Gaza, nuovi sfollati e proteste in Israele contro Netanyahu
Migliaia di persone in fuga da Gaza City, Hamas accusata di ostacolare l’evacuazione e di pianificare un attentato contro Ben Gvir
Secondo una fonte della sicurezza israeliana, tra 70.000 e 80.000 persone hanno lasciato Gaza City negli ultimi tre giorni. Prima dell’occupazione pianificata, nella città vivevano circa 1,2 milioni di residenti e sfollati. La stessa fonte, citata da Haaretz, ha accusato Hamas di impedire alla popolazione di spostarsi verso sud, dove Israele ha annunciato l’ampliamento di un’area umanitaria destinata ad accogliere fino a due milioni di persone. Le infrastrutture, ha sottolineato, sarebbero state predisposte nel rispetto del diritto internazionale e continueranno a essere rafforzate parallelamente alle evacuazioni.
Hamas pianificava un attentato contro Ben Gvir
Le forze dell’Idf e lo Shin Bet hanno reso noto di aver sventato un attentato contro il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir. Una cellula di Hamas operante nell’area di Hebron stava progettando di colpirlo con droni carichi di esplosivo. Le indagini hanno rivelato che il gruppo agiva sotto la direzione della leadership di Hamas in Turchia. Durante l’operazione, le autorità israeliane hanno arrestato i membri della cellula e sequestrato i droni che sarebbero stati impiegati per l’attacco.
Allarme Onu: 21mila bambini disabili
Il Comitato delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità ha denunciato che almeno 21.000 bambini di Gaza presentano disabilità permanenti a causa delle ferite riportate dall’inizio del conflitto il 7 ottobre 2023. Secondo il rapporto, circa 40.500 minori hanno subito nuove ferite negli ultimi due anni e oltre la metà di loro ha riportato danni irreversibili. L’Onu ha espresso “profonda preoccupazione per la drammatica escalation umanitaria” e ha sollecitato la comunità internazionale a garantire assistenza medica urgente e protezione ai minori.
Proteste a Gerusalemme contro Netanyahu
Mentre la crisi umanitaria si aggrava, a Gerusalemme sono esplose nuove proteste contro il primo ministro Benjamin Netanyahu. Cassonetti e pneumatici sono stati incendiati per contestare la mancanza di un accordo sul rilascio degli ostaggi detenuti a Gaza. La polizia israeliana ha condannato gli “atti vandalici”, pur ribadendo la volontà di tutelare la libertà di espressione nei limiti della legalità.
Un gruppo di attiviste della Coalizione delle Madri e delle Donne si è barricato sul tetto della Biblioteca Nazionale, vicino alla Knesset, esponendo striscioni con le scritte “Negligenza e uccisioni” e accusando Netanyahu di aver abbandonato gli ostaggi e i soldati israeliani. Nel loro comunicato hanno parlato di “698 giorni di fallimento” e denunciato il rifiuto del governo di discutere l’accordo proposto per liberare i prigionieri.
Proteste si sono svolte anche sotto l’abitazione del ministro per gli Affari Strategici Ron Dermer, incaricato di seguire i negoziati. I manifestanti hanno letto ad alta voce i nomi dei 48 ostaggi ancora trattenuti e mostrato uno striscione con la scritta: “48 ostaggi – Dermer 0”. Hanno poi chiesto di fermare la guerra pur di arrivare a un’intesa che riporti a casa tutti i prigionieri.
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(con fonte AdnKronos)
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