Coronavirus Lombardia, 7 varianti in prima ondata
Tre varianti su sette, si legge sullo studio, “hanno subito un’amplificazione tale da consentire la presenza di importanti cluster locali di trasmissione la cui origine risalirebbe ai primi giorni di febbraio. Ciò indica che Sars-CoV-2 circolasse in modo silente in tutto il territorio lombardo già un mese prima del caso diagnosticato in provincia di Lodi”. “Grazie a un approccio filogeografico”, i ricercatori hanno rilevato inoltre che “la circolazione dei diversi lignaggi si è mostrata fortemente legata al territorio”.
“Ciò – concludono – ha portato all’identificazione di almeno due sub-epidemie sostenute da varianti differenti: una preponderante nel sud della Lombardia, con le province di Lodi e Cremona investite maggiormente; l’altra diffusasi principalmente nel nord della Lombardia, con Bergamo e i suoi territori adiacenti (come Alzano e Nembro) maggiormente colpiti”.
Lo studio che ha permesso di individuare “la presenza massiccia” di 7 varianti di coronavirus Sars-CoV-2 in tutta la Lombardia nella prima ondata di Covid-19 insegna “l’importanza e la necessità di una sorveglianza epidemiologica continua dei genomi circolanti nel territorio, che possa individuare nell’immediato la selezione e la circolazione di nuove mutazioni, ponendone un freno alla diffusione”.
(AdnKronos)
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