Archiviati i capi per terrorismo contro Luigi Mangione; resta l’accusa di omicidio di secondo grado
Il giudice Gregory Carro ritiene “giuridicamente insufficienti” le prove per due capi d’imputazione più gravi; battuta d’arresto per l’ufficio del procuratore di Manhattan
Il giudice Gregory Carro ha disposto l’archiviazione di due delle accuse più gravi mosse nei confronti di Luigi Mangione, ritenendo le prove a supporto «giuridicamente insufficienti». Tra le accuse respinte figura anche quella che lo incriminava per omicidio di primo grado; Mangione, 27 anni, rimane tuttavia sotto processo per omicidio di secondo grado in relazione all’uccisione del CEO di UnitedHealthcare, Brian Thompson, avvenuta lo scorso anno.
La decisione del giudice rappresenta un colpo per l’ufficio del procuratore distrettuale di Manhattan, che aveva sostenuto la sussistenza dell’aggravante terroristica. Secondo l’accusa, l’attacco sarebbe stato rivolto simbolicamente contro un dirigente «della più grande compagnia di assicurazione sanitaria degli Stati Uniti» durante un evento aziendale a Midtown Manhattan, circostanza che, secondo i pubblici ministeri, avrebbe dato corpo all’ipotesi di terrorismo di Stato.
Carro ha invece ritenuto che, alla luce della normativa statale applicabile, non emergano elementi sufficienti a dimostrare l’intento richiesto per configurare il reato di terrorismo, ossia la volontà di intimidire o coartare una popolazione più ampia. Per questo motivo i due capi più gravosi sono stati respinti, mentre permangono le contestazioni relative all’omicidio di secondo grado.
La difesa aveva chiesto l’esclusione delle accuse per terrorismo sostenendo che la fattispecie è pensata per condotte dirette a creare uno stato di terrore generalizzato, non per atti con una vittima individuata. Nei prossimi passaggi processuali si affronteranno le questioni residue, incluse eventuali contestazioni procedurali sollevate dalla difesa.
Timeline
4 dicembre 2024 — Omicidio
L’amministratore delegato di UnitedHealthcare viene ucciso davanti a un hotel a Midtown Manhattan, mentre si stava recando a una conferenza aziendale. (data del fatto: 4/12/2024 — indicata nei messaggi precedenti della conversazione).
Dicembre 2024 — Indagini e arresto
Le autorità avviano le indagini, acquisiscono filmati di sorveglianza e altri elementi probatori. Nelle settimane successive viene arrestato Luigi Mangione, 27 anni, e la procura formula le prime imputazioni, che comprendono reati gravissimi tra cui l’omicidio e, in una fase iniziale, accuse connotate come terrorismo di Stato.
Primi mesi del 2025 — Fase dell’accusa e raccolta prove
I pubblici ministeri sostengono la tesi dell’aggravante terroristica, richiamando la collocazione simbolica dell’attacco (un dirigente di una grande compagnia davanti a un evento aziendale a Midtown) e altri elementi raccolti durante le indagini. La difesa inizia invece a contestare l’inquadramento per terrorismo e solleva profili procedurali.
Fasi procedurali successive — Questioni difensive e procedurali
La difesa chiede l’esclusione di talune prove e argomenta che la fattispecie antiterrorismo richiede l’intento di intimidire una collettività, non perseguibile quando la vittima è un singolo individuo; emergono contestazioni probatorie e possibili eccezioni procedurali.
16 settembre 2025 — Decisione del giudice Gregory Carro
Il giudice incaricato ha archiviato due capi d’accusa più gravi (tra cui l’accusa di omicidio di primo grado e le contestazioni inquadrate come terrorismo di Stato), ritenendo le prove a loro sostegno “giuridicamente insufficienti”. Restano pendenti le imputazioni per omicidio di secondo grado contro Mangione.
Procedimenti in corso
Il procedimento statale prosegue solo con i capi rimasti (in particolare omicidio di secondo grado); sono previsti ulteriori passaggi processuali (udienze pre-trial, questioni probatorie, calendarizzazioni).
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(con fonte AdnKronos)
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