedosi, invece, si concentrerà sulle motivazioni che hanno portato all’utilizzo del volo di Stato per il rimpatrio. Già lo scorso 23 gennaio, rispondendo a un question time al Senato, il ministro dell’Interno aveva giustificato la scelta con “ragioni di urgenza e sicurezza” dovute alla pericolosità di Almasri.
L’opposizione, però, considera insufficienti le spiegazioni dei due ministri e continua a insistere affinché sia Meloni a riferire direttamente in Parlamento. I leader di PD, M5S, AVS e Italia Viva accusano il governo di aver gestito il caso in modo opaco e criticano l’assenza della premier. Francesco Boccia (PD) ha sottolineato come in Senato non si tenga un “Premier time” da un anno e mezzo, mentre la pentastellata Alessandra Maiorino ha parlato di “imbarazzo” e “incapacità” nella gestione della vicenda.
Dal governo, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani ha respinto le accuse, ribadendo che “il governo non scappa” e che la sospensione dell’informativa era necessaria per approfondire la questione. “Ci saranno due ministri in grado di garantire la massima informazione”, ha assicurato Ciriani.
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(con fonte AdnKronos)
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