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“Dalle analisi del contenuto della bottiglietta e del biberon non sono stati rilevati composti tossicologicamente rilevanti”. Questa è la conclusione a cui sono giunti Bruno Magliona, Domenico Di Candia e Giorgio Portera, i periti nell’ambito delle indagini sulla morte della piccola Diana Pifferi, 18 mesi, che si temeva fosse stata ‘drogata’ con benzodiazepine dalla madre Alessia, attualmente in carcere con l’accusa di omicidio volontario pluriaggravato.
La perizia, ordinata dal gip di Milano Fabrizio Filice, esclude quindi che alla bimba siano state somministrate delle droghe per evitare che i vicini, in assenza della madre che l’aveva abbandonata per sette giorni, potessero sentirla piangere. Nei prossimi giorni, i pm Francesco De Tommasi e Rosaria Stagnaro potrebbero chiedere il processo con rito immediato per la 37enne, che rischia la condanna all’ergastolo.
La difesa di Alessia Pifferi sottolinea come l’esito dell’incidente probatorio confermi che la donna è sempre stata sincera nel suo racconto e che, dal punto di vista giuridico, la premeditazione manca di elementi concreti”, spiegano i legali Solange Marchignoli e Luca D’Auria.
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(con fonte AdnKronos)
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